mercoledì 28 maggio 2025

Il capolavoro strategico di Hamas: mentre fingeva di voler liberare Gaza ne progettava la distruzione

 @ - Cosa succede? Come mai l’alleanza atlantica scopre solo ora che in Medio Oriente c’è una guerra orrenda e senza sbocchi? Le stragi di Gaza smuovono le coscienze, ed è un bene. La destra al governo di Tel Aviv ha superato ogni limite, ed è un dato oggettivo.

ostaggi hamas

Ma nell’era del pensiero sepolto dall’emozione, i crimini di guerra di Netanyahu confermano la prodigiosa capacità dell’Occidente di dimenticare la genesi dei drammi che piange. 

Oggi, quella tragedia si chiama Gaza. Ma la strage permanente è esattamente la strategia di Hamas. È ciò che i capi del terrorismo palestinese hanno progettato a tavolino, con il calcolo del sangue e del sacrificio della loro gente. Ernesto Galli della Loggia, mentre dipinge la guerra israeliana come un drammatico Vietnam mediorientale, ricorda che dopo il 7 ottobre Israele fu lasciata sola, di fronte ad una guerra che Hamas avrebbe potuto non far iniziare, così come potrebbe interromperla in ogni momento. I terroristi hanno sterminato all’improvviso gente inerme con il mandato iraniano e l’appoggio yemenita. Non hanno mai voluto nessun tavolo vero di tregua o di pace. I bollettini serali di morti civili ricordano quelli del Covid, solo che per Hamas erano e sono un solidissimo credito verso il resto del mondo, un’arma politica micidiale. E serviva anche la tragedia umanitaria: quindi, Hamas ha lasciato che la gente morisse di fame e di stenti, bloccando ogni aiuto che non passasse da loro. E questo nell’inerzia dell’Onu.

Un attimo dal chiudere gli occhi
Da qui comincia il brusco capovolgersi delle nostre reazioni. In silenzio contemplativo per un anno e mezzo, ora scopriamo l’orrore. Ma ci vuole un attimo dal chiudere gli occhi sulle bombe israeliane a chiudere gli occhi sul fatto che quegli ospedali e quelle scuole erano basi militari per scelta di Hamas. Un attimo dal chiudere gli occhi sull’escalation israeliana a chiuderli sull’antisemitismo, che oggi impedisce agli ebrei europei persino di parlare o di mangiare in un ristorante. Un attimo dal chiudere gli occhi sui falchi israeliani al chiuderli sul fatto che oggi a Tel Aviv c’è gente in piazza mentre a Gaza gli oppositori vengono torturati e uccisi. Un attimo. Per un Occidente che rinuncia alla politica e balbetta condanne, il 7 ottobre 2023 è già sparito. Era la notte in cui il vicino terrorista irrompeva in un rave di ragazzi, massacrava intere famiglie nelle loro case, sgozzava bambini, stuprava donne e deportava centinaia di cittadini. Ed era soprattutto il primo atto di un disegno teso a conquistare il palcoscenico mondiale, e fermare gli accordi degli arabi con Israele e gli occidentali.

Il capolavoro strategico
Il massacro, e poi ogni possibile azione per rendere più cruenta la reazione. Un vero capolavoro strategico: fingere di volere la liberazione di Gaza, mentre se ne progetta la distruzione. Per questo Hamas ha nascosto le armi nelle scuole, nei tunnel sotto gli ospedali, tra i palazzi residenziali. Ha trasformato i bambini in scudi, e i civili in ostaggi. L’obiettivo era l’odio verso Israele, alimentato dai crimini di un leone ferito ormai in balia dei suoi estremisti. Era staccarla dagli occidentali e dagli arabi. Rendere pericoloso anche il solo essere ebrei. Obiettivo raggiunto.

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