lunedì 20 gennaio 2020

Parmigiano Reggiano dice no all’etichetta a batteria proposta dal Governo e anche al semaforo francese

Il Fatto Alimentare

@ - “Nessuna etichetta a batteria e neppure a semaforo sul Parmigiano Reggiano e sui prodotti Dop e Igp come propongono il Governo e Federalimentare”. Sono chiare le parole di Nicola Bertinelli, presidente del consorzio del Parmigiano quando dice che il formaggio “non ha bisogno di un logo in etichetta che rassicuri il consumatore”, e motiva la presa di posizione evidenziando la qualità e il “riconoscimento da parte dei nutrizionisti come formaggio dagli altissimi valori nutrizionali, ricco di proteine, vitamine, sali minerali”.

L’etichetta a semaforo francese è stata adottata da 6 paesi europei. L’Italia dice no


La bocciatura cade come un macigno su Governo, Coldiretti e Federalimentare che da mesi propongono il modello di etichetta a batteria come alternativa al modello a semaforo francese Nutri-Score (*), anche se il sistema italiano è talmente confuso da rendere quasi imbarazzante il confronto. Per capire meglio il contesto va detto che il Nutri Score è lo schema di etichetta adottato in sei paesi europei, e che Bruxelles sta pensando di usarlo come modello di nuova etichetta da applicare a titolo volontario.

In Italia il tema è diventato di attualità dopo la dichiarazione di Salvini di un mese fa contro lo schema francese , accusato di penalizzare i prodotti alimentari tipici del Made in Italy. Negli ultimi giorni si registrano dichiarazioni simili di Mariastella Gelmini di Forza Italia, del Movimento 5 Stelle e anche alcuni programmi come Porta a Porta e Agorà della Rai hanno dedicato molto spazio all’argomento. Da una parte è positivo, perché qualcuno deve dire agli italiani che una parte dell’Europa sta adottando una nuova etichetta colorata. Per contro è stupefacente ascoltare le argomentazioni addotte contro il semaforo da parte di improvvisati “esperti” invitati nei dibattiti tv . C’è chi parla di attacco ai prodotti Made in Italy, di minacce alla dieta Mediterranea, chi confronta l’etichetta della Coca-Cola con il prosciutto di Parma, chi si arrabbia con l’Europa in un crescendo di assurdità. Quando però tra gli ospiti c’è un nutrizionista la musica cambia, perché chi si occupa di cibo difficilmente può schierarsi contro la nuova etichetta. Per difendere il modello francese cinque autorevoli scienziati come: Paolo Vineis dell’Imperial College di Londra, Elio Riboli dell’Humanitas University Milano e dell’Imperial College Londra, Walter Ricciardi dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, Mauro Serafini dell’Università degli Studi di Teramo e Silvio Garattini dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Milano, hanno sottoscritto un appello a favore del semaforo. Ma questo aspetto interessa poco ai politici e ai rappresentati delle lobby, che per raccogliere consenso ricorrono a slogan e argomentazioni distanti dalla dalla verità scientifica.

In attesa di nuovi sviluppi bisogna puntualizzare alcuni elementi contro le fake news. Il semaforo è un’etichetta volontaria che un’azienda può decidere di utilizzare liberamente anche da subito, per cui non si può obbligare per decreto un consorzio ad adottare la nuova etichetta. L’Europa nei prossimi mesi proverà a ufficializzare un modello unico per tutti i Paesi senza alcuna imposizione. Come è successo in Francia, Belgio, Spagna, Svizzera, Paesi Bassi e Germania l’adesione al progetto è volontaria e non comporta spese, se non la modifica dell’imballaggio. Remare contro come fa l’Italia non ha molto senso, visto che molte aziende europee e persino alcune multinazionali del cibo inizialmente contrarie hanno cambiato idea.


L’etichetta a semaforo permette di confrontare prodotti simili e di scegliere il migliore dal punto di vista nutrizionalePer quanto riguarda i prodotti Dop ci sembra corretto evidenziare che la funzione del semaforo risulta dimezzata. Trattandosi di alimenti sottoposti a un disciplinare con l’obbligo di usare certi ingredienti, il colore dell’etichetta sarebbe lo stesso per tutte le marche. In questo caso verrebbe meno uno degli scopi della nuova etichetta, pensata per permettere al consumatore di confrontare prodotti simili e di scegliere il migliore da un punto di vista nutrizionale.

(*) Il Nutri-Score è un logo a cinque colori e cinque lettere – dalla A verde alla E rossa – da riportare nella parte frontale delle etichette. Ad ogni prodotto viene assegnato un colore in base al contenuto di zuccheri, grassi saturi, sale e calorie (elementi considerati negativi se presenti in eccesso) e di fibre, frutta, frutta secca e verdura, e proteine (elementi considerati positivi).

Il Fatto Alimentare è da sempre favorevole alle etichette a semaforo e sostiene l’iniziativa dei cittadini europei Pro Nutri-Score. Invitiamo tutti i nostri lettori a firmare la petizione.


SEGUE !!! @

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