sabato 23 febbraio 2019

Fitch salva l’Italia: rating invariato a BBB, l’outlook resta negativo. «Probabile voto anticipato»

@ - Fitch salva l’Italia. L’agenzia di rating ha infatti lasciato invariato il giudizio sull’affidabilità creditizia dello Stato italiano a BBB, due gradini al di sopra del junk, la «serie B» dei rating nella quale sono relegati i debitori considerati meno affidabili. L’outlook, cioè le prospettive, resta negativo. Il giudizio riflette da un lato il livello molto alto del debito pubblico e l’assenza di riforme per un aggiustamento del deficit. Pesano anche una qualità degli attivi bancari ancora debole e un tasso di crescita troppo basso.
Tra i fattori positivi, Fitch cita invece l’economia diversificata e ad alto valore aggiunto, con indicatori di disuguaglianza e di sviluppo umano molto superiori a quelli dei Paesi con analogo rating. Positivi anche l’indebitamento «moderato» del settore privato, la sostenibilità del sistema pensionistico, la durata favorevole dei titoli del debito pubblico (6,7 anni in media) e una quota bassa di debito in valuta estera.

Tagliate le stime di crescita
Fitch ha rivisto al ribasso le sue previsioni economiche per l’Italia: stima per il 2019 una crescita dello 0,3% del Pil (da +1,2% previsto in agosto) e dello 0,6% nel 2020. L’agenzia prevede inoltre un aumento del deficit al 2,3% del Pil nel 2019, contro il 2% stimato dal governo italiano, e al 2,7% nel 2020, partendo dal presupposto che non scatteranno le clausole di salvaguardia con l’aumento dell’Iva.

Rischio di elezioni anticipate
L’agenzia sottolinea i rischi politici che gravano sull’Italia. «Le tensioni nella coalizione di governo e la possibilità di elezioni anticipate aggiungono incertezza sulle politiche economiche e di bilancio. Le differenze
ideologiche tra il Movimento Cinque Stelle e la Lega probabilmente aumenteranno queste tensioni. Non ci aspettiamo che il governo italiano duri l'intero mandato e vediamo un aumento delle probabilità di elezioni anticipate dalle seconda metà di quest'anno».

Palazzo Chigi: confermata solidità dell’Italia
In una nota, Palazzo Chigi afferma che «le valutazioni di Fitch confermano la solidità economica del nostro Paese e, come era prevedibile, risentono del rallentamento economico transitorio che sta investendo tutto il continente europeo. Andiamo avanti con la strada tracciata nella manovra per assicurare sviluppo ed equità sociale all'Italia, prestando attenzione ai rischi provenienti dal contesto internazionale».
L’agenzia controllata dal gruppo americano Hearst aveva modificato l’outlook da «stabile» a «negativo» lo scorso 31 agosto. In quell’occasione Fitch aveva previsto con il governo M5s-Lega un «allentamento fiscale che lascerebbe l'alto livello di debito pubblico italiano più esposto a potenziali shock». Gli analisti di Fitch spiegavano all’epoca che il rischio era «in parte una funzione della natura nuova e non testata del governo», che ha a che fare con «le notevoli differenze politiche tra i partner di coalizione e le incoerenze tra l'alto costo per attuare i nuovi impegni stabilito nella sua politica del “Contratto” e l'obiettivo dichiarato di ridurre il debito pubblico».

Il declassamento di Moody’s a ottobre
Questo invece il quadro aggiornato sull’Italia delle altre maggiori agenzie di rating. Lo scorso 19 ottobre, Moody’s ha declassato il rating dell’Italia a Baa3 da Baa2, cambiando l’outlook in stabile. Fra le ragioni del downgrade, l’agenzia cita la prospettiva di un deficit più alto delle attese e gli impatti negativi dello stallo di riforme strutturali e fiscali («Manca un piano coerente per la crescita»). La prospettiva non è scivolata a un livello negativo perché la Penisola conserva «punti di forza» nel credito che bilanciano le sue fragilità a livello fiscale. La pagella di Moody’s colloca l’Italia un solo gradino al di sopra del livello speculativo (junk).

S&P: rating confermato, outlook negativo
Una settimana dopo, il 26 ottobre, Standard & Poor’s ha confermato il giudizio sull'Italia, abbassando però l'outlook da «stabile» a «negativo». L'agenzia ha lasciato invariati i rating sul debito pubblico italiano a BBB (a lungo termine) e A-2 (a breve termine), due gradini al di sopra del junk.

I RATING DEI PRINCIPALI PAESI

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