@ - Covid, parla il direttore sanitario dell’ospedale Spallanzani di Roma. Intervistato da Il Mattino, l’esperto evidenzia la strumentalizzazione politica e non solo e fa chiarezza su vittime e ricoveri.
L’allarme Covid c’è ed è serio, ma allo stesso tempo c’è anche chi prova a strumentalizzare il tutto per terrorizzare la gente. Parola di Francesco Vaia, del direttore sanitario dell’Inmi Spallanzani, intervistato quest’oggi da Il Mattino. Dietro gli allarmismi e le polemiche – evidenzia il professore – ci sarebbero infatti anche secondi fini politici o non solo.
“Alcuni vogliono terrorizzare la gente che invece ha solo bisogno di essere guidata e, per certi versi, rassicurata. Serve rigore ma anche e soprattutto serenità. La nostra risposta al catastrofismo deve essere unica: applichiamo le regole e non lasciamoci prendere dallo sconforto. I numeri oggi ci dicono che, andando avanti così, ce la faremo”, rassicura l’esperto sanitario.
Covid, direttore Spallanzani: “Facciamo chiarezza”
Ma al di là di questo – garantisce l’esperto – la fine del tunnel è ormai vicina. E non solo per i vaccini annunciati per il 2021, ma anche grazie all’introduzione di nuove cure che abbasserebbero notevolmente la letalità dell’infezione. Come le cure basate su anticorpi monoclonali pronte entro dicembre, nonché delle terapie che renderebbero la gestione coronavirus meno gravosa e imprevedibile.
Per quanto riguarda invece gli attuali deceduti, Vaia fa anche chiarezza sulla questione: “In questo momento muoiono i grandi anziani e i soggetti con patologie pregresse. Detto questo, è comunque sbagliato credere che la rianimazione sia l’anticamera della morte. È vero che in terapia intensiva ricoveriamo anche persone giovani ma andrebbe sottolineato che da lì escono guariti”.
Idee chiare anche sul fronte vaccino. Quando il medicinale sarà pronto, la gerarchia dovrà essere chiara e logica: prima le fasce più fragili, poi tutti coloro che svolgono un ruolo importante nella società. Ovvero personale medico, forze dell’ordine e insegnanti. Il motivo è chiaro: “Tutti quelli che lavorano a contatto con il pubblico, oltre ad essere maggiormente esposti al rischio di contagio, potrebbero essere facili vettori dello stesso”. Infine il Natale: serviranno dei sacrifici da parte di tutti, ma “generare panico non serve. Non bisogna terrorizzare gli italiani”.
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