C'è un'Africa che cresce con democrazia e stabilità | Mondo | www.avvenire.it: LA SPERANZA PARTE DA LORO... "Paesi cui guardare con speranza e da prendere a modello di uno sviluppo possibile e condiviso. Ghana, Senegal e Tanzania rappresentano, con le dovute differenze, esempi di crescita che vanno oltre il dato puramente economico e che abbracciano, invece, anche questioni come la buona governance, l’alternanza politica al potere, lo sfruttamento intelligente delle risorse interne, l’intensificarsi dei rapporti sia a livello regionale che extra-africano. «Ghana, Senegal e Tanzania sono tra i Paesi più democratici dell’Africa sub-sahariana, Paesi in cui l’alternanza di governo costituisce la cartina di tornasole di sistemi stabili. In Tanzania il cambiamento si è verificato all’interno di uno stesso partito, negli altri due casi invece abbiamo assistito anche ad alternanze partitiche», fa notare il professore Giovanni Carbone, docente di Politica, istituzioni e sviluppo all’Università di Milano e autore per il Mulino di L’Africa. Gli stati, la politica, i conflitti.
Sono Paesi come questi che riescono sempre più ad attrarre gli investimenti stranieri utili a favorire investimenti cruciali su fronti come le infrastrutture di base, l’agricoltura, le comunicazioni. A livello continentale il boom di investimenti stranieri è evidente: si è passati dai 15 miliardi di dollari del 2002 fino agli 80 miliardi attesi per il 2014. Ma anche quelli intra-africani vanno forte. E il Ghana è tra i Paesi che tirano di più. «Facilitati da un contesto politico e operativo stabile, gli operatori stranieri puntano a cogliere le opportunità di un sistema produttivo e industriale diversificato, che dalla fine del 2011 beneficia anche dell’attività di produzione ed esportazione di idrocarburi», fa notare Frontiers, la guida ai nuovi mercati emergenti diffusa recentemente dal gruppo assicurativo-finanziario Sace.
Il Ghana è stato precursore dell’attuale fase politica del continente, oltre ad essere il primo Paese ad avere ottenuto l’indipendenza nel 1957 e ad aver attuato importanti riforme economiche negli anni Ottanta – aggiunge Carbone –. Qui l’alternanza pacifica, democratica al potere si è andata consolidando come punto cardine per lo sviluppo Paese. Non è un caso se Barack Obama nel 2009 scelse proprio Accra per la sua prima visita da presidente in Africa». La buona governance, fece notare Obama in Ghana, «è l’ingrediente che è mancato in troppi Paesi, per troppo tempo. Questo è il cambiamento che può aprire le porte al potenziale dell’Africa». Il rispetto della legge, l’impegno a non violentare i principi democratici in nome del potere a tutti i costi come elemento indispensabile per raggiungere la prosperità. Su queste basi il Ghana è riuscito a raggiungere lo status di economia a medio reddito, con l’abbattimento dei livelli di povertà e il consolidamento della classe media. Nel 2013 la borsa ghanese è risultata tra le "best performer" al mondo, ma il dato più interessante è forse un altro: ben il 97 per cento dei ghanesi (fonte McKinsey) si aspetta nei prossimi due anni miglioramenti nelle proprie condizioni di vita. "
Sono Paesi come questi che riescono sempre più ad attrarre gli investimenti stranieri utili a favorire investimenti cruciali su fronti come le infrastrutture di base, l’agricoltura, le comunicazioni. A livello continentale il boom di investimenti stranieri è evidente: si è passati dai 15 miliardi di dollari del 2002 fino agli 80 miliardi attesi per il 2014. Ma anche quelli intra-africani vanno forte. E il Ghana è tra i Paesi che tirano di più. «Facilitati da un contesto politico e operativo stabile, gli operatori stranieri puntano a cogliere le opportunità di un sistema produttivo e industriale diversificato, che dalla fine del 2011 beneficia anche dell’attività di produzione ed esportazione di idrocarburi», fa notare Frontiers, la guida ai nuovi mercati emergenti diffusa recentemente dal gruppo assicurativo-finanziario Sace.
Il Ghana è stato precursore dell’attuale fase politica del continente, oltre ad essere il primo Paese ad avere ottenuto l’indipendenza nel 1957 e ad aver attuato importanti riforme economiche negli anni Ottanta – aggiunge Carbone –. Qui l’alternanza pacifica, democratica al potere si è andata consolidando come punto cardine per lo sviluppo Paese. Non è un caso se Barack Obama nel 2009 scelse proprio Accra per la sua prima visita da presidente in Africa». La buona governance, fece notare Obama in Ghana, «è l’ingrediente che è mancato in troppi Paesi, per troppo tempo. Questo è il cambiamento che può aprire le porte al potenziale dell’Africa». Il rispetto della legge, l’impegno a non violentare i principi democratici in nome del potere a tutti i costi come elemento indispensabile per raggiungere la prosperità. Su queste basi il Ghana è riuscito a raggiungere lo status di economia a medio reddito, con l’abbattimento dei livelli di povertà e il consolidamento della classe media. Nel 2013 la borsa ghanese è risultata tra le "best performer" al mondo, ma il dato più interessante è forse un altro: ben il 97 per cento dei ghanesi (fonte McKinsey) si aspetta nei prossimi due anni miglioramenti nelle proprie condizioni di vita. "
'via Blog this'
Nessun commento:
Posta un commento