sabato 15 febbraio 2020

Coronavirus, ecco come l’industria cinese cerca di tornare alla normalità

@ - La Cina cerca di tornare alla normalità nonostante rimanga alta l’emergenza relativa all’epidemia di Coronavirus.


A due settimane dalla fine del Capodanno Cinese e delle festività a esso correlate, la Cina e il suo settore industriale stanno tentando di ritornare alla normalità nonostante l’epidemia di Coronavirus ancora non sia giunta al suo picco e nonostante molte zone dello Stato siano ancora sottoposte a quarantena preventiva.

Coronavirus rallenta la ripresa dell’attività industriale cinese
In questi giorni difficili la maggior parte delle industrie cinesi, soprattutto quelle legate alla tecnologia e al mondo IT, sono andate avanti invitando i propri collaboratori a lavorare da remoto: uno strumento atto ad arginare il rischio di un numero maggiore di potenziali contagi. Arrivati però alla seconda settimana di febbraio, dopo quasi un mese di emergenza legata al Coronavirus, l’economia cinese inizia ad avere bisogno di riprendersi e di farlo il più possibile partendo dall’interno.

I tentativi di ripresa dell’industria in Cina in molte zone devono fare i conti non solo con i contagi ma anche con le restrizioni imposte dai governi locali, che spesso filtrano la quantità di accessi sul loro territorio. Per quanto la volontà di contenimento del virus sia importante, sottolinea Ting Lu, economista capo della giapponese Nomura, vi è la necessità che le autorità si coordino in modo più efficiente tra loro “evitando dove non necessaria la presenza di posti di blocco che si trasformano in un vero e proprio incubo per molte imprese di logistica”.

A complicare il ritorno al lavoro di molte persone, rallentando di conseguenza la ripresa, sta concorrendo anche la scarsità di mascherine protettive disponibili, con le quali i lavoratori potrebbero ritornare alle proprie mansioni senza ulteriori problemi.

Cresce il consumo di energia elettrica
Come già anticipato, molte società hanno optato per il telelavoro, dove possibile, al fine di rimanere attive senza subire troppe perdite: questo ha portato, nelle grandi città, a un maggiore consumo di energia elettrica, il 42% circa in più rispetto a quello registrato lo scorso anno nello stesso periodo.

Tutto questo nonostante moltissime persone residenti nei centri cittadini più grandi non abbiano fatto ancora ritorno a casa propria dalla fine delle festività per il Capodanno lunare: è tradizione per coloro che abitano nelle metropoli, infatti, tornare dalle famiglie di origine presenti nelle zone più rurali.

Un incremento nel consumo di energia, dettato per l’appunto dalla crescita del numero di coloro che hanno lavorato da casa per mantenere, ha sostenuto il ritorno alla produzione delle miniere di carbone, dove circa il 58,7% degli impianti è tornato a lavorare a regime.

Anche buona parte dell’industria manifatturiera cinese ha fatto ripartire i propri stabilimenti, anche se sotto l’usuale regime per mancanza di forza lavoro causata dai blocchi e dalle quarantene ancora in atto in molte zone.

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