@ - Se mai dovesse scoppiare una terza guerra mondiale, Vladimir Putin potrebbe contare su un blocco di Paesi che rappresenta il 40% della popolazione mondiale: alla Nato però resterebbe la palma del Pil.
Se il conflitto in Ucraina dovesse tragicamente allargarsi fino a diventare una terza guerra mondiale, quali sarebbero i Paesi che andrebbero a formare i due fronti contrapposti? Una domanda questa tristemente d’attualità vista la crisi in atto nel Baltico.
Purtroppo non si tratta di allarmismo o di sensazionalismo, tanto che sulla Stampa una grande penna del giornalismo nostrano che risponde al nome di Domenico Quirico, ha parlato di Kaliningrad come il “pretesto perfetto per una guerra totale”, definendo l’exclave russo la “nuova Danzica”.
Del resto dallo scorso 24 febbraio l’Occidente cammina lungo il sottile filo che ci separa dal baratro di una terza guerra mondiale, con le trattative diplomatiche ormai finite nel dimenticatoio e una preoccupante tensione internazionale che non risparmia anche il Pacifico, dove Cina e Stati Uniti sono tornati a minacciarsi per la questione Taiwan.
Con l’incubo nucleare nelle vesti di un apocalittico convitato di pietra ogni volta che in questi mesi uno dei leader mondiali ha evocato lo spettro di una terza guerra mondiale, questo fragile equilibrio sembrerebbe essere in ogni momento sul punto di andare in frantumi da quando la Russia quattro mesi fa ha invaso l’Ucraina.
In questo scenario, mentre la Nato si appresta a riunirsi a Madrid per mettere a punto il suo piano per i prossimi mesi, Vladimir Putin ha rispolverato il vertice Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) riunendo in videoconferenza gli altri quattro grandi Paesi che non seguono la linea dettata dall’Occidente.
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Nella malaugurata ipotesi dello scoppio di una terza guerra mondiale, a fianco dell’Ucraina ca va sans dire ci sarebbe la Nato: 40 paesi che comprendono la quasi totalità dell’Europa, Turchia inclusa, oltre a Stati Uniti e Canada. Come noto, di recente hanno fatto domanda di adesione anche Finlandia e Svezia.
Chi da tempo ha chiesto “aiuto” all’Occidente è la Moldavia, mentre in Oriente l’Alleanza atlantica può contare sugli ottimi rapporti con Giappone, Corea del Sud e Taiwan. In merito alla guerra in Ucraina finora più caute sono state le posizioni di storici alleati di Washington come Israele e Arabia Saudita, due Paesi che in questi quattro mesi non hanno imposto sanzioni contro la Russia.
Stando a una analisi fatta da Ispi, al momento soltanto il 19% del totale dei Paesi al mondo ha applicato delle sanzioni nei confronti di Mosca da quando è iniziata la guerra in Ucraina. Una parte minoritaria che però rappresenta il 59% del Pil globale.
Sull’altro fronte come detto Vladimir Putin di recente ha riunito in un vertice Cina, Brasile, India e Sudafrica. Questo naturalmente non vuol dire che i Paesi in questione sarebbero disposti a scendere in campo al fianco della Russia in caso di una terza guerra mondiale, però i loro buoni rapporti con il Cremlino sono cosa nota.
Anche Bielorussia, Corea del Nord e Siria sono storici alleati dei russi, senza contare i vari Paesi del Centro e Sud America come Venezuela e Cuba e quelli africani che negli ultimi anni si sono legati a doppio filo con Mosca.
Soltanto gli Stati che compongono Brics rappresentano il 41% della popolazione mondiale, con la percentuale che aumenta di molto se consideriamo anche tutti gli altri governi non ostili a Vladimir Putin.
Se tutti questi attori dovessero scendere in campo, una terza guerra mondiale sarebbe devastante per il genere umano anche senza l’utilizzo di armi nucleari. Nonostante il possibile scenario catastrofico, ogni tavolo di pace che è stato proposto ormai è ricoperto di polvere.
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