@ - Negli anni più remoti e oscuri della Guerra Fredda le odierne droghe venivano studiate come possibile "arma" da impiegare contro il nemico. Una strana esercitazione vide somministrato dell'LSD a un distaccamento di Royal Marines con esiti "esilaranti".
Ad un’ora dall’inizio di una singolare quanto bizzarra esercitazione da portare a termine in una foresta dell'Inghilterra meridionale, un fante di marina appollaiato su di un albero dice di voler dare da “magiare agli uccelli”, che probabilmente lo ignoravano o avevano già preso il volo verso distanti e più placidi lidi. È solo allora che il tenente colonnello R.P. Carter, comandante della squadra di Royal Marines, uomini scelti di uno dei migliori reggimenti d’élite delle forze armate britanniche, è costretto ad annunciare la resa: non era più in grado di controllare i suoi uomini. L’esperimento di quel giorno, il Day trigger, era a tutti gli effetti riuscito. Anche l'ufficiale del resto, si arrendeva agli eventi ridendo.
È il primo dicembre del 1964. I commandos britannici selezionati per questo singolare test si trovano nelle vicinanze della segreta e controversa base di Porton Down. Il sito per le ricerche sulle armi chimiche e batteriologiche più inaccessibile del Regno. Lo stesso dove negli ultimi anni sono state effettuate ricerche sull’agente nervino Novichok, impiegato nell’attentato alla vita dell’ex spia doppiogiochista Sergei Skripal; come sul nuovo virus SARS-CoV-2 che infesta il mondo da ormai due anni. Ai diciassette volontari, tutti militari esperiti e altamente addestrati del 41° Royal Marine Commando, cui era stato detto di aver ricevuto una nuova cura per il raffreddore solubile nell’acqua, era stata somministrata a loro insaputa una dose di 200 microgrammi di LSD ciascuno. Sostanza psichedelica sintetizzato dallo scienziato svizzero Albert Hofmann nel 1938, prima nota come Lysergsäurediethylamid (acido lizergico dietilammide, ndr), poi abbreviata nella famosa sigla con cui passerà alla storia come "droga della rivoluzione culturale" degli anni ’60 e ’70.
L’obiettivo dell’esercitazione da svolgere in campo aperto, era quello di simulare una manovra militare identica a quella che era stata svolta nella giornata precedente (durante il Day Control, 31 novembre), ma sotto l’effetto di LSD. Per testarne un eventuale impiego sul campo di battaglia, e vedere come reagirebbe un ipotetico nemico a quella che i ricercatori intendono impiegare come arma “non letale” per rendere l'avversario incapace di opporre resistenza. Un approccio nuovo per un nuovo tipo di guerra: la guerra psicochimica. Un progetto, quello dell'uso di LSD e altre droghe psichedeliche e psicoattive, che viene studiato anche dall’alleato americano. Il quale attraverso il programma di massima segretezza classificato come Mk-Ultra pensava impiegarlo come “droga della verità”. Un sostituto del tiopental sodico impiegato dalla Gestapo nazista durante i suoi interrogatori. L’impiego di questa tecnica era stato considerato pari alla tortura dalla Corte penale internazionale dell’Aia.
Il piano "innocuo" degli inglesi
Nei primi anni ’50 - mentre la neonata CIA iniziava a sperimentare le prime sostanze (compresa la cannabis) come possibili sostitutivi del vecchio “siero della verità” - anche gli esperti agli ordini di Whitehall decisero di esplorare la medesima via con un progetto sviluppato nella base segreta di Porton Down; dove l'LSD era stato selezionato come papabile sostanza adatta all'impiego. Sebbene la fase iniziale dell'avvicinamento alla sostanza sia oscura, quel che è certo, è che il programma negli anni '60 virò su una seconda ipotesi d’impiego. Ossia testare l'acido lizergico come arma segreta per rendere inabile al combattimento una forza nemica che, in tal modo, sarebbe stata fatta prigioniera in breve tempo e senza dover sparare un colpo. L’obiettivo finale infatti era quello di ottenere un conflitto innocuo. Attaccare un nemico senza uccidere, e cosa ben più importante senza infliggere alcun danno collaterali ai civili che si fossero trovati sul campo. Per il generale Sir John Hackett, vice capo di stato maggiore, sarebbe stato “molto desiderabile trovare un agente inabilitante sicuro..”. Andava però testato.
