giovedì 24 gennaio 2019

Venezuela in piazza contro Maduro, che invita il popolo alla mobilitazione. L'esercito è con lui

Il passo del presidente dell'Assemblea nazionale: giura come successore di Maduro dopo che da Washington il presidente Usa si era detto pronto a riconoscerlo. In due giorni le vittime degli scontri con la polizia sono 14, oltre 200 gli arresti, in attesa della grande manifestazione di oggi.

Rischio di guerra civile in Venezuela dove il leader dell'opposizione, Juan Guaidó, si è autoproclamato presidente ad interim con il sostegno degli Usa, del Canada e di molti stati sudamericani, Brasile e Colombia compresi. Il presidente Nicolas Maduro, al timone del Paese dal 2013, ha chiamato il popolo alla mobilitazione, dopo aver intimato agli Stati Uniti di richiamare il proprio personale diplomatico entro 72 ore. Durante un comizio a Caracas, dove sono accorsi migliaia di sostenitori, il 35enne Guaidó ha accusato Maduro di essere "un usurpatore" e ha promesso di istituire un governo di transizione volto a salvare la nazione dal collasso economico. L'esercito rersta fedele a Maduro Durante un intervento in tv dal palazzo presidenziale, Maduro ha accusato l'opposizione di tentato colpo di stato con il sostegno degli americani, indicando che l'esercito - cruciale per legittimare un cambio di potere - è con lui. Maduro invita il popolo alla mobilitazione "Invito il popolo coraggioso e combattivo ad essere vigile, dedito da una parte al lavoro e allo studio, e dall'altra alla mobilitazione per difendere la stabilità della Patria. Né colpo di Stato, né interventismo, il Venezuela vuole la pace!". E' quanto scrive su Twitter Nicolas Maduro, dopo che il leader dell'opposizione Juan Guaidó si è autoproclamato presidente del Venezuela. Guaidó ha ottenuto il riconoscimento degli Stati Uniti e di molti Paesi del Sudamerica e del mondo. Ue chiede elezioni credibili L'Unione europea ha fatto appello a "elezioni libere e credibili, conformemente all'ordine costituzionale". Per l'alto rappresentante Federica Mogherini, "il popolo venezuelano ha il diritto di manifestare pacificamente, di scegliere liberamente i suoi dirigenti e di decidere il suo futuro. La sua voce non può essere ignorata". 14 morti e oltre 200 arresti Negli ultimi due giorni di scontri con le forze dell'ordine, sono almeno 14 i morti contati dagli attivisti per i diritti umani mentreoltre 200 persone sono state arrestate. Nella città meridionale di Puerto Ordaz, i manifestanti, con gesto dalla forte valenza simbolica, hanno distrutto la statua del defunto storico predecessore di Maduro, Hugo Chavez, presidente del Venezuela dal 1999 al 2013. Cuba tende la mano a Maduro Cuba ha teso la mano a Maduro, "contro l'imperialismo americano" mentre Trump, avvertendo che "tutte le opzioni sono sul tavolo", si è rifiutato di richiamare i propri diplomatici, dichiarando Maduro un leader illegittimo. La contestata riconferma di Maduro Maduro si è insediato per il suo secondo mandato lo scorso 10 gennaio, dopo un'elezione ampiamente boicottata e definita "una farsa" da molti governi stranieri. Oltre 3 milioni di venezuelani sono fuggiti all'estero negli ultimi cinque anni. "I miei fratelli sono scappati in Cile", ha detto all'Agi Aide Portillo, venezuelana residente negli Stati Uniti. "Mia madre è troppo anziana per spostarsi. E' rimasta a Caracas. Le mandiamo cibo e medicinali ma la maggior parte delle volte non le arriva nulla perché viene rubato dagli addetti postali o alla sicurezza. Sanno che dall'America vengono spediti aiuti, anche soldi, e quindi i pacchi raramente arrivano intatti a destinazione". Trump sta valutando sanzioni sul petrolio venezuelano che ha