domenica 10 novembre 2019

Il «Times of Malta»: accordo segreto per riportare i migranti in Libia

@ - Il governo dell’isola avrebbe varato un coordinamento tra le sue forze armate e la guardia costiera libica per mandare indietro i barconi nel Paese devastato dalla guerra.


Il governo di Malta avrebbe negoziato in segreto un accordo con la Libia per il coordinamento tra le sue forze armate e la guardia costiera libica per intercettare i migranti diretti nell’isola e riportarli nel Paese nordafricano devastato dalla guerra civile. È quanto ha rivelato domenica il «Times of Malta», precisando che, almeno in un caso, la guardia costiera libica è entrata nella zona di salvataggio e recupero maltese per prelevare migranti che speravano di raggiungere l’Europa.

Un portavoce maltese: «Nessun accordo segreto»
Un portavoce governativo ha difeso però i maltesi dalle accuse di aver condotto un negoziato segreto, affermando che gli incontri bilaterali avvengono sempre allo scoperto. Malta, ha precisato, agisce nel rispetto delle legge e convenzioni internazionali: «È la Ue — affermano fonti della presidenza della Repubblica maltese — ad essersi espressa a favore del rispetto delle istruzioni delle autorità competenti e contro il tentativo di ostacolare le operazioni della guardia costiere finanziate ed addestrate dalla Ue per aiutare la gestione del flusso dei migranti e combattere i trafficanti». Punti di vista differenti, interpretazioni su cui sarà chiamata ad intervenire la comunità europea sul delicato fronte della gestione dei flussi migratori. I reporter maltesi insistono a loro volta di avere le prove che «le motovedette di Tripoli venivano avvertite da La Valletta e intercettavano i barconi prima dell’arrivo in acque maltesi».

Le critiche delle ong
Più volte le organizzazioni non governative hanno evidenziato «il rischio di avvicinarsi alle acque maltesi ed essere intercettati» e adesso che il Time of Malta denuncia il patto segreto che le autorità de La Valletta avrebbero stretto con i libici la Ong Alarm Phone denuncia: «Non è una sorpresa ma questa intesa impedisce alle persone di fuggire da una zona di guerra e viola le convenzioni internazionali sui diritti umani». Un’accusa rivolta nei giorni scorsi anche all’Italia che si appresta a rinegoziare il Memorandum per la gestione dei flussi migratori. Numerosi parlamentari avevano chiesto al governo di sospendere l’accordo ma la posizione del premier Giuseppe Conte e dei ministri dell’Interno Luciana Lamorgese e degli Esteri Luigi Di Maio è ormai chiara: «Abbiamo chiesto modifiche perché sia garantito il rispetto dei diritti umani, ma indietro non si torna».

Il Viminale: «Malta sempre collaborativa»
C’è imbarazzo in Italia e anche in sede di Unione Europea visto che proprio a Malta, a fine settembre, era stato siglato l’accordo tra cinque Paesi (oltre a La Valletta, Italia, Francia, Germania e Finlandia) per la redistribuzione dei richiedenti asilo che arrivano a bordo delle navi. «Mai - viene adesso sottolineato - il governo de La Valletta aveva manifestato l’intenzione di intavolare una trattativa parallela con Tripoli». Al Viminale si fa notare che negli ultimi mesi «Malta ha avuto un atteggiamento collaborativo e ha accettato di partecipare alla distribuzione dei migranti» ma è sin troppo evidente come il patto con la Libia costringa tutti coloro che cercano di abbandonare la Libia a fare rotta verso l’Italia proprio per evitare di essere costretti a tornare indietro.

Cecilia Strada: «Non mi stupisco»
Cecilia Strada, una delle fondatici di Emergency e adesso volontaria per la Ong Mediterranea, è esplicita: «Direi che non sono particolarmente stupita, purtroppo: intercettare le barche, riportare i migranti forzatamente in Libia è esattamente quel “contenimento” - per citare il presidente Conte - che la cosiddetta Guardia Costiera svolge anche per il nostro Paese. E forse anche con il contributo degli aerei europei dell’Operazione Sophia, che indicano ai libici la presenza delle barche? I respingimenti in Libia - un Paese in guerra, dove i migranti vengono riconsegnati ai trafficanti di esseri umani - sono gravissime violazioni dei diritti umani, commesse in nome e per conto degli Stati europei, Malta e Italia in testa».

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