venerdì 28 febbraio 2025

Macron guerrafondaio senza i nostri soldati

@ - Non comprendo come e da chi dovrebbero essere composte queste milizie e ancora meno capisco come certi leader europei possano vagliare questa eventualità senza prima confrontarsi.


Gentile Direttore Feltri,
che cosa ne pensa dell'idea di inviare truppe in Ucraina proprio ora che siamo in una delicatissima quanto decisiva fase di negoziazione della pace? Io non la comprendo questa proposta bislacca, non trovo sia scelta conveniente.
Giorgio Chirico

Caro Giorgio,
avevo già condannato categoricamente la proposta, avanzata mesi addietro da Macron, di spedire soldati degli Stati membri dell'Unione Europea a combattere in Ucraina contro la Russia. Peraltro si tratta di non meglio specificate truppe, dal momento che non esiste un esercito europeo, dunque non comprendo come e da chi dovrebbero essere composte queste milizie e ancora meno capisco come certi leader europei possano vagliare questa eventualità senza prima confrontarsi con tutti gli altri Stati che quei soldati dovrebbero fornire. Non sussiste in Europa un direttorio militare di Francia e Gran Bretagna, a meno che non sia stato creato questa notte a nostra insaputa.

In ogni modo, tale atto, ovvero la spedizione di individui in tuta mimetica e anfibi, avrebbe implicato un nostro coinvolgimento diretto nella guerra e trasformato così, in un baleno, il conflitto in corso in uno scontro globale tra potenze nucleari. I rischi? Ebbene, sono facili da immaginare: bombardamenti immediati, minaccia atomica, stato di guerra, morti, e qui mi fermo, rimettendomi all'immaginazione del lettore.

Mi sono domandato come un capo di Stato possa con tanta leggerezza ipotizzare, contemplare e proporre una simile opzione senza valutarne le ripercussioni perniciose. Ma ancora di più desta sconcerto che tale ipotesi venga rimessa sul tavolo, proprio ora, in una fase in cui, dopo tre anni di vittime, perdite, distruzione, finalmente vediamo in lontananza il miraggio della pace e se ne parla tutti i dì e giorno dopo giorno essa pare più vicina. Soltanto un pazzo può pensare che mandare i nostri militari in Ucraina agevoli il negoziato o la tregua. Mi stupisce anche l'invio da parte dell'Occidente di aiuti militari in codeste circostanze. Forse avremmo dovuto sospenderlo, dimostrando la nostra volontà di collaborare per la composizione e la cessazione delle ostilità.

Tutto ciò che i capi di Stato europei stanno compiendo dice che l'Europa non sa cosa fare, dimostrando impreparazione, incoerenza, non lungimiranza e una diffusa mediocrità della sua classe politica. Vogliamo la pace? Sì. E pensiamo davvero di poterla favorire recapitando uomini armati? Non prendiamoci in giro, suvvia. La premier Giorgia Meloni, così come il ministro degli Esteri Antonio Tajani e quello della Difesa Guido Crosetto, il quale ha affermato che «i contingenti non si inviano come fossero fax, soprattutto quelli di altre Nazioni», hanno scartato la possibilità, ritenuta inopportuna, che si segua questa linea, voluta fortemente da Francia e Regno Unito che pretendono di parlare e di potere decidere a nome di chiunque, anche dell'Italia, tanto più, come ho specificato, in questa situazione nella quale sono in corso incontri al vertice tra Usa e parti interessate e coinvolte ai fini della risoluzione. Dello stesso avviso il leader della Lega Matteo Salvini. Dunque c'è assoluta certezza, caro amico, che i nostri soldati non vengano mandati a crepare in una guerra folle contro la Russia. Il governo italiano ha posto un deciso e chiaro «stop». Un no categorico. Fondato anche su questioni di ordine giuridico, che ha fatto presenti il ministro Crosetto: una tale scelta non può essere compiuta scavalcando le aule in cui è rappresentato il popolo sovrano.

Non è stata rigettata l'ipotesi che vengano inviati, a trattative di pace avanzate e su decisione non unilaterale, ma di tutte le parti, rinforzi militari sotto l'egida dell'Onu, come è già accaduto altrove, ovvero in altri contesti, nell'ambito di una missione di pace. Il che è molto diverso dall'invio di soldati europei contro la Russia, così come auspicato dal presidente francese, il guerrafondaio.

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