Operazione Moneybags, nome in codice per LSD
Quando a Porton Down qualcuno si rese conto che le lettere dell’acronimo che indicava l’acido lizergico dietilammide, erano le stesse dei simboli pre-decimali stai per sterline, scellini e pence, i nomi in codice per le “operazioni” che contemplavano l’uso di LSD, preso i nomi in codice Moneybags, Recount e Small Change. La prima, come anticipato nell'apertura, era e venne condotta il 1 dicembre del 1964. E nei rapporti venne indicato che dopo appena “25 minuti” dalla somministrazione della sostanza, “..i primi effetti del farmaco erano evidenti”. “Gli uomini si rilassarono e iniziarono a ridacchiare”, sdraiati per terra sulla schiena sorridevano assorti, altri barcollavano e si sostenevano con l’ausilio dei tronchi d’albero. Dopo un’ora l’ufficiale concluse che non si poteva proseguire sotto gli effetti della sostanza. Il resto del commando sarebbe stato informato in seguito di quanto era avvenuto. “Gli esperimenti su questo tipo di guerra umano dovrebbero essere portati avanti con tutta la velocità”, concludeva il rapporto annuale del 1965. Per questo altre esercitazioni dovevano dare seguito per ottenere nuovi dati. Compresa una con avversari teorici che simulava ulteriori azioni di combattimento che si erano verificate contro gli insorti nella crisi di Cipro.
Nel settembre del 1966 seguì l’operazione Recount, e nel gennaio del 1968 l’operazione Small Change, alla quale presero parte volontari del 1st Battalion Staffordshire Regiment. Al termine di questa sessione, gli scienziati di Portdon coinvolti nel programma conclusero che l'LSD aveva sempre ridotto con successo l'efficienza di ognuna delle unità che aveva preso parte alle manovre. I risultati da un certo punto di vista erano assolutamente incoraggianti, ma da un altro portavano alcune non trascurabili preoccupazioni: gli effetti a lungo termine erano imprevedibili e non tutti i militari avevano reagito allo stesso modo; molti dei Marines infatti sembravano aver provato quello che viene chiamato in gergo “bad trip”, ossia un’esperienza allucinogena negativa che potrebbe ripercuotersi sull’individuo anche molto tempo dopo aver assunto la sostanza. Tuttavia le necessità di poter condurre una "guerra umana" sembravano essere, almeno secondo lo Stato maggiore, prioritarie e di maggiore importanza: meglio un brutto viaggio sotto LSD che un proiettile che ti passa da parte a parte, del resto.
Il fallimento del programma “Guerra Umana"
Se le esercitazioni avevano dato i risultati sperati, una preoccupazione sull'utilizzo reale di questa nuova arma nella pratica restava un cruccio non trascurabile per gli scienziati di Porton e per gli strateghi di Whitehall: come avrebbero “somministrato” efficacemente al nemico la sostanza in una reale azione di combattimento? Persuadere dei volontari a bere dell’acqua che sapevano potesse contenere una sostanza non meglio identificata era un conto, somministrare LSD ad una guarnigione nemica sul campo di battaglia un altro. Le ipotesi erano quelle di disperdere la sostanza nelle riserve d’acqua, ma non sempre sarebbe stato possibile, o quella di portare LSD allo stato gassoso e poi disperderlo nell’aria, ma per raggiungere l’efficacia le dosi dovevano essere altissime, e bisognava cominciare da capo con i test di dosaggio. Dopo una serie di riflessioni e tentativi tutto si concluse con in un completo fallimento del progetto. Il sogno di un agente inabilitante che rendesse la guerra più “umana” e cancellasse la morte o il ferimento degli avversari si era sgretolato. L’ironia che ne venne, fu che “l’esercito britannico sceglieva di rinunciare all’LSD”. Era il 1968. Altrove, fuori dalle schiere di coscritti, la rivoluzione dei figli dei fiori che le faceva contraltare, iniziava a fare uso e abuso. Le droghe psichedeliche erano più adatte “alla pace e all’amore, che a combattere una guerra”.
