@ - Buongiorno a tutti e ben tornati su Europa24! Oggi parliamo dei riflessi europei del colpo di Stato in Niger, di vincitori e vinti della rivoluzione demografica globale e di come il cambio di rotta delle politiche Bce possa alimentare l’incertezza sui mercati.
Proteste anti-francesi a Niamey (Afp)
Il golpe in Niger e il flop delle missioni europee
Lo si legge da giorni: il Niger era uno degli ultimi «bastioni» di sicurezza nel Sahel, la regione subshariana degenerata nell’epicentro globale del jihadismo. È inevitabile che la sua discesa nel caos, con il golpe dello scorso 26 luglio, inneschi più di un interrogativo sul futuro stesso dell’area, oltre al naufragio delle missioni occidentali che avevano investito - lettaralmente - miliardi per promuoverne la stabilità.
La domanda è scomoda soprattutto per la Francia, schierata con un contingente di 1.500 uomini in un contesto sempre più ostile. I golpisti hanno sospeso gli accordi di cooperazione militare con Parigi, prefigurando un’uscita di scena dei francesi che seguirebbe quelle dopo iniziate dopo colpi di Stato in Mali e Burkina Faso. Ma la portata della «catastrofe», come è stata definita, riguarda tutti i partner europei e può spianare la strada all’avanzata di altri interlocutori.
A cominciare dalla Russia, sempre più decisa nell’espansione di influenze e accordi militari a sud del Sahara. Da qui gli appelli delle istituzioni Ue a favore di Bazoum e del ripristino dell’ordine costituzionale, ribaditi fin dai primi sussulti del golpe dall’Alto rappresentante per la politica estera Josep Borrell.
I moniti di Bruxelles sono caduti nel vuoto, come tutti gli altri, mentre la tensione fra il Niger e gli ex partner africani cresce fino al rischio sempre più ravvicinato di un conflitto. Il nodo potrebbe sciogliersi oggi, con la scadenza dell’ultimatum fissato una settimana dalla comunità delle economie dell’Africa occidentale (Ecowas). Le alternative offerte erano fra il dietrofront dei golpisti o un ricorso «possibile» alla forza, reinsediando Bazoum con un intervento militare. Se non è chiaro dove si vada, lo sono già di più i campi.
Parigi e la Ue, per bocca dello stesso Borrel, si sono schierati «con gli sforzi» dell’Ecowas e in sostegno del ritorno al potere di un leader gradito ai vertici europei. La giunta nigerina respinge le «ingerenze» occidentali e si prepara all’ipotesi di un attacco, dopo aver incassato il sostegno dei governi militari di Mali e Burkina Faso.
Fonti citate dai media internazionale parlano anche di contatti fra i militari ora al potere a Niamey e i contractors russi della compagnia militare privata Wagner. Era lo scenario che Bruxelles e Parigi avrebbero voluto evitare. Rischiano di averlo favorito.
Chi saranno i vincitori e i vinti della rivoluzione demografica mondiale
La demografia può alterare gli equilibri economici globali: scivolano verso il declino Europa e Cina, appesantite dell'invecchiamento della popolazione; avanzano India e Africa, sulla spinta di una popolazione giovane e pronta al lavoro.
«Il quadro demografico d'insieme è quello di un declino della natalità nei Paesi più ricchi. La popolazione invecchia e la forza lavoro non cresce o comincia a ridursi, una tendenza che ha quale probabile conseguenza il rallentamento della crescita economica. I giovani sono portatori di innovazione e cambiamento», dice Giovanni Peri, docente di Economia e direttore del Global Migration Center alla University of California, Davis. Lo Scenario di Marco Valsania e Luca Veronese.
Come la nuova strategia Bce può creare incertezza
Tutto dipenderà dai dati in arrivo. La politica monetaria della Bce ha cambiato da tempo strategia: dalla forward guidance, fonte di indicazioni relativamente precise a tutti gli operatori economici, si è passati a un approccio sia più pragmatico che discrezionale. Con il rischio di alimentare non solo l'incertezza, ma anche le incomprensioni sui mercati finanziari.
A proposito di banche centrali. Nessuna sorpresa da Londra, dove la Banca d'Inghilterra ha rispettato le previsioni di mercato, annunciando oggi un aumento di un quarto di punto, il quattordicesimo rialzo consecutivo, che porta i tassi d’interesse al 5,25%, il massimo dal 2008. . Il servizio di Nicol Degli Innocenti.
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