domenica 10 febbraio 2019

In Venezuela è guerra degli aiuti

il GiornaleMaduro non fa entrare cibo e medicine. Ma gli indios riescono a forzare i blocchi.

San Paolo Latte per bambini denutriti e farmaci salvavita per malati di cancro sono arrivati ieri a Cucuta, al confine con la Colombia in decine di tir e attendono solo l'ok da parte del regime di Caracas per entrare ma il dittatore Nicolás Maduro ieri ha confermato il suo no, «irremovibile» agli aiuti umanitari che cominciano ad accumularsi anche sul confine con il Brasile.

Nonostante il divieto, ieri, gli indios Pemón di Santa Elena de Uairén tra i più coraggiosi oppositori della dittatura che del resto li massacra da tempo sono riusciti a fare spostare le barriere poste al confine con il Paese del samba. Convincendo un esercito venezuelano - sempre più restio a obbedire alle follie del dittatore secondo il quale non ci sarebbe nessuna crisi in Venezuela a farsi da parte per sfamare un popolo alla fame. Stessa scena sul confine colombiano, da parte dei coraggiosi indios Guajiros (Wayuu), che sono riusciti a liberare dalle barriere poste dalla dittatura gli ostacoli all'entrata degli aiuti.

Queste due eccezioni a parte, ieri l'opposizione che appoggia il presidente costituzionale Juan Guaidó è scesa in piazza di nuovo, spontaneamente, per «se necessario, andare a prendere in massa gli aiuti umanitari che Maduro non vuole fare entrare».

Oggi si replica ma il vero D-Day sarà dopodomani, quando è prevista una grande mobilitazione con l'obiettivo di fare entrare cibo e farmaci di cui tanto hanno bisogno i venezuelani, oltre 300mila dei quali sono a rischio di morte entro fine 2019.

Maduro intanto ieri non ha riconosciuto neanche il documento di Montevideo mentre, per chiarirsi con Bruxelles, il segretario di Stato Usa, Mike Pompeo, ha detto che il prossimo 14 febbraio incontrerà Federica Mogherini. Sempre ieri il dittatore ha continuato a ripetere che si «opporrà in ogni modo» allo «show degli aiuti umanitari» perché, di fronte ad uno stuolo di poche migliaia di affamati supporter, ha assicurato non siamo «mendicanti di nessuno».

Intanto, dopo che Hezbollah aveva detto di essere pronta a combattere per Maduro, lo stesso Pompeo ha denunciato che la dittatura di Caracas riceve appoggio anche dal terrorismo di Hezbollah. E mentre una misteriosa imbarcazione dell'Arabia Saudita cercava di portare materiali per aiutare Maduro ad aumentare un po' l'estrazione di greggio ridotta ai minimi termini, anche Bank of America chiudeva l'operatività delle sue carte di credito in Venezuela.

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