giovedì 13 febbraio 2025

Niente Nato e concessioni territoriali, il piano Usa: Kiev deve rinunciare all’adesione e ai confini pre 2014

@Sgomberare il campo da tutto ciò che è «irrealistico», dall’adesione dell’Ucraina alla Nato al ritorno ai confini pre-2014.


Parte da qui il piano di Donald Trump per negoziare la fine della guerra in Ucraina, alla vigilia dei tre anni dall’inizio della «Operazione militare speciale», lanciata da Vladimir Putin puntando a Kiev. Ed è il nuovo capo del Pentagono, Pete Hegseth, ad esplicitarlo a chiare lettere aprendo la riunione del gruppo di contatto sull'Ucraina a Bruxelles, poco prima che il mondo venisse informato del colloquio fra Trump e Putin per l’inizio «dei negoziati dei rispettivi team».

Il dado sembra adesso tratto, dopo settimane di avvicinamenti e messaggi a distanza tra Washington e Mosca, passando per Kiev, con il piano americano che è stato intanto limato, o asciugato rispetto alla ridda di voci e moltitudine di dichiarazioni che lo hanno accompagnato da prima ancora che Trump tornasse alla Casa Bianca. Le linee guida, allora, le riferisce Hegseth ai partner segnando così la sua prima uscita internazionale di rilievo. Intanto l’adesione dell’Ucraina alla Nato non è un risultato «realistico» in vista di un accordo di pace con la Russia, ha affermato, così come «irrealistico» viene definito dal capo della Difesa Usa il ritorno per l’Ucraina ai confini precedenti al 2014: «Siamo ad un momento critico della guerra, il conflitto deve finire. Vogliamo un’Ucraina sovrana e prospera, ma riportarla ai confini precedenti al 2014 è irrealistico», ha insistito.

"Inseguire questo obiettivo illusorio non farà altro che prolungare la guerra e causare più sofferenza", ha aggiunto. "Una pace duratura per l’Ucraina deve includere solide garanzie di sicurezza per fare in modo che la guerra non ricominci" e il ritorno allo status territoriale precedente al 2014 lo escluderebbe.

Hegseth ha poi sottolineato che «questa non deve essere una Minsk 3.0». Servono «robuste garanzie di sicurezza» per scongiurare un’altra guerra, sostenute da truppe europee e non europee. Truppe che, se schierate come peacekeeper, non devono essere sotto l’ombrello di una missione Nato, rimanendo escluse dall’articolo 5.

Per concludere, e «per essere chiari», ha quindi rimarcato il capo del Pentagono, «come parte di qualsiasi garanzia di sicurezza, non ci saranno truppe statunitensi in Ucraina».

Poi l’invito all’Europa a fare la sua parte, come prima cosa attrezzandosi sul piano energetico. «Per consentire ulteriormente una diplomazia efficace e abbassare i prezzi dell’energia che finanziano la macchina da guerra russa, il presidente Trump sta scatenando la produzione energetica americana e incoraggiando altre nazioni a fare lo stesso. Prezzi dell’energia più bassi, uniti a un’applicazione più efficace delle sanzioni energetiche, aiuteranno a portare la Russia al tavolo», ha rimarcato il capo del Pentagono.

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