giovedì 2 maggio 2019

La manina russa sul Venezuela

@ - L'esercito non si schiera con Guaidò, gli Usa denunciano le manovre di Putin (e Cuba) per difendere Maduro. Lavrov e Pompeo se le suonano in pubblico

Nelle intenzioni di Juan Guaidó quella iniziata ieri, 30 aprile, avrebbe dovuto essere "l'operazione finale" contro "l'usurpatore Maduro". Le cronache della giornata venezuelana dimostrano, però, che non è stato così. Nel clima tesissimo che si respira all'interno del Paese, con la piazza del leader chavista e quella dell'autoproclamato presidente ad interim l'una contro l'altra, entrano a gamba tesa le potenze internazionali. Più che le manifestazioni tra le strade di Caracas, più che i proclami dei due presidenti, più che le richieste della popolazione e la fedeltà dell'esercito a Maduro - che non è stata scalfita, se non in minima parte dalle esortazioni di Guaidó - a tenere banco in queste ore è lo scontro tra gli Stati Uniti e la Russia sull'avvenire del Paese latinoamericano. Sarebbero stati proprio i russi, secondo la versione del consigliere di Trump alla Sicurezza John Bolton, a dissuadere Maduro dal partire alla volta di L'Avana: "Aveva un aereo in pista, era pronto a lasciare questa mattina e per quanto ne sappiamo e i russi hanno detto che sarebbe dovuto restare", ha detto alla Cnn. L'entrata in scena della 'manina' russa è stata un brutto colpo per gli Usa.

L'apice della tensione tra Washington e Mosca si è raggiunto dopo le dichiarazioni di Mike Pompeo. Il segretario di Stato americano ha affermato che gli Stati Uniti continuano a considerare l'eventualità dell'uso delle armi nel Paese sudamericano: "Un intervento militare è possibile, se necessario". Parole, queste, che hanno suscitato l'ira del ministro degli Esteri russo. Durante un durissimo scontro telefonico Serghei Lavrov ha intimato agli Usa di non intromettersi nelle vicende venezuelane. "L'ingerenza Usa negli affari interni è una violazione del diritto internazionale", ha affermato. Nel prosieguo del colloquio lo scambio si è fatto minaccioso: Lavrov ha messo in guardia Pompeo dicendo che ulteriori passi "aggressivi" di Washington nel Paese latinoamericano comporterebbero "conseguenze gravi".

Incassato il colpo, il segretario di Stato Usa ha rincarato la dose: "La Russia e Cuba stanno destabilizzando il Venezuela", ha tuonato. Solo poche ore prima, non a caso, Trump aveva minacciato Cuba di un embargo totale e di nuove sanzioni se non avesse smesso di sostenere Maduro. Per avere un'idea del livello della tensione tra Mosca e Washington basti pensare che Pompeo ha asserito, nel corso della telefonata con Lavrov, che il comportamento della Russia rischia di "rischia di destabilizzare anche le relazioni bilaterali" tra i due Paesi.

Toni estremamente aspri, quasi da Guerra Fredda. Intanto il Venezuela resta nel caos, con i militari di Maduro che reprimono la folla esasperata. E con una parte della popolazione che resta dalla sua parte. La soluzione alla crisi in un Paese che ormai sembra allo sbando è tutt'altro che vicina.

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