venerdì 3 maggio 2019

Allarme Bankitalia: aumentano i rischi di instabilità finanziaria

@ - Nuovo rapporto di via Nazionale: pesa la frenata dell’economia, restano alte le tensioni sui nostri titoli di Stato. Le banche italiane si stanno rafforzando, ma restano ancora vulnerabili.

I rischi per la stabilità finanziaria derivanti dalla congiuntura economica internazionale sono in aumento, avverte il Primo rapporto sulla stabilità finanziaria dell’anno redatto dalla Banca d’Italia. Pesa la frenata dell’economia, morde la recessione. E in Italia resta alta la tensione sui titoli di Stato. Il quadro generale è quello noto: dalla revisione delle previsioni di crescita all’aumento dell’incertezza, dal rallentamento dell’attività produttiva alle tensioni commerciali che incidono negativamente sugli scambi. «L’orientamento più accomodante delle banche centrali – spiega via Nazionale - ha favorito un miglioramento delle condizioni dei mercati finanziari dall’inizio dell’anno. I prezzi delle attività finanziarie possono tuttavia subire forti oscillazioni in seguito a eventi macroeconomici inattesi».

Nell’area dell’euro migliora la qualità degli attivi delle banche, ma diversi intermediari stentano a raggiungere livelli soddisfacenti di redditività. Per alcune grandi banche è alta l’esposizione verso strumenti di difficile valutazione e potenzialmente illiquidi.

E in Italia? Le previsioni sulla crescita del Pil sono state riviste al ribasso anche nel nostro Paese, ricorda la nostra banca centrale. «La volatilità dei corsi dei titoli di Stato resta elevata e il differenziale di rendimento con i titoli tedeschi è su valori superiori a quelli prevalenti nei primi mesi del 2018» spiega il Rapporto. Che segnala anche come i «rendimenti delle obbligazioni emesse dalle società non finanziarie, pur in calo, si mantengono mediamente più alti di quelli prevalenti negli altri paesi dell’area dell’euro a parità di classe di rischio».

La situazione finanziaria del settore delle famiglie «è stabile, anche se risente dell’indebolimento della crescita del reddito disponibile e della volatilità dei prezzi delle attività finanziarie». A sua volta «la redditività delle imprese sta rallentando, ma la capacità di rimborsare i debiti rimane elevata in ragione dei bassi tassi di interesse e di una struttura di bilancio più equilibrata rispetto al passato». Il debito del settore privato a rischio di insolvenza «aumenterebbe in misura rilevante soltanto a seguito di un forte peggioramento congiunturale associato a un notevole rialzo dei tassi sui prestiti».

La situazione delle nostre banche è in chiaroscuro. Prosegue infatti il rafforzamento complessivo di questo settore, «ma i rischi rimangono elevati per il peggioramento della congiuntura. La riduzione dello stock di crediti deteriorati continua a un ritmo sostenuto e migliorano gli indicatori di liquidità e di patrimonializzazione. Nonostante l’aumento del 2018 il rendimento del capitale resta mediamente più basso di quello degli altri intermediari europei. Il rallentamento dell’attività economica - segnala quindi via Nazionale - limita le possibilità di crescita dei ricavi e potrebbe far nuovamente salire il costo del rischio di credito».
Conclude il rapporto di Bankitalia: «le banche italiane sono vulnerabili a evoluzioni avverse del mercato dei titoli pubblici, anche se l’impatto sul patrimonio delle variazioni dei corsi è inferiore rispetto al passato. Sono riprese le emissioni di obbligazioni sui mercati all’ingrosso, ma i premi per il rischio richiesti dagli investitori risultano più alti di quelli medi degli altri intermediari europei». Gli indicatori di solvibilità e la redditività delle compagnie di assicurazione a loro volta «restano esposti alle variazioni di valore dei titoli pubblici, a causa degli ingenti investimenti volti ad allineare rendimento e durata delle attività con quelli delle passività». Alla fine del 2018 gli indici di solvibilità si sono stabilizzati su livelli ampiamente superiori ai minimi regolamentari a riprova di questa condizione in Rapporto sulla stabilità finanziaria ricorda che «le prove di stress condotte dall’Eiopa e dall’Ivass confermano che i principali gruppi assicurativi italiani sarebbero in grado di resistere all’impatto di shock particolarmente severi».

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