Monsignor Camillo Ballin, vicario apostolico dell'Arabia appartiene all'ordine dei comboniani, vive nel Golfo arabico da 50 anni e la sua conoscenza del territorio è a dir poco stupefacente. A lui chiediamo una analisi del viaggio negli Emirati di Papa Francesco.
«È un passaggio importante per il cammino islamo-cristiano. Arriva per incoraggiare i fedeli e di cristiani. Nella regione c'è una comunità piuttosto nutrita. Ci sono milioni di fedeli, soprattutto immigrati filippini che lavorano ad Abu Dhabi o a Dubai. Nei loro confronti posso dire che c'è una discreta tolleranza. Sono attive anche delle chiese nonostante non abbiano segni esterni. Per intenderci: non c'è il campanile, non c'è il crocifisso».
Se per questo anche dal logo del viaggio papale non c'è la croce...
«È normale. È stato fatto per non provocare gli ospiti, un gesto di diplomazia. Anche io quando vado in Arabia Saudita non porto insegne, né croci. Serve anche per non determinare la reazione dei fondamentalisti. Insomma è anche una misura di precauzione. In Barhein, invece, dove risiedo posso tranquillamente esibirla. Come si vede la situazione non è uniforme. Tuttavia posso dire che non ci sono persecuzioni in corso. Bisogna solo adottare un basso profilo e questo ci permette di lavorare con equilibrio e senza problemi».
A suo parere è corretto parlare di politica di conquista dell'Islam in Europa?
Il vescovo Ballin si mette a ridere. «È immaginabile che l'Europa tra 50 anni sarà quasi completamente musulmana. Prevedo una situazione del genere ma non tanto perché sia in atto una azione specifica da parte di questi paesi. Tutt'altro. Mi creda: non c'è nessun disegno politico, nessun piano di conquista. L'Europa finirà per essere musulmana ma solo perché non fa figli e per la mancanza di quegli ideali che possono rifarsi alle radici cristiane. Solo per questo. E come se si fosse creato un vuoto e questo vuoto viene piano piano colmato. I musulmani che arrivano in Europa fanno tanti figli e mantengono salde le loro radici».
L'Europa islamica allora sarà il frutto di una progressiva perdita di terreno da parte del cristianesimo..
«L'Europa di oggi è una realtà interessata soprattutto a perdere la sua identità di fede. Anche a costo di essere brutale non posso non dire quello che vedo così bene risiedendo in questa parte del mondo. Sono cinquant'anni che osservo l'Europa, la sua evoluzione, il suo cammino. È una entità importante ma orientata al denaro e ossessionata dall'economia. Le radici valoriali non le riconosce più. In questo progressivo vuoto che si sta venendo a creare si posiziona la fede islamica. Loro hanno valori e sono saldi. Gradualmente interesserà il Nord Europa e poi tutto il resto del continente. Sì, l'Europa futura sarà a maggioranza islamica».
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