martedì 11 giugno 2019

Islamici, ma votano a destra. Ecco i musulmani sovranisti

@ - Non tutti i fedeli di Allah guardano a sinistra: "Il musulmano sovranista vuole salvaguardare l'identità italiana". E dice no alle coppie gay.

"Sono un musulmano italiano e sono da sempre di destra". Omar Camilletti sorride, ma non nasconde il suo credo politico.
È strano, o forse no, sentire questo gruppo di islamici italiani sposare le linee più dure della destra nostrana: no alle migrazioni irregolari, no ai matrimoni gay, no all'utero in affitto, no alle moschee abusive.
Certo, c'è islam e islam. E soprattuto ci sono musulmani e musulmani. È sbagliato identificare la preghiera ad Allah con l'immigrazione: l'equazione è semplicistica, se non illogica. Tra i fedeli di Maometto infatti spiccano pure diversi italiani (convertiti o stranieri naturalizzati) e, per quanto ci si potrebbe attendere un'adesione politica di massa alle istanze della sinistra, spingono invece per la nascita di "un nuovo islam italiano". Tutt'altro che buonista.
Noi li abbiamo incontrati a Roma, ma sono sparsi in quasi tutta italia. "Sono musulmano dal 2005, quando ho raggiunto la piena conversione", racconta Giancarlo Pasqualoni, una vita a sinistra e ora sovranista convinto. "Vengo da una famiglia cattolica, la mia è stata una scelta abbastanza sofferta. Ma quando ho iniziato a leggere il Corano qualcosa mi è entrato nel cuore". Una nuova fede, però, non si è tradotto nel cercare una sponda tra i progressisti, come fatto da alcuni - noti - esponenti del mondo musulmano (leggi Sumaya Abdel Qader o Khalid Chaouki, entrambi eletti nelle fila del Pd).
La differenza è evidente. Le parole d'ordine dell'islamico sovranista sono "italiano, italiano, italiano". "Significa - spiega Karim Benvenuto - la salvaguardia della nostra cultura e della nostra identità, professando una fede diversa da quella della maggioranza degli italiani". Il resto lo fanno i temi. I musulmani "di destra" rigettano i matrimoni gay ("rispettiamo ma non condividiamo"), la teoria gender ("la cultura Lgbt va contrastata"), lo ius soli ("meglio lo ius culturae") e l'immigrazione incontrollata. "Per ottenere la cittadinanza - spiega Khaled Safran, in Italia da oltre 20 anni e ormai naturalizzato - bisogna fare un percorso scolastico, dopodiché si decide in base alla conoscenza della lingua e della cultura italiana e europea". Nessuna scorciatoia, dunque: "Bisogna amare l'Italia".
L'obiettivo del movimento sovranista ("sarà un tink thank, non un partito", assicurano) è quello di "inserire l'islam nella società e nelle istituzioni italiane". Dunque nazionale. "Qui siamo in Italia e in Europa - spiega Camilletti - quindi dobbiamo adottare un codice di comportamento: le donne non si picchiano, i bimbi non si picchiano". E il burqa? "Non se ne parla proprio. Questo è il modello di islam globalizzato, che invece si deve adattare al tempo, alle circostanze e al luogo geografico" dove si sviluppa. Per questo la sharia non verrà imposta al Belpaese, almeno non da loro: "Ma che vuol dire sharia? Se significa applicare un modello che vive nel passato, allora dovremmo pure girare con i cammelli". E nessun sovranista intende tornare ai tempi della schiavitù.


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