giovedì 7 marzo 2019

Molestie, ex pilota dell'aeronautica e senatrice Usa rivela: «Io stuprata da un superiore»

@ - Martha Mc Sally, prima donna a volare in combattimento: «Rimasi inorridita da come venne gestito il mio tentativo di condividere quanto successo. Come molte vittime, ho sentito che il sistema mi stava stuprando di nuovo. Sono state rovinate troppe vite».
«Anche io sono una sopravvissuta. Non ho denunciato i miei aggressori perché non credevo nel sistema, ero confusa e mi vergognavo. Tra loro c’era anche un mio superiore». A denunciare la violenza — davanti al Senato Usa — è stata la repubblicana Martha McSally, 52 anni, prima pilota dell'aeronautica a volare in combattimento. «Rimasi inorridita da come veniva gestito il mio tentativo di condividere le mie esperienze. Come molte vittime, ho sentito che il sistema mi stava stuprando di nuovo», ha aggiunto la veterana, diventata colonnello dopo 26 anni di servizio, è stata la prima donna ad aver pilotato un jