sabato 1 giugno 2019

L'assist delle toghe alle ong. Sea Watch può tornare in mare

@ - La procura di Agrigento ha revocato il sequestro della nave Sea Watch3 che si trova a Licata. Resta però indagato il comandante.

La nave che si trovava nel porto di Licata presto potrebbe riprendere il largo per portare a termine nuovi salvataggi nel tratto di mare che separa l'Italia dalla Libia. Subito dopo il fermo della nave era stato predisposto il sequestro probatorio ed era stato revocato quello preventivo. Adesso il procuratore aggiunto di Agrigento, Salvatore Vella e il pubblico ministero Cecilia Baravelli hanno firmato il decreto di dissequestro della nave. Negli ultimi giorni proprio l'imbarcazione della ong era al centro di uno scontro tra la magistratura e il governo dopo lo sbarco sull'isola di Lampedusa di 47 migranti salvati dall'equipaggio.

Il dissequestro è scattato subito dopo la fine delle "esigenze probatorie". Il provvedimento della procura ha effetto immediato ed è stato anche già notificato agli avvocati della ong Leonardo Marino e Alessandro Gameberini che difendono anche il comandante della nave, Arturo Centore. Il comandante resta comunque indagato per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Quasi certamente la nave tornerà presto operativa. E proprio negli ultimi giorni Alarm Phone, l'aereo che segnala i barconi in avaria nel Mediterraneo con i migranti a bordo è stato molto attivo dando l'allarme per un'imbarcazione in difficoltà con circa 100 migranti a bordo. Migranti che sono stati salvati dalla nostra Marina Militare e che arriveranno nel porto di Genova. Nei prossimi giorni dunque potrebbe ripartire il braccio di ferro tra la ong e il Viminale che più di una volta ha chiuso i porti alla nave Sea Watch 3. Insomma dalla procura di Agrigento è arrivato un "assist" che rimette in moto le attività delle ong nel Mediterraneo e che potrebbe dare il via ad una nuova crisi legata allo sbarco di migranti.

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