toccato il minimo di produzione da quasi 70 anni. Maduro, che ha già esautorato i poteri del parlamento, potrebbe dichiararne le scioglimento, arrestare Guaidó e scatenare una violenta repressione contro gli oppositori. Argentina riconosce Guaidó presidente Il presidente dell'Argentina, Mauricio Macri, ha annunciato oggi che riconosce il leader del parlamento del Venezuela, Juan Guaidó, come "presidente in carica" del Venezuela. "Voglio esprimere il mio sostegno per la decisione del presidente dell'Assemblea nazionale del Venezuela, Juan Guaidó, riconoscendolo come presidente responsabile di quel paese", ha scritto Macri nel suo account Twitter. Macri ha dichiarato che il suo governo confida, "come gli altri Paesi del gruppo di Lima, che la decisione dell'Assemblea e del suo presidente porterà al ripristino della democrazia". Il capo dello Stato argentino ha affermato che il ripristino della democrazia deve avvenire "attraverso elezioni libere e trasparenti, con tutta la forza della Costituzione e la partecipazione dei leader dell'opposizione". "L'Argentina sosterrà tutti gli sforzi per ricostruire la democrazia venezuelana e il ripristino di condizioni di vita dignitose per tutti i suoi cittadini", ha aggiunto il presidente argentino. Brasile e altri 4 Stati latinoamericani riconoscono subito Guaidó I governi del Brasile, della Colombia, del Perú, dell'Ecuador e del Costa Rica hanno annunciato a Davos che riconoscono il presidente del Parlamento, Juan Guaidó, come "presidente del Venezuela". L'annuncio è stato fatto al termine di una riunione al Forum econonicio mondiale al quale hanno partecipato il presidente brasiliano Jair Bolsonaro, quello della Colombia Iván Duque, quello del Costa Rica Carlos Alvarado, quello dell'Ecuador Lenín Moreno, e la vicepresidente del Perú, Mercedes Aráoz. La Bolivia si schiera con Maduro Al contrario, il presidente della Bolivia, Evo Morales, si schiera con Maduro e non riconosce Guaidó alla guida del Paese. Il videomessaggio di Pence agli oppositori: "Siamo con voi" Già ieri, alla vigilia delle proteste, gli Stati Uniti si erano apertamente schierati con l'opposizione, con un videomessaggio del vicepresidente Mike Pence: "Siamo con voi. E lo saremo finché la democrazia sarà restaurata e recupererete il vostro diritto alla libertà". "In nome del presidente Donald Trump e di tutti gli americani, lasciatemi esprimere il deciso sostegno degli Stati Uniti al popolo del Venezuela che chiede libertà". "Maduro è un dittatore con un potere illegittimo. Non ha mai vinto elezioni libere e regolari e ha mantenuto il potere imprigionando chiunque osasse opporsi" ha detto Pence. Tusk appoggia Guaidó: "Europa sostenga forze democratiche" Donald Tusk appoggia Guaidó e lo fa via Twitter: "Spero che tutta l'Europa si unisca a sostegno delle forze democratiche #Venezuela". Il presidente del Consiglio europeo aggiunge che "a differenza di Maduro, l'Assemblea parlamentare, compreso Juan Guaidó ha un mandato democratico da parte dei cittadini venezuelani". Morti negli scontri Almeno otto persone sono morte durante gli scontri nelle proteste anti-governative esplose in Venezuela nelle ultime ore, come hanno confermato all'Efe fonti ufficiali. Tra queste, sei le vittime registrati durante i disordini che si sono sviluppati nelle manifestazioni contro il presidente Maduro, mentre altre due persone sarebbero morte a est di Caracas "in episodi in cui non erano coinvolti funzionari dell'ordine pubblico", sui quali si sta già indagando. Intanto la Ong Foro penal venezolano (Fpv) ha segnalato 43 persone arrestate e "vari feriti" nelle proteste delle ultime 48 ore.

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