I segreti di Porton Down, dove si sperimentava il gas nervino
Sebbene le esercitazione del programma LSD, nei suoi diversi nomi in codice, sia passato alla storia come un divertente interludio della storia militare, la base Porton Down, oggi quartier generale della lotta al Covid del Regno Unito, è rimasta per lungo tempo al centro di feroci critiche essenzialmente legate agli esperimenti protetti dal segreto di Stato che venivano condotti al suo interno.
Protetta e nascosta dai settemila acri di splendida campagna messi a disposizione dal governo, la base di Porton Down fu fondata nel 1916 divenendo più antica installazione di ricerca sulle armi chimiche del mondo. La stretta segretezza che ha circondato il sito fin dai tempi del secondo conflitto mondiale, ha sempre alimentato ogni genere di leggende e inquinanti voci sugli esperite che venivano condotti al suo interno, rendendolo agli occhi degli inglesi ”un istituto sinistro e nefasto”, come avrebbe commentato un alto funzionario della Difesa. Il tempo avrebbe dimostrato che non si trattava solo ed esclusivamente di miti: a Portdon Down, nel corso di mezzo secolo sono stati custoditi tra i più pericolosi agenti chimici e patogeni conosciuti. Come l’antrace. E sono stati condotti esperimenti inquietanti con agenti nervini letali come il sarin.
Secondo alcune dichiarazioni, ottenute solo nel 1994, venne confermato che presso la base non venivano condotti esperimenti di carattere esclusivamente difensivo rispetto alle minacce chimiche e batteriologiche; ma veniva invero portato avanti contestualmente un “programma di armi chimiche offensivo”. Questa scoperta suscitò molto critiche, e non meno ne suscitò la notizia che per portare avanti questi programmi erano state impiegate “cavie umane”. Tra il 1949 e il 1989 sarebbero state oltre 20mila gli uomini e le donne che si sarebbero prestati - si è supposto sempre volontariamente - agli esperimenti. Tra questi sono i 72 militari ai quali venne somministrato LSD tra il 1964 e il 1968, e dei 20 avieri esposti all’agente nervino Sarin. Tra questi ultimi si conta l’unica vittima accertata.
Uno scabroso caso che venne giudicato - 51 anni dopo - omicidio illegale da parte del governo britannico. Stiamo parlando dell’aviere appena ventenne Ronald Maddison, morto dopo essere stato esposto al gas nervino allo stato liquido durante alcuni test che tentavano di “capire” quale fossero le quantità letali. Unico sfortunato dei 396 uomini che presero parte all’esperimento che aveva lo scopo di "determinare il dosaggio di [tre gas nervini] che, se applicati sulla pelle vestita o nuda degli uomini, avrebbero causato incapacità o morte”. L’inchiesta, che inizialmente aveva decretato una morte accidentale per il contatto di alcune gocce di gas nervino con la pelle dell'aviere, dimostrò in seguito che sarebbero stati gli scienziati di Porton a provocare il contatto. E sebbene questo e altri esperimenti abbiano consentito lo sviluppo di alcune tra le più sofisticate difese al mondo dagli attacchi chimici, resta il fatto che un giovane soldato abbia pagato con la sua vita in tempo di pace per studiare gli effetti della guerra. Dal 1945 al 1989, il centro di ricerca britannico ha esposto per conto del governo più di 3.400 cavie umane agli agenti nervini. Il suo primato imbattuto sarebbe dunque quello di aver testato gas nervino per il periodo di tempo più lungo su più soggetti umani di qualsiasi altro istituto scientifico al mondo. Più di quanto è stato fatto da Stati Uniti, Unione Sovietica e Iraq, secondo le informazioni consultabili. Nulla di cui vantarsi.
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