@ - L'Unione europea approva il nuovo piano dell'Italia: 66 riforme e 150 investimenti. Ci sono voluti quattro mesi e circa 150 riunioni ma alla fine il fatidico sì è arrivato: la Commissione ha dato luce verde al nuovo Piano nazionale di Ripresa e Resilienza, il Pnrr. Lo scorso 7 agosto l'Italia aveva presentato il testo, inclusivo del capitolo RePower, con l'obiettivo di una profonda revisione al Pnrr targato Mario Draghi.
Pnrr, l'Ue approva il nuovo piano dell'Italia. Clima, alloggi studenti, ferrovie e superbonus: tutti gli investimenti© Redazione
Il lavoro congiunto con la task force europea ha poi ulteriormente modificato il Piano. In totale, sono 145 le misure nuove o riviste. I miliardi che complessivamente arriveranno a Roma se tutti i target saranno raggiunti sono 194,4, tre in più rispetto al passato.
Cosa ne pensa il Governo
«Il governo può mettere a disposizione della crescita economica 21 miliardi di euro, è come una seconda manovra», ha esultato Giorgia Meloni. L'Italia aveva proposto un capitolo Repower da 19 miliardi. Di questi, 2,75 arrivano dalle ulteriori sovvenzioni accordate da Bruxelles, il resto da fondi reindirizzati dai altri paragrafi del vecchio Piano. L'Ue ha dato il via libera a un RePower più snello, consapevole della difficile coesistenza tra gli obiettivi del Pnrr e la tassativa deadline del 2026.
In ogni caso, il Repower italiano è il secondo più corposo dei Paesi europei dopo quello della Polonia. E, complessivamente, «il Pnrr ha mantenuto intatte le sue ambizioni», è stata la valutazione della Commissione.
Le prossime tappe
Il suo via libera dà al Consiglio Ue un mese per la ratifica finale. Salvo colpi di scena la vidimazione, per l'Italia e una decina di altri Paesi, arriverà in occasione dell'Ecofin dell'8 dicembre.
Cosa prevede il nuovo Pnrr targato Meloni
Il governo Meloni ha profondamento rivisto i target del vecchio piano in quattro settori: i piani urbani di rigenerazione o integrati, il superbonus, i servizi per i bambini, le reti ferroviarie, la riduzione del rischio idrogeologico. Escono invece potenziati gli investimenti per le infrastrutture idriche, gli alloggi per studenti, la formazione e le politiche del lavoro. In totale le riforme sono 66, gli investimenti 150.
La revisione, poi, punta a «rafforzare le riforme chiave in settori quali la giustizia, gli appalti pubblici e il diritto della concorrenza».
Le parole del ministro Fitto
Ad illustrare le priorità del Piano è stato l'uomo che ha tessuto le fila tra Roma e Bruxelles, Raffaele Fitto. Il ministro per gli Affari Ue, la Coesione, il Sud e il Pnrr ha escluso definanziamenti delle opere, ha confermato che la quarta rata da 16,5 miliardi è in arrivo e ha anche assicurato che la richiesta della quinta tranche da parte dell'Italia arriverà entro l'anno, nei tempi previsti. Una volta concluso l'iter a Bruxelles un decreto legge ad hoc tradurrà in norme le novità introdotte nel nuovo Pnrr.
L'articolo 21 del Regolamento Recovery
Tutto ciò è stato possibile grazie all'articolo 21 del Regolamento Recovery, ovvero le cosiddette circostanze oggettive: dal caro energia alla mancanza di forniture causa guerra, fino ai nubifragi che hanno segnato l'Italia degli ultimi mesi. Ma Bruxelles ci ha voluto vedere comunque chiaro, intervenendo a testo ancora aperto anche per tutelare l'Italia da eventuali e clamorose bocciature. «La Commissione è stata un pò rigida ma anche aperta alla possibilità che le risorse siano spese nel migliore dei modi», ha spiegato Meloni senza risparmiare una frecciata al governo precedente: «alcuni progetti erano irrealizzabili».
Nel dettaglio
Il nuovo Pnrr italiano è complesso almeno quanto il precedente e vale anche di più: 194,4 miliardi rispetto ai 191,5 previsti all'inizio dall'Ue. L'Italia ha ottenuto un supplemento di sovvenzioni pari a 2,75 miliardi per il RepowerEu e 144 milioni in più, sempre in sovvenzioni, per il ricalcolo della quota da destinare a Roma alla luce dell'andamento del Pil. Il capitolo energetico approvato dalla Commissione vale invece 11,17 miliardi. Alla quota di sovvenzioni vanno aggiunti 8,4 miliardi reindirizzati dal Pnrr del governo Draghi proprio al Repower.
Le cifre chiave
Le misure nuove o riviste che hanno incassato la luce verde della Commissione sono 145. Di queste oltre cento sono state modificate sulla base delle cosiddette circostanze oggettive ex articolo 21. Il 39% dei fondi del Pnrr è destinato alla transizione ecologica, il 25,6 a quella digitale. Quattro sono le misure che il governo ha rimosso rispetto al piano precedente mantenendo tuttavia la stessa ambizione nella complessità dei progetti.
Nel capitolo Repower ci sono 5 nuove riforme (dalla riduzione delle sovvenzioni dannose per il clima a lo sviluppo delle rinnovabili) e 12 nuovi investimenti, che includono anche un maggiore riciclo e reperimento delle materie critiche.
Le nuove priorità
Il testo presentato ad agosto e approvato da Palazzo Berlaymont, rispetto a quello draghiano, presenta una maggiore attenzione agli investimenti nel comparto idrico, nella formazione, nelle politiche attive del lavoro. Viene mantenuto (con più garanzie per i meritevoli) l'obiettivo dei 60 mila alloggi in più per gli studenti. Ne escono ridotti invece i Piani di rigenerazione urbana (da 3,3 miliardi a 2) e i Piani urbani integrati (da 2,5 miliardi a 900 milioni).
In chiave green è cambiata anche la parte che prevedeva la messa a terra di semi: al loro posto saranno piantati direttamente alberi già cresciuti; in totale non saranno più 6,6 milioni ma 4,5. La prevenzione dei rischi idrogeologici, la costruzione di nuove reti ferroviarie e il superbonus (con il taglio del sismabonus) sono altre due aree che hanno subito un restyling con il nuovo documento.
Dove si concentrano i nuovi investimenti
Sono 12,4 i miliardi che nel nuovo Piano andranno alle imprese. A guidare è la Transizione 5.0, che incasserà 6,3 miliardi con lo strumento del credito di imposta. Corposo anche lo stanziamento di fondi per le imprese attive nel settore delle rinnovabili. Circa 1,2 miliardi saranno destinato alla ricostruzione di Emilia-Romagna, Toscana e Marche, dopo i nubifragi di quest'anno. Sono oltre 5, invece, i miliardi che confluiranno nel settore delle reti e infrastrutture: dalle reti elettriche e del gas all'acquisto - per oltre un miliardo - di nuovi treni a emissioni ridotte. Alle politiche del lavoro il governo, rispetto al Piano precedente, ha destinato un miliardo in più, 618 sono i milioni dedicati alle politiche giovanili.
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