@ - A proposito degli aiuti umanitari per la Striscia di Gaza, la comunità internazionale era tenuta a manifestare, nei modi giusti, una pretesa legittima e ad adempiere, nei modi dovuti, a un dovere imprescindibile. Non ha fatto né una cosa né l’altra.
Anziché reclamare che Israele non ponesse ostacoli ingiustificati all’ingresso degli aiuti, o che ponesse rimedio a eventuali ritardi e insufficienze delle forniture, la comunità internazionale ha raccontato per 19 mesi che Israele affamava la popolazione di Gaza, che Israele ne aveva programmato lo sterminio per fame, che Israele aveva ridotto Gaza in carestia.
In 19 mesi non c’è stato un morto per stenti a Gaza
Durante un periodo di 19 mesi in cui – grazie a Dio, anzi grazie a Israele che lo ha evitato – non c’è stato un solo morto per stenti a Gaza, la comunità internazionale ha senza sosta propalato la menzogna – rigonfia di numeri e dati falsi – secondo cui a Gaza era in corso, o era imminente, una catastrofe umanitaria da migliaia di morti per fame alla settimana. Sino (e siamo a qualche giorno fa) alla bufala di altezze himalaiane secondo cui 14mila bambini sarebbero morti di fame nel giro di 48 ore, una fake news strepitosa che i mezzi di informazione hanno continuato a divulgare nonostante l’inevitabile smentita.
Gli aiuti sequestrati da Hamas
C’è poi l’altro fronte, quello dei doveri cui la comunità internazionale si è sistematicamente sottratta nel trattamento di questo dossier effettivamente delicatissimo, e così implicante per le sensibilità umanitarie di ciascuno. A fronte della documentata, plateale, reiterata e impunita pratica in cui si sono esercitati i predoni di Gaza sequestrando i convogli degli aiuti, per usarli in proprio e per rivenderli a strozzo alla popolazione civile, la comunità internazionale non solo è rimasta a guardare, ma ha preteso che quell’andazzo continuasse senza che Israele potesse assumere qualsiasi iniziativa per porvi rimedio. A cominciare dall’esautoramento delle agenzie dell’Onu di cui si vagheggiava l’insostituibilità mentre erano acquiescenti – se non complici – in quel quadro di sistematica predazione.
Su quel doppio confine, dunque, la cosiddetta comunità internazionale ha dolosamente e criminalmente interferito nella situazione umanitaria di Gaza, imputando a Israele inesistenti programmi genocidiari e omettendo di denunciare i crimini delle dirigenze terroristiche palestinesi che, nell’inerzia o con la connivenza delle Nazioni Unite, usavano quegli aiuti per approvvigionare sé stesse e per trarne profitto ai danni della popolazione civile.
Errori anche gravi, o persino illeciti, che possano essere stati commessi da Israele in occasione di questa o quella scelta esecutiva a proposito degli aiuti non hanno nulla a che fare con la menzogna dello sterminio per fame, diventata verità ufficiale in forza di quell’inesausta propaganda. Un’operazione di contraffazione della verità tanto più grave, appunto, perché si accoppiava all’assoluta mancanza di qualsiasi denuncia circa il metodico sequestro a fini di arricchimento, in danno dei civili, che i miliziani della Striscia facevano di quegli aiuti.
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