lunedì 1 aprile 2019

Ocse: «Pil Italia in calo, ricchezza italiani ferma al 2000. Quota 100? Frena la crescita» Le 10 accuse E Di Maio replica: no intromissioni

@- L'allarme dell’Ocse sull’Italia è netto: la crescita si è interrotta, il Pil è previsto in contrazione dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo e le riforme legate al welfare - reddito di cittadinanza e pensioni, in primis - non avranno effetti positivi sullo stato dell’economia italiana. Questo è il messaggio principale lanciato dall’Ocse nel nuovo Outlook sul nostro paese.

Reddito e Quota 100 bocciati
Il Pil dell’Italia, secondo l’Ocse, dovrebbe registrare una contrazione dello 0,2% nel 2019 e un leggero aumento, apri allo 0,5% nel 2020. Tra le varie osservazioni avanzate (leggi qui: le 10 accuse dell’Ocse all’Italia) si legge: «Il bilancio 2019 persegue giustamente l’obiettivo di assistere i cittadini poveri, ma gli effetti positivi sulla crescita dovrebbero essere scarsi, in particolare a medio termine. Il Reddito di Cittadinanza stanzia fondi supplementari significativi per i programmi di contrasto alla povertà, ma la sua efficacia dipenderà in misura cruciale da sostanziali miglioramenti dei programmi di formazione e ricerca di lavoro». Il Reddito, inoltre secondo l’Ocse favorirebbe il «nero». Critiche anche sulla nuova disciplina delle pensioni e sul meccanismo della Quota 100: «L’abbassamento dell’età pensionabile a 62 anni con almeno 38 anni di contributi rallenterà la crescita nel medio termine, riducendo l’occupazione tra le persone anziane e, se non applicata in modo equo sotto il profilo attuariale, accrescerà la diseguaglianza intergenerazionale e farà aumentare il debito pubblico», si legge nel Rapporto. Perciò l’Ocse invita l’Italia ad «abrogare le modifiche alle regole sul pensionamento anticipato introdotte nel 2019 e mantenere il nesso tra l’età pensionabile e la speranza di vita».

Gurria: retromarcia su quota 100 liberebbe 40 miliardi
«Oggi l’economia italiana è ufficialmente in stallo», ha inoltre puntualizzato il segretario generale Ocse, Angel Gurria, presentando il Rapporto alla sed del Mef a Roma. «Il rallentamento dell’economia sottolinea ancora una volta l’urgenza di sviluppare politiche per rivitalizzare la crescita». L’Italia, ha puntualizzato Gurria, «continua ad affrontare significativi problemi in campo economico e sociale» e «per risolverli è necessario adottare una serie di riforme pluriennali per favorire una crescita più solida e inclusiva e ripristinare la fiducia nella capacità di riforma». Peraltro, «una marcia indietro sul regime di pensionamento anticipato», introdotto con Quota 100, «consentirebbe di liberare risorse per 40 miliardi di euro» da qui al 2025, ha detto inoltre Gurria, durante la presentazione del Rapporto economico. E sempre parlando di Quota 100, Gurria ha voluto chiarire: «Non è automatico che per un pensionato ci sia un nuovo assunto: non c’è una base teorica né pratica» a tale assunto, «non è così logico. Abbiamo molti casi e molti studi che dicono che non è così»..

Tenore di vita fermo al 2000
tronando al rapporto sull’Italia, però, l’Ocse avverte che il tenore di vita degli italiani è fermo è quello di quasi 20 anni fa. L’istituto di Parigi afferma che il «tenore di vita degli italiani è quasi pari a quello rilevato nel 2000» e che «negli ultimi decenni le grandi disparità regionali si sono ampliate». «Le variazioni regionali del Pil pro capite e del tasso di occupazione, già significative, si sono ampliate ulteriormente negli ultimi decenni», si legge nel rapporto, secondo il quale «le disparità regionali dei tassi di occupazione spiegano in larga misura la differenza del tenore di vita tra una regione e l’altra». Per quanto riguarda l’occupazione, l’Ocse prevede che nel 2019 il tasso di disoccupazione crescerà al 12% dal 10,6% del 2018 e nel 2020 salirà ancora al 12,1%. «Sebbene il tasso di occupazione sia aumentato, è ancora uno dei più bassi tra quelli dei Paesi dell’Ocse, in particolare per le donne. La qualità del lavoro è bassa e la discrepanza tra gli impieghi e le qualifiche dei lavoratori è elevata se raffrontata su scala internazionale.

Giovani spinti a emigrare
Conseguenza della ricchezza «statica» degli italiani è anche il comportamenti delel giovani generazioni. In Italia i giovani sono spinti ad emigrare e tra di loro sale il tasso di povertà, che resta elevato. Si legge nel rapporto: «I tassi di povertà assoluta per i giovani - si legge nel rapporto - sono nettamente aumentati in seguito alla crisi e rimangono elevati. I tassi di povertà variano notevolmente da una regione all’altra e nelle regioni meridionali sono tra i più elevati dell’Ue. . La penuria di opportunità professionali spinge molti giovani a emigrare, aggravando il processo di già rapido invecchiamento della popolazione».

Spread e banche
L’Ocse, nel suo «Economic Surveys», sostiene che «la politica di bilancio espansiva e una debole crescita faranno lievitare il disavanzo delle finanze pubbliche» nel nostro paese, «che passerà dal 2,1 per cento del Pil nel 2018 al 2,5 nel 2019», per poi attestarsi al 3 per cento nel 2020. 
Uno spread basso peraltro resta fondamentale per garantire la stabilità del sistema finanziario: «La salute del settore bancario è strettamente connessa alla finanza pubblica e ai suoi effetti sui rendimenti dei titoli di stato. Rendimenti dei titoli di stato più bassi contribuirebbero a preservare la stabilità del settore bancario», scrive l’Ocse.

No a condoni fiscali ripetuti
L’Ocse raccomanda anche di «evitare i condoni fiscali ripetuti», di «abbassare la soglia massima per i pagamenti in contanti, abolire le spese fiscali non adeguatamente mirate o che presentano obiettivi obsoleti, continuare a migliorare il coordinamento tra gli enti dell’amministrazione fiscale. Una maggiore adesione spontanea all’obbligo tributario e il contrasto vigoroso dell’evasione fiscale», continua il documento, «sono essenziali per aumentare il gettito fiscale, consentendo di ridurre le aliquote fiscali e rendendo il sistema tributario più equo».

Tria: reddito è legato a lavoro
Alla presentazione del rapporto dell’Ocse è intervenuto anche il ministro dell’Economia, Giovanni Tria: il reddito di cittadinanza, ha detto il ministro, «è concepito con il duplice intento di consentire» a chi è «a rischio emarginazione di entrare nel mercato lavoro e, come conseguenza, di aumentare la propensione al consumo e irrobustire la domanda interna». «Il meccanismo di condizionalità» legato al «coinvolgimento attivo in percorsi lavorativi consente di evitare eventuali abusi», il sussidio «rappresenta una attivazione di forza lavoro potenziale e non solo uno strumento assistenziale».
«Manca poco tempo al rilascio del Def, lì sarà specificato il quadro programmatico», ha aggiunto Tria, «in termini di deficit nominali» il risultato sarà «migliore di quello stimato dall’Ocse», cioè il 2,5% nel 2019. L’obiettivo del governo, ha sottolineato, è quello di «rispettare gli impegni» e se possibile «avere un miglioramento rispetto a questi impegni».

Di Maio: Ocse no si intrometta
A stretto giro è arrivata anche la presa di posizione del vicepremier e ministro del Lavoro, Luigi Di Maio: «Rispetto l’opinione di tutti, ma quando non perdi occasione per sparare contro il mio Paese e contro gli italiani no, mi dispiace, ma questo non lo accetto». Di Maio, su Facebook, ha ribattuto così alle osservazioni dell’Ocse su quota 100 e reddito di cittadinanza. «No intromissioni, grazie. Sappiamo quello che stiamo facendo!», afferma annunciando che i prossimi passi del governo saranno «un abbassamento del carico fiscale alle imprese e un grande aiuto alle famiglie». Per poi concludere con un: facciano «l’austerity a casa loro».

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