sabato 20 luglio 2019

"Indegni", la rabbia di Fiammetta Borsellino

@ - "Al di là degli impegni delle procure di Messina e Caltanissetta, uno non deve perdere la speranza di arrivare alla verità, non puoi mai abbandonare l'idea di vedere la luce, queste persone indegne che hanno condotto le indagini, investigatori e magistrati, se hanno sbagliato devono pagare". Così Fiammetta Borsellino, in un'intervista al Quotidiano del Sud. "Io mi riferisco - dice - a tutti i poliziotti, investigatori e magistrati, che hanno lavorato fino a quando non ci fu il pentimento di Gaspare Spatuzza che ha svelato il depistaggio. Non lo dico io che c'è stato un depistaggio, lo dicono le sentenze".

Alla figlia minore del giudice ucciso da Cosa nostra è stata inviata una lettera firmata dall'ormai ex procuratore generale della Cassazione Riccardo Fuzio, che si è dimesso nei giorni scorsi dopo essere stato indagato nell'ambito dell'inchiesta sul giudice Palamara. E' lei stessa a rivelarlo nella lunga intervista concessa a Francesco Viviano. "Una lettera incredibile e vergognosa - afferma - nella quale Fuzio dice di non essere riuscito a fare nulla per avviare una indagine per l'azione disciplinare nei confronti dei magistrati coinvolti nell'inchiesta sul depistaggio, indagati dalle procure di Messina e Caltanissetta: una indagine che avrebbe dovuto portare a individuare i magistrati responsabili del depistaggio". E ricorda: "Un anno fa io e mia sorella Lucia siamo state convocate da Fuzio, al quale abbiamo portato carte, documenti, testimonianze ed altro e lui ci aveva assicurato un suo intervento per promuovere l'azione disciplinare. Perché, che ci siano dei magistrati responsabili del depistaggio sull'inchiesta di mio padre, non lo diciamo noi figli ma l'ultima sentenza della Corte d'Assise di Caltanissetta. Adesso questa lettera, scritta peraltro con i piedi, ci indigna ancora di più, perché dopo un anno, Fuzio sostiene di non avere avuto il tempo di occuparsi di questa vicenda perché era impegnato in altre vicende giudiziarie".

Fiammetta Borsellino denuncia inoltre che la Commissione nazionale antimafia e il Parlamento "strumentalizzano ai fini mediatici" e in occasione del 27esimo anniversario della morte di Paolo Borsellino "desecretando gli atti del Csm e della stessa Commissione antimafia. Una vergogna". "Oggi, anzi ieri - dice - molti si pavoneggiano di avere desecretato quegli atti. Loro, (Commissione antimafia e Parlamento ndr) puntano agli anniversari per fare vedere che lavorano. Loro, il Csm e la Commissione antimafia, lo fanno il 19 luglio nell'anniversario della morte di mio padre e degli uomini della sua scorta e hanno il sapore della strumentalizzazione mediatica".

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