@ - La deputata si sfoga durante una diretta Instagram e accusa i repubblicani di essere indirettamente responsabili dell'assalto al Congresso. «Ho creduto di morire».
«Ho subito un’aggressione sessuale e non ne ho parlato con molte persone nella mia vita ma quando subisci un trauma affiorano quelli passati». Piange la giovane deputata democratica Alexandria Ocasio-Cortez mentre rievoca il suo dolore durante un Instagram Live sull’assalto al Campidoglio Usa dello scorso 6 gennaio. Poche parole e nessun dettaglio, la leader politica più amata dalla sinistra americana non vuole soffermarsi sulle violenze subite ma racconta, invece, la paura che ha provato quando i sostenitori di Trump hanno fatto irruzione nel palazzo del Congresso americano. Lei si era nascosta nel bagno del suo ufficio e ha pensato di morire mentre un uomo prendeva a pugni la porta urlando: «Lei dov’è? Lei dov’è?». A quel punto, dice lei, «ho pensato che tutto fosse finito, ho pensato che sarei morta».
L’occasione della diretta Instagram, seguita da oltre 150.000 persone, è la polemica con i parlamentari repubblicani, accusati dalla deputata di essere indirettamente responsabili dell’assalto al Congresso. In particolare Ocasio-Cortez ha attaccato il senatore del Texas Ted Cruz: «Mi hai quasi fatto uccidere tre settimane fa» ha gridato la scorsa settimana. Parole pesanti che si rifiuta di ritirare nonostante le richieste di rettifica arrivate dalle fila repubblicane: «Non diventerò una vittima di nuovo, non lascerò che questo mi succeda ancora. Queste sono le tattiche che usano i maltrattanti con le loro vittime».
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