@ - Una tecnologia talmente preziosa nelle mani della Nato, da indurre Mosca a stabilire una taglia per potersene appropriare: si tratta del robot da combattimento THeMIS, donato dalla Nato alle forze di Kiev per irrobustire la propria difesa.
Mosca cattura il robot da guerra Nato "THeMIS": gli dava la caccia da 2 anni
© Fornito da Il Giornale
Quindici esemplari di questo robot erano stati forniti a febbraio all'Ucraina, secondo quanto dichiarato dall'azienda l'11 gennaio scorso, al fine di poterlo utilizzare nelle missioni di sminamento e di trasporto merci. L'azienda produttrice ha consegnato per la prima volta questi veicoli terrestri senza pilota per l'evacuazione delle vittime il trasporto di materiale in Ucraina nel settembre 2022, attraverso un ente di beneficenza ucraino. Dalla metà del settembre 2022, il veicolo è stato utilizzato attivamente dall'esercito durante la guerra.
All'inizio del mese scorso, poi, alcuni canali Telegram russi-il paradiso dei milblog di Mosca- avevano cominciato a diffondere le immagini di quello che sarebbe parso un esemplare di THeMIS. Prodotto dalla Milrem robotics (sede estone e proprietà emiratina), questo esemplare "valeva" una taglia da un milione di rubli fino allo scorso anno (ovvero, 11mila dollari). Nel febbraio di quest'anno la posta è stata alzata: catturare un esemplare di questo robot varrebbe ben due milioni di rubli (circa 22mila dollari).
Cos'è il robot THeMIS
Si tratta di un veicolo terrestre senza pilota multiruolo (UGV) destinato a ridurre il numero di truppe sul campo di battaglia. La sua architettura aperta consente di configurarlo rapidamente da una funzione di trasporto a un'arma, allo smaltimento di ordigni o al supporto di operazioni di intelligence in base alla natura della missione. Questo prototipo è stato acquistato da 16 paesi, 8 dei quali membri della Nato fra cui Estonia, Francia, Germania, Paesi Bassi, Norvegia, Spagna, Regno Unito e Stati Uniti. Testato operativamente durante numerose esercitazioni e esperimenti, è stato utilizzato nella missione antinsurrezione ("Operazione Barkhane") in Mali.
Si tratta sostanzialmente di un drone cingolato telecomandato con carico utile di 750 kg che si muove utilizzando una propulsione ibrida. Il modulo di guida e controllo si trova sui lati del veicolo, fra i quali è presente una piattaforma per il trasporto merci, attrezzature speciali o armi. Il drone può funzionare fino a 10 ore, di cui circa 90 minuti in modalità silenzioso, ovvero utilizzando solo la trazione elettrica. La velocità massima è di circa 35 km/h e l'autonomia dipende dalle condizioni del terreno. Il trasporto di rifornimenti ed equipaggiamento in combattimento è spesso difficile per le unità. A causa delle limitazioni fisiche dei soldati, il peso dell'equipaggiamento aggiuntivo e delle armi pesanti spesso limita ciò che i militari possono portare in battaglia. Lo scopo di questo robot è ridurre il carico dei soldati e fornire un mezzo per trasportare e utilizzare equipaggiamento e potenza di fuoco extra. Questo tipo di cargo aumenta, infatti, la mobilità delle unità, rendendole più veloci contro l'avversario.
Quali sono i rischi dopo la "cattura" del robot
Ora Mosca avrebbe messo le mani su questo tipo di tecnologia, l'incubo per qualsiasi avversario in qualsiasi tipo di guerra: il nemico che si appropria di risorse altrui per studiarle, copiarle o modificarle. Esperti e tecnici sostengono che la tecnologia di questo robot non sia particolarmente sensibile ma questo comunque non tiene la Nato al riparo da rischi. Avere questo robot nelle mani degli ingegneri di Mosca potrebbe offrire alla Russia idee o soluzioni alternative sul design di strumenti di warfare, soprattutto per quanto riguarda l'accesso a certi sensori e alle tecnologie di comunicazione e crittografie che sono utilizzate in questi esemplari.
Nella migliore delle ipotesi, qualora gli esperti russi non dovessero riuscire a penetrare nei segreti più intimi del robot, potrebbero comunque riuscire a sviluppare una serie di contromisure tecnologiche per migliorare i propri sistemi. A questo si affianca il più tradizionale dei rischi, ovvero, nel caso in cui nei sistemi di memoria del veicolo siano presenti informazioni sensibili, queste potrebbero potenzialmente essere utilizzate per scovare le posizioni degli operatori ucraini.
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