giovedì 30 aprile 2020

Coronavirus, il bollettino della Protezione Civile: boom di guariti (4693). Calano i nuovi contagi, ma il Piemonte è in controtendenza

@ - Nel giorno della sua ultima conferenza stampa di presentazione del bollettino quotidiano, il capo della protezione civile, Angelo Borrelli può comunicare che la curva epidemica è scesa nuovamente sotto quota duemila, con 1.872 nuovi casi nelle ultime 24 ore. Ma quel che più conta è che continuano a scendere i morti. Oggi se ne compiangono 285, contro i 323 di ieri. Erano 464 solo una settimana fa.
All’opposto fanno “boom “i guariti, con il record di 4.693 che dicono addio al virus. E con questi numeri sono ben 3.106 in meno i malati Covid che lasciano ospedali e quarantene domestiche. Ben 101 sono i letti che si liberano nelle terapie intensive, mentre i reparti Covid ordinari vanno veramente svuotandosi, con addirittura 1.061 dimessi conteggiati in una giornata. Tanti i tamponi, oltre 68mila quelli notificati oggi.


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Sulla scia dei dati nazionali anche quelli lombardi, con i nuovi contagi che si abbassano da 786 a 598. Erano oltre mille solo 5 giorni fa. In controtendenza il Piemonte, dove i nuovi casi salgono da 411 a 428.
Scendono da 78 a 71 i nuovi casi nel Lazio, mentre nella Capitale sono 40. Tiene sempre il Sud, con la Campania che oggi conteggia solamente 13 nuovi contagi.

“L’avvio della fase 2 - afferma Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE- non rispecchia il principio della massima prudenza perché non tiene in considerazione le notevoli eterogeneità regionali delle dinamiche del contagio. A tal proposito è fondamentale rilevare che nella settimana 22-29 aprile l’80% sia dei nuovi casi, sia dei nuovi decessi si concentra in sole 5 regioni: Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna, Veneto e Liguria.”

“Con questo quadro epidemiologico – puntualizza Cartabellotta – se dal 4 maggio alcune aree dovranno sottostare a restrizioni eccessive che favoriscono autonome fughe in avanti, come dimostra il caso Calabria, per altre la riapertura avverrà sul filo del rasoio perché dei 4,5 milioni di persone che torneranno al lavoro la maggior parte si concentra proprio nelle Regioni dove l’epidemia è meno sotto controllo. E, soprattutto, occorre essere consapevoli che l’eventuale risalita della curva dei contagi sarà visibile non prima di 2 settimane”. E un fattore di pericolo il 18 maggio sarà la riapertura dei negozi, se è vero, come affermato da Stefano Merler, della Fondazione Brino Kesler dove si elaborano i modelli matematici per il comitato scientifico, che “aprendo edilizia, manifatturiero e commercio come già previsto dal 4 maggio ma aggiungendo la ristorazione, l'indice di contagio R0 va sopra la soglia epidemica”.

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