martedì 5 maggio 2020

Il premier Conte: “L’Italia non cambia politica, gli alleati sapevano degli aiuti russi”

@ - Il presidente del Consiglio risponde all’intervista di Mark Esper, segretario di Stato Usa alla Difesa: «Il soccorso straniero gestito in modo trasparente».


Se quello di Mark Esper, il segretario alla Difesa degli Stati Uniti, attraverso l’intervista di ieri su questo giornale era un avvertimento a non dare spazio a russi e cinesi, il nostro governo l’affronta con calma olimpica. «L’Italia - dice il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, richiesto di un commento - nel momento di massima necessità, ha chiesto e ricevuto aiuti da molti Paesi. Tra questi vi sono stati anche la Cina e la Russia. Abbiamo gestito tali aiuti in totale trasparenza sia verso la nostra opinione pubblica sia verso i nostri alleati».

E già qui c’è la prima risposta. Gli alleati sapevano, l’Italia è stata leale e trasparente. Ma Conte dice anche di più: «Quel che posso dire - aggiunge - è che tra gli aiuti ricevuti, a proposito dei quali abbiamo espresso pubblico ringraziamento a ciascuno, mi piace ricordare lo specifico memorandum di sostegno all’Italia firmato dal Presidente Trump per un valore di 100 milioni di dollari, memorandum che lo stesso Presidente Usa mi preannunciò alla vigilia con una lunga e calorosa telefonata».

Il senso del discorso è chiaro. Quando si è sul piano degli aiuti umanitari, richiesti da un Paese che si è trovato in vera emergenza, tutti quelli che aiutano sono sullo stesso piano. E poi, se addirittura Donald Trump non ha avuto nulla da obiettare in una telefonata diretta tra Casa Bianca e Palazzo Chigi, perché caricare di significati particolari l’intervista di un ministro? «Non mi voglio dilungare - conclude quindi Conte - sull’eventuale geopolitica di chi aiuta; piuttosto, nel caso nostro, sulla geopolitica di chi ha ricevuto e posso confermare che la nostra linea di politica estera di oggi è identica a quella di ieri». Con il che, si torna al caposaldo della politica del governo negli ultimi due mesi: un conto sono i sostegni umanitari, altro le alleanze. E quelle non si discutono. Siamo e restiamo nell’orbita europea ed atlantica.

L’intervista di Esper, però, non dava adito a equivoci. Due i messaggi. Primo, l’Amministrazione americana è indispettita dall’uso propagandistico che i russi hanno fatto del loro intervento umanitario qui da noi. E su questo versante si profila una novità. Il 10 maggio, salvo colpi di scena, la missione militare russa lascerà l’Italia, perché il lavoro di sanificazione è sostanzialmente finito e invece il Covid-19 colpisce duro la madrepatria.

Secondo, guai a sottovalutare la portata strategica di affidare a società cinesi come Huawei la nuova rete di comunicazione 5G.

«Dal mio punto di vista - dice Raffaele Volpi, leghista e presidente del Copasir - nulla di nuovo. Esper ha ribadito, forte e chiaro, il messaggio che l’Amministrazione Usa sta mandando da tempo e non solo all’Italia. L’Amministrazione sta dicendo a tutti gli alleati che è il momento di scelte fondamentali e di stare attenti alle finte offerte». Il Copasir conosce bene il problema: ha lanciato un allarme sul 5G. Ma russi e cinesi sono un pericolo equivalente, secondo Volpi? «No. Con la Russia, pur un competitor, ci può essere un dialogo pan-europeo. L’errore sarebbe spingere i russi nelle mani dei cinesi. Allora sì che diventerebbe complicata». —

Nessun commento: