Il costo del denaro di Ankara al 24%, oltre le attese e nonostante le pressioni di Erdogan: la lira rimbalza. Mercati cauti ma rinfrancati dalla volontà degli Usa di tornare a dialogare con la Cina. Bene Wall Street dopo l'inflazione Usa inferiore alle attese. Asta Btp, scende la domanda e tassi in leggero aumento.
MILANO - Ore 15:45. Tornano ad accendersi i riflettori sulla Bce di Mario Draghi, che ha confermato la politica monetariadella Bce e dato una lieve sforbiciata alle stime di crescita, sottolineando che l'economia dell'Eurozona è solida ma i rischi - tra mercati emergenti e protezionismi - stanno crescendo. Milano tratta invariata mentre parla il governatore, Francoforte sale dello 0,6%, Parigi dello 0,5% e Londra lima lo 0,1%. Wall Street parte positiva: il Dow Jones sale dello 0,4% e il Nasdaq lo 0,6%. A spingere i listini c'è l'andamento dell'inflazione americana di agosto, salita dello 0,2% e meno delle stime; gli investitori temevano che un'accelerata eccessiva potesse portare la Fed ad accelerare la stretta monetaria.
Il Tesoro ha intanto piazzato Btp a 3, 7 e 30 anni per il massimo importo prefissato di 7,75 miliardi di euro. Il rendimento medio del triennale ha segnato un lieve rialzo a 1,2% da da 1,1% del collocamento precedente; il tasso del settennale (nuova emissione) è salito a 2,55% da 2,31% e quello del trentennale a 3,55% da 3,42%. Lo spread tra Btp e Bund è risalito fino a quota 259 punti base dopo che l'asta ha evidenziato un calo della domanda rispetto alle aste precedenti. In mattinata il differenziale di rendimento, che ora viaggia attorno ai 257 punti base, si era ridotto a 254 in scia alla smentita del Mef di dimissioni del ministro dell'Economia, Giovanni Tria. L'euro si conferma sopra 1,16 dollari e passa di mano a 1,1630 dollari (1,1624 ieri sera a New York). Lo yen è a quota 129,60.
L'attenzione degli investitori si punta anche su altre riunioni odierne delle Banche centrali. In Turchia, l'istituto centrale ha deciso di alzare il costo del denaro dal (repo a una settimana) dal 17,75% al 24%. Una mossa richiesta dal mercato (che si aspettava di arrivare al 21%) per porre freno all'inflazione e dimostrare indipendenza dal governo di Erdogan, arrivata proprio dopo che il presidente di Ankara era tornato a scagliarsi contro il rialzo dei tassi, chiedendo piuttosto una sforbiciata e generando un immediato contraccolpo sulla lira turca, che in pochi istanti ha perso il 3% sul dollaro. Un movimento rientrato dopo la mossa della Banca centrale, che dopo mesi di delusioni ha superato le aspettative e che ha spinto la divisa locale a salire del 5%. Anche la Banca d'Inghilterra si è riunita, lasciando i tassi invariati allo 0,75%. Intanto i prezzi al consumo in Francia ad agosto sono aumentati dello 0,5% su base mensile e del 2,3% tendenziale ad un livello stabile rispetto a luglio. In Germania l'inflazione è risultata stabile al 2% annuo ad agosto. Negli Usa, oltre all'inflazione si segnala il calo di mille unità delle richieste di disoccupazione, migliore delle attese.
In Asia si è registrata la prima seduta positiva dopo una serie negativa di dieci: Tokyo è salita dello 0,96%, Seul dello 0,14%, Hong Kong avanza dell'1,67%, Shanghai dello 0,71% e Shenzhen dello 0,23% grazie alla volontà degli Usa di avviare un nuovo round negoziale con la Cina, a breve distanza dalla minaccia di nuovi dazi, che ha allontanato i timori di un escalation commerciale. Una mano accolta con favore dal ministero del commercio cinese.
Tra le materie prime l'oro ha trattato poco mosso sui mercati asiatici dopo i netti recuperi della vigilia che hanno riportato il metallo prezioso sopra i 1.200 dollari: il lingotto con consegna immediata passa di mano a 1.204 dollari l'oncia. Petrolio in calo dopo i rialzi degli ultimi giorni: i contratti sul greggio Wti con scadenza ad ottobre cedono 46 centesimi e passano di mano a 69,91 dollari al barile; il Brent perde 43 centesimi a 79,31 dollari.
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