giovedì 10 ottobre 2019

Raid aerei e offensiva terrestre in Siria. "Cinque soldati turchi uccisi". Usa pensano a sanzioni


@ - L'aviazione turca ha ripreso a bombardare aree nel nord-est della Siria a ridosso della frontiera. Lo riferisce al Arabiya. Colpita l'area epicentro dell'offensiva turca. Ieri Ankara aveva lanciato l'operazione militare contro i curdi nel nordest della Siria, facendo sapere di aver colpito 181 postazioni. Le forze curdo-siriane - che oggi sono state attaccate da cellule dell'Isis - avevano replicato affermando di aver respinto l'offensiva di terra. Ci sarebbero vittime tra i civili. Oggi riunione del consiglio di sicurezza Onu.

Cinque soldati turchi sono stati uccisi nelle ultime ore in scontri con le forze curdo-siriane nel nord-est della Siria. Lo affermano le forze curdo-siriane citate dalla tv panaraba al Arabiya. Le stesse forze curde affermano di essere in possesso delle salme dei militari turchi uccisi. Le informazioni non possono essere verificate in maniera indipendente sul terreno. L'avanzata delle truppe di terra turche entrate ieri sera nel nord-est della Siria per l'offensiva contro i curdi prosegue. Lo sostiene il ministero della Difesa di Ankara, senza fornire ulteriori dettagli sullo stato degli scontri o l'esatta posizione dei militari. È stato però diffuso un breve video delle forze speciali in azione. Le forze militari turche e le milizie arabo-siriane filo-Ankara sono riuscite a sfondare le resistenze delle forze curdo-siriane a est dell'Eufrate, nelle località di Bir Ashiq, Hawi, Kassas, nel distretto frontaliero di Tall Abyad. Lo riferiscono media del nord della Siria in contatto con fonti sulla linea del fronte. L'aviazione turca ha ripreso stamani a bombardare aree nel nord-est della Siria a ridosso della frontiera. Lo riferisce la tv panaraba al Arabiya citand i propri corrispondenti nella zona tra Qamishli e Tall Abyad. È stata colpita l'area di Tall Abyad e di Ras al Ayn, epicentro dell'offensiva turca. Dopo aver avviato ieri la sua offensiva contro le milizie curde Ypg nel nord-est della Siria, la Turchia sta proseguendo anche i raid aerei che conduce con cadenza quasi quotidiana sul vicino nord Iraq. La Turchia ha bombardato la scorsa notte una prigione in cui sono detenuti miliziani dell'Isis "di oltre 60 Paesi" durante i suoi attacchi nel nord-est della Siria. Lo denunciano le Forze democratiche siriane (Fds) a guida curda, secondo cui si tratta di "un chiaro tentativo" di favorire la fuga dei jihadisti. Il regime di Damasco è scosso al suo interno da una serie di 'epurazioni' senza precedenti contro influenti imprenditori e uomini d'affari vicini al potere siriano, tra cui lo zio della first lady Asma al Assad. Secondo l'autorevole portale The Syria Report, la Banca Centrale ha congelato i conti di 8 imprenditori tra cui Tarif al Akhras, zio della moglie del presidente. La notizia conferma il 'terremoto' in corso negli equilibri del potere politico ed economico nel Paese, che potrebbe avere un impatto sul presidente Assad. Miliziani affiliati all'Isis hanno attaccato nelle ultime ore forze curdo-siriane nella zona di confine con la Turchia dove è in corso l'offensiva turca. Lo riferiscono fonti curdo-siriane vicine all'amministrazione autonoma curda del nord-est siriano. Secondo le fonti, gli scontri sono in corso a sud di Ras al Ayn. Non è possibile verificare in maniera indipendente le informazioni provenienti dalle parti coinvolte nel conflitto. L'esercito Usa ha preso in custodia due detenuti britannici, noti per i loro ruoli in una cellula dell'Isis che torturò e uccise ostaggi occidentali, portandoli in una sua base irachena dopo averli prelevati da una prigione di guerra in Siria settentrionale gestita dalla milizia curda, in seguito all'invasione turca del Paese. Si tratta di El Shafee Elsheikh e Alexanda Kotey, membri di una cellula di quattro britannici soprannominata 'Beatles' e ritenutare sponsabile anche della decapitazione del giornalista James Foley. Iniziativa bipartisan al Senato per imporre sanzioni alla Turchia se non ritira il suo esercito dalla Siria nella sua operazione contro le forze curde. L'obiettivo è imporre all'amministrazione Trump di congelare i beni in Usa dei più alti dirigenti turchi, compreso il presidente Erdogan e i suoi ministri degli esteri, della difesa, delle finanze, del commercio e dell'energia. Le misure punitive colpirebbero anche le entità straniere che vendono armi ad Ankara, come pure il settore energetico turco. Il segretario di Stato americano, Mike Pompeo, in un'intervista alla Pbs ha dichiarato che gli Stati Uniti non hanno mai dato il loro via libera alla Turchia perché attaccasse i curdi in Siria. "Gli Usa non hanno dato il disco verde alla Turchia". Donald Trump ha detto di "amare" i curdi ma oggi ha voluto fare una precisazione, sostenendo che "non hanno aiutato" gli Usa nella Seconda guerra mondiale e nello sbarco in Normandia. "I curdi si battono per la loro terra", ha proseguito il presidente americano, sottolineando che comunque gli Stati Uniti hanno fornito loro una grande quantità di soldi, munizioni ed armi. "Detto questo, amiamo i curdi", ha aggiunto.

Come governo italiano "chiediamo al governo turco di cessare immediatamente l'offensiva perché non è assolutamente accettabile che si utilizzi la forza e che si continui a mettere a repentaglio la vita del popolo siriano. L'unica strada possibile da seguire è quella delle Nazioni Unite". Lo ha detto il ministro degli Esteri Luigi Di Maio a margine della Conferenza Italia - America Latina. "Lunedì abbiamo il consiglio dei ministri degli Affari esteri europei e sarà molto importante uscire da quel consiglio e dai successivi con una sola voce: l'Italia chiederà di agire con una sola voce anche attraverso l'utilizzo di misure nei confronti della Turchia che l'invitino a tornare indietro rispetto all'offensiva che ha deciso di muovere". 


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