giovedì 31 gennaio 2019

Venezuela, rischia 20 anni di carcere l'italiana arrestata

R.it
Fermata durante una protesta, Laura Gallo è accusata di associazione per delinquere, detenzione e maneggio di esplosivo e finanziamento del terrorismo. La decisione sulla condanna spetta ora alla Corte d'appello.

CARACAS. Pene comprese tra i 15 e i 20 anni di carcere sono state chieste dal procuratore di Yaracuy per l'attivista di passaporto italiano Laura Gallo e altri cinque manifestanti, arrestati la notte del 23 gennaio scorso durante una protesta di piazza. A difendere la signora Gallo davanti al giudice Eloy Granados e al rappresentante dell'accusa Normely Perez, c'era suo figlio, Gabriel Gallo, avvocato dell'associazione Foro Penal e dirigente locale del partito Voluntad Popular. 
Secondo quanto raccontato da Gallo stesso, la donna è stata formalmente accusata di associazione per delinquere, detenzione e maneggio di esplosivo, utilizzo di minorenni (ne sono arrestati 11 nella stessa retata) per atti punibili secondo la legge, e finanziamento del terrorismo. Al termine dell'udienza - che si è svolta alla presenza di un rappresentante del governo italiano mandato dall'ambasciata di Caracas - il giudice si era detto disponibile a concedere ai detenuti la libertà dietro cauzione.
"L'accusa - racconta Gallo - ha però chiesto una sospensiva della decisione, investendo del caso la corte d'appello che adesso deve scegliere se ratificarla o meno". 
Il caso di Laura Gallo - che dunque resta in carcere - ha sollevato parecchie critiche nei confronti del Governo di Roma da parte della comunità italiana in Venezuela, già irritata dalla linea incerta e titubante mostrata sin dall'inizio sulla crisi che ha scosso il Paese dopo l'autoproclamazione di Guaidó come presidente.

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