sabato 26 febbraio 2022

Pnrr, il "gran rifiuto" dei tecnici vincitori del concorso. Contratti precari e stipendi bassi: meglio il privato

@ - Sta diventando difficile coprire i cinquecento posti banditi per aiutare le amministrazioni centrali nel monitoraggio sull'attuazione del Recovery fund. Tra le ragioni spiegate dal ministro Franco, anche le difficoltà di trovare una casa adeguata nella Capitale.

La difficoltà a trovare una casa adeguata a Roma, il contratto a termine e non indeterminato, la tentazione di andarsene nel privato a guadagnare di più. Ecco le ragioni che hanno fatto 'scappare' più di cento vincitori di un concorso ministeriale legato al Pnrr. 

Le spiega il ministro dell'Economia, Daniele Franco, nella relazione presentata mercoledì in Parlamento, nel corso di un'audizione sul Piano nazionale di ripresa e resilienza. C'erano da coprire 500 posti, la graduatoria è stata chiusa a fine novembre, ma finora hanno risposto all'appello in 383: le "defezioni", racconta Franco, sono state tantissime. Ecco perché, secondo il ministro dell'Economia, per il futuro bisognerà "rendere più attrattive queste posizioni", anche con stipendi più alti. Ed è del tutto concorde il ministro della Pa, Renato Brunetta, che prevede nei prossimi cinque anni oltre un milione di posti legati alle esigenze del Pnrr.

La realizzazione del piano fa fioccare le assunzioni nella pubblica amministrazione. Lo scorso anno si sono tenuti tre grandi concorsi. Il primo è servito ad avviare il reclutamento, con contratto a termine, di un "contingente" di almeno 16.500 addetti all'ufficio del processo, per smaltire l'arretrato: i primi 8.171 sono già stati assunti, gli altri verranno arruolati nei prossimi mesi. Non solo. Attraverso il nuovo Portale di reclutamento InPA (il Linkedin della Pa, lo ha definito Brunetta), sono stati scelti mille esperti per la revisione e semplificazione delle procedure nelle amministrazioni regionali e locali. Sono ingegneri, architetti, geologi, biologi, "anche attratti da compensi che sono in linea con quelli del mercato privato". Costo: 320,3 milioni. Stipendio fino a 100mila euro. Risultato: "Quasi tutti i contratti sono stati stipulati e il personale è già operativo in diverse regioni", dall'Abruzzo alla Toscana.

Diverso il discorso per i 500 funzionari reclutati a Roma per aiutare le amministrazioni centrali nel monitoraggio, la rendicontazione e il controllo dell'attuazione del Pnrr. La selezione è stata veloce, anche perché svolta con modalità semplificate: bando ad agosto con 34mila candidati, graduatoria a novembre, firma dei contratti da dicembre, poi una formazione ad hoc. Ma, a quanto riporta Franco, dopo diverse defezioni, tra rinunce e "differimenti", si è iniziato a scorrere la graduatoria e ad oggi restano ancora da contrattualizzare 89 risorse già assegnate alle amministrazioni, mentre per sostituire 28 candidati che avevano profili statistici ed economici si è dovuto ricorrere ai vincitori di concorso con profili di altro tipo.

Perché in tanti hanno lasciato? Perché si tratta, spiega il ministro dell'Economia, di contratti a tempo determinato di tre anni: c'è la possibilità di rinnovo al massimo fino a fine 2026 e la prospettiva di godere di una riserva di posti fino al 40% (soglia massima fissata dall'Ue) nei successivi bandi pubblici a tempo indeterminato. Ma molti si son fatti scoraggiare da stipendi più bassi rispetto ai 100mila euro offerti ai mille esperti e anche dalla difficoltà a trovare una "sistemazione logistica adeguata" a Roma. "Più conveniente" allora accettare offerte nel privato. O magari nel pubblico, perché a rendere meno attrattivo il concorso dei 500 ci si è messo anche lo sblocco dell'intera macchina dei concorsi della Pa (45mila posti a tempo indeterminato messi a bando da maggio a dicembre 2021). E allora, dice Franco, per il futuro bisognerà rimediare: aumentare i canali per la "stabilizzazione" o prevedere "maggiori riconoscimenti economici" per chi lavora al Pnrr. Brunetta è d'accordo. Si correrà ai ripari.

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di Serenella Mattera23 Febbraio 2022

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