martedì 18 febbraio 2020

Evasione fiscale da mezzo miliardo di euro, 86 indagati fra cui un monsignore

@ - Inchiesta della procura di Brescia. Tra gli arrestati anche avvocati e commercialisti che aiutavano a creare operazioni inesistenti che hanno permesso al sodalizio di guadagnare 80 milioni di euro.


C'è anche un monsignore tra le 86 persone indagate dalla procura di Brescia nell'inchiesta che nelle scorse ore ha portato in carcere 15 persone (altre due sono sfuggite alle manette perché all'estero), 5 quelle ai domiciliari, per una vicenda di evasione fiscale da mezzo miliardo di euro tra fatture false e crediti fiscali fittizi. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, il religioso avrebbe cercato di aprire un conto presso lo Ior dove fare arrivare il denaro evaso che poi alcuni «spalloni» avrebbero poi fatto tornare in Italia. Un sistema che sarebbe stato utilizzato anche per altre operazioni tra Slovenia, Croazia e Ungheria. 

Tra gli arrestati ci sono anche tre avvocati, e tre commercialisti che si prestavano per creare le operazioni inesistenti che hanno permesso al sodalizio di guadagnare 80 milioni di euro circa. A tirare le fila erano una commercialista bresciana e un imprenditore. Lo studio professionale era un vero laboratorio di evasione fiscale dove venivano studiati e offerti agli imprenditori i servizi per evadere.

L'indagine della Finanza di Brescia e coordinata dalla procura di Brescia ha interessato diverse province italiane: Brescia, Bergamo,Milano, Roma, Parma, Mantova, Lodi, Perugia, Modena, Reggio Emilia, Torino, Bari, Vicenza, Pavia, Napoli e Voghera.

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