giovedì 31 gennaio 2019

Venezuela, Parlamento Ue riconosce Guaidò “legittimo presidente ad interim”. M5s e Lega si astengono

Gli eurodeputati in miniplenaria a Bruxelles hanno dato il via libera a una risoluzione non vincolante. L’Alto rappresentante Ue Federica Mogherini chiede il "rilascio immediato" dei quattro dipendenti dell'agenzia spagnola Efe arrestati a Caracas.

Il Parlamento Ue riconosce Juan Guaidò, presidente dell’Assemblea Nazionale di Caracas, come presidente legittimo ad interim del Venezuela. Con 439 sì, 104 no e 88 astensioni, i deputati nella miniplenaria di Bruxelles hanno dato il via liberaa una risoluzione non vincolante, ribadendo il loro pieno sostegno all’Assemblea nazionale, l’unico organo democratico legittimo del Venezuela, i cui poteri devono essere ripristinati e rispettati, comprese le prerogative e la sicurezza dei suoi membri. Sia Movimento 5 Stelle che Lega si sono astenuti.

E l’Europarlamento ha esortato l’Alto rappresentante Ue Federica Mogherini e gli Stati membri a fare altrettanto fino a quando non saranno indette nuove elezioni presidenziali libere, trasparenti e credibili per ripristinare la democrazia. Anche Mogherini è intervenuta sulla crisi in Venezuela e al termine della riunione dei ministri della Difesa dell’Ue a Bucarest ha sollecitato “il rilascio immediato” dei quattro, tra giornalisti e dipendenti, dell’agenzia spagnola di notizie Efe (l’omologo spagnolo dell’Ansa), arrestati dai servizi di sicurezza venezuelani a Caracas, dove coprivano la crisi politica.

Dopo il riconoscimento del presidente ad interim, l’Ue e i suoi Stati membri dovrebbero riconoscere i rappresentantinominati dalle autorità legittime, aggiunge il Parlamento europeo. I deputati condannano inoltre la feroce repressione e la violenza, che hanno provocato vittime, e chiedono alle autorità venezuelane de facto di far cessare tutte le violazioni dei diritti umani e far sì che i responsabili siano chiamati a renderne conto. A questo proposito, sostengono la richiesta del Segretario generale delle Nazioni Unite di condurre un’indagine indipendente e completa sulle uccisioni perpetrate. Il Parlamento chiede inoltre all’Alto Rappresentante di impegnarsi con i paesi della regione per creare un gruppo di contatto, come indicato nelle conclusioni del Consiglio del 15 ottobre 2018, che possa mediare fra le parti e raggiungere un accordo sulla richiesta di “elezioni presidenziali libere, trasparenti e credibili sulla base di un calendario comune, di condizioni eque per tutti gli attori coinvolti, della trasparenza e del monitoraggio internazionale“.
Quattro dipendenti della Efe arrestati – Quattro dipendenti dell’agenzia spagnola di notizie Efe sono stati arrestati dai servizi di sicurezza venezuelani a Caracas, dove coprivano la crisi politica in Venezuela, e tanto il sindacato dei lavoratori della testata come il governo spagnolo hanno chiesto la loro immediata liberazione. I detenuti sono due giornalisti – lo spagnolo Gonzalo Dominguez Loeda e la colombiana Mauren Barriga Vargas – il fotoreporter colombiano Leonardo Muñoz e l’autista venezuelano José Salas. Secondo fonti della Efe a Caracas, agenti del Servizio bolivariano di intelligence (Sebin) si sono presentati ieri sera negli uffici della agenzia per arrestare i due giornalisti e hanno detto che il fotoreporter era stato arrestato dalla Direzione militare di controspionaggio (Dgcim). Il governo spagnolo ha informato che “da quando abbiamo avuto notizia di questi arresti, stiamo facendo tutto il possibile, attraverso la nostra ambasciata, per ottenere la loro liberazione nei tempi più brevi. Il Comitato di redazione della Efe ha chiesto alle autorità di Madrid il massimo sforzo per garantire la sicurezza dei giornalisti, sottolineando che “non esiste democrazia senza libertà di informazione”. Le autorità venezuelane hanno già fermato due giornalisti di TV locali -liberati dopo una notte di interrogatori nel Palazzo di Miraflores, sede della presidenza- due giornalisti televisivi cileni, deportati ieri verso Santiago, e due giornalisti di un programma tv francese, di cui si ignora quale sia la situazione attuale.

“Arrestati perché non erano regolarmente accreditati” – Il ministro venezuelano degli Esteri, Jorge Arreaza, ha giustificato l’arresto e l’espulsione di giornalisti stranieri dal suo paese, sostenendo che non erano regolarmente accreditati per svolgere il loro lavoro a Caracas. “Alcuni giornalisti stranieri sono entrati nel nostro paese in modo irregolare, senza aver richiesto in precedenza il rispettivo permesso di lavoro nei nostri consolati” ha scritto Arreaza su Twitter, aggiungendo che “alcuni hanno cercato di entrare nel Palazzo Presidenziale senza accredito”. Il capo della diplomazia venezuelana ha spiegato che, “come in qualsiasi altro paese del mondo, i giornalisti non possono auto attribuirsi un accredito” e dunque “i media e le agenzie internazionali sanno che per evitare inconvenienti inutili, devono completare le pratiche indispensabili nei nostri consolati, prima di viaggiare al nostro paese”. Nelle ultime 48 ore, i servizi di sicurezza venezuelani hanno arrestato due giornalisti venezuelani, liberati dopo una notte di interrogatori nel Palazzo di Miraflores; due giornalisti cileni, espulsi ieri verso Santiago; due giornalisti francesi, di cui si ignora la situazione e un giornalista spagnolo, ai quali si aggiungono un fotoreporter colombiano e un produttore e un autista venezuelani che lavoravano per media 

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