mercoledì 22 maggio 2019

Vincent Lambert, il Vaticano: grave violazione interrompere le cure

@ - Dichiarazione congiunta del Dicastero Laici, Famiglia e Vita e della Pontificia Accademia per la Vita: la sospensione di alimentazione e idratazione è «una forma di abbandono del malato, fondata su un giudizio impietoso sulla sua qualità della vita».

Una «grave violazione della dignità della persona». Una «forma di abbandono del malato, fondata su un giudizio impietoso sulla sua qualità della vita». Con una presa di posizione netta ed inedita in questa forma, il Dicastero per Laici, famiglia e vita e la Pontificia Accademia per la Vita firmano una dichiarazione congiunta in cui condannano fermamente la decisione dei medici di interrompere alimentazione e idratazione a Vincent Lambert, il 42enne francese tretraplegico da oltre dieci anni in stato vegetativo.

La nota è firmata dal prefetto del Dicastero, il cardinale Kevin Farrell, e dal presidente dell’Accademia, l’arcivescovo Vincenzo Paglia, e trae spunto dalla dichiarazione diffusa nei giorni scorsi da monsignor Éric de Moulins-Beaufort, arcivescovo di Reims, la città del nord-est della Francia dove Lambert è ricoverato, e dal suo ausiliare, Bruno Feillet. «È in gioco l’onore di una società umana nel non lasciare che uno dei suoi membri muoia di fame o di sete e fare tutto il possibile per mantenere fino alla fine le cure appropriate», scrivevano in essa i due presuli.
Affermando di condividere tali affermazioni, Farell e Paglia ribadiscono «la grave violazione della dignità della persona, che l’interruzione dell’alimentazione e dell’idratazione comportano». 

«Lo “stato vegetativo”, infatti - si legge - , è stato patologico certamente gravoso, che tuttavia non compromette in alcun modo la dignità delle persone che si trovano in questa condizione, né i loro diritti fondamentali alla vita e alla cura, intesa come continuità dell’assistenza umana di base». 

«L’alimentazione e l’idratazione costituiscono una forma di cura essenziale sempre proporzionata al mantenimento in vita», recita il comunicato congiunto. «Alimentare un ammalato non costituisce mai una forma di irragionevole ostinazione terapeutica (esattamente la motivazione, questa, data già dal 2013 dai medici), finché l’organismo della persona è in grado di assorbire nutrizione e idratazione, a meno che non provochi sofferenze intollerabili o risulti dannosa per il paziente». 

Per il cardinale e l’arcivescovo la sospensione dei sostegni vitali «rappresenta, piuttosto, una forma di abbandono del malato, fondata su un giudizio impietoso sulla sua qualità della vita, espressione di una cultura dello scarto che seleziona le persone più fragili e indifese, senza riconoscerne l’unicità e l’immenso valore».

«La continuità dell’assistenza è un dovere ineludibile», sottolineano i firmatari. E concludono con l’auspicio che «possono essere trovate al più presto soluzioni efficaci per tutelare la vita del signor Lambert». 

La nota dei due organismi vaticani - che fa seguito ad un inequivocabile tweet di ieri di Papa Francesco diffuso sul suo account @Pontifex - giunge all’indomani dell’ordine emesso a sorpresa dalla Corte d’Appello di Parigi ai medici dell’ospedale Chu Sébastopol di Reims di riprendere le cure di Vincent. La notizia giungeva nella serata di ieri dopo che, per tutto il giorno, aveva fatto il giro del web e dei diversi media il filmato dell’uomo in lacrime mentre la mamma gli comunicava la decisione dei dottori. Una dimostrazione dello stato di «coscienza minima» in cui versa Vincent.
L’anziana mamma, Viviane, che insieme al marito Pierre si batte per mantenere il figlio attaccato alle macchine (mentre la moglie Rachel e gli altri fratelli e sorelle concordano con l’interruzione delle cure), aveva fatto l’ennesimo ricorso ieri mattina per il ripristino dei trattamenti. Alla stampa aveva parlato di «assassinio» nei confronti di Vincent, scagliandosi contro i medici: «Siete mostri».
Sabato scorso i legali della coppia avevano lanciato un appello al presidente francese Emmanuel Macron, perché intervenisse a bloccare il processo per lo stop alle cure che invece era stato innescato ieri mattina presto, in mezzo a numerose proteste. La vicenda ha riacceso infatti il dibattito sul fine vita in Francia, dove l’eutanasia è illegale, e ha coinvolto anche esponenti politici spaccati in due tra coloro che approvano la sentenza dei giudici definendo una «ostinazione irragionevole» tenere in vita l’uomo dal 2008 in stato vegetativo, e coloro che invece affermano che si tratti di una decisione precipitosa. Tanto più che Lambert ha dimostrato di non essere un malato in fin di vita.

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