L’intesa consentirebbe a Londra di mantenere l’accesso al mercato continentale.
Un altro scoglio nelle trattative tra Londra e Bruxelles sulla Brexit sarebbe stato superato. Il governo di Theresa May avrebbe raggiunto un accordo con i negoziatori della Commissione europea sui servizi finanziari, nonché sullo scambio dei dati, che dovrebbe permettere al Regno Unito di mantenere un accesso al mercato europeo dopo il divorzio. Lo afferma il Times citando fonti dell’esecutivo britannico.
Secondo l’accordo «l’Ue garantirebbe alle aziende britanniche l’accesso ai mercati europei finché la regolamentazione finanziaria del Regno Unito rimarrà ampiamente allineata a quella europea», scrive il giornale secondo cui «significativamente, nessuna delle due parti negherebbe unilateralmente l’accesso al mercato senza prima passare attraverso l’arbitrato indipendente e fornendo un periodo di preavviso significativamente più lungo degli attuali 30 giorni».
Questo accordo significherebbe che l’Ue accetterà che il Regno Unito disponga di regolamenti non uguali ma «equivalenti» a quelli di Bruxelles e che in questo modo gli sia consentito l’accesso al mercato comunitario. Attualmente le banche e gli assicuratori dell’isola godono di un accesso illimitato ai clienti di tutta l’Unione in tutte le attività finanziarie ma questo non potrà naturalmente continuare. L’equivalenza coprirebbe una gamma più limitata di attività ed escluderebbe attività importanti come il credito bancario commerciale. Ma si tratta comunque di un passo importante che rassicura la City e la notizia è stata accolta positivamente dai mercati e la sterlina secondo la Reuters è salita a 1,2904 dollari.
A questo punto rimarrebbe da superare l’altro, e forse ancora più grande ostacolo, per raggiungere finalmente ad un accordo globale, la questione del confine in Irlanda del Nord. Il segretario di Stato alla Brexit, Dominic Raab, un una lettera ai Comuni la scorsa settimana ha spiegato che si tratta ancora di una questione che desta «preoccupazione», assicurando però che «nonostante le nostre differenze non siamo così lontani da un accordo su questo problema. La fine è saldamente in vista».
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