@ - “Putin pronto a una nuova offensiva in Ucraina”: l’allarme delle intelligence Usa e Uk nell’inchiesta del Nyt.
La strategia ipotizzata dagli agenti americani ed europei è legata alla convinzione che il capo del Cremlino sia sempre più frustrato dal processo di pace concordato con Francia e Germania dopo l’annessione della Crimea e il sostegno alla rivolta separatista nel Donbass. Ma l’uscita di scena di Angela Merkel e dei crescenti prezzi dell’energia che potrebbero limitare il supporto dell’Europa a sanzioni dure in caso di attacco.
Vladimir Putin ha di nuovo messo gli occhi sull’Ucraina e adesso sta pensando a una nuova offensiva militare per conquistare altro terreno, dopo il Donbass e la Crimea. È quanto sostiene il New York Times, secondo cui le intelligence americana e britannica sono sempre più convinte che il presidente russo sia pronto a un nuovo blitz per destabilizzare ulteriormente il Paese e promuovere l’ascesa di un governo filo-Mosca. Un progetto che, se confermato, andrebbe a far parte del più ampio piano di controllo e influenza russa lungo il confine orientale dell’Unione europea, dove lo stretto alleato bielorusso sta mettendo pressione a Polonia, Lituania e Lettonia sulla pelle dei migranti e con i Baltici sempre in allerta per possibili offensive di Mosca.
I servizi segreti di Washington, riporta il quotidiano americano, stanno mettendo in guardia gli alleati spiegando che c’è solo una stretta finestra temporale per prevenire un’azione del genere, spingendo così i Paesi europei a lavorare con gli Usa per sviluppare un pacchetto di sanzioni economiche e di misure militari per frenare il Cremlino.
La strategia ipotizzata dagli agenti americani ed europei è legata, sostiene il Nyt, alla convinzione che Putin sia sempre più frustrato dal processo di pace concordato con Francia e Germania dopo l’annessione della Crimea e il sostegno alla rivolta separatista nel Donbass. E che il capo del Cremlino, che continua ad ammassare truppe al confine con il Paese vicino, potrebbe essere intenzionato ad assicurarsi una via di terra tra l’Ucraina orientale e la Crimea. E i prossimi mesi sarebbero, sostengono, un momento unico per agire, approfittando dell’uscita di scena di Angela Merkel e dei crescenti prezzi dell’energia che potrebbero limitare il supporto dell’Europa – dipendente in gran parte dalle forniture russe – a sanzioni dure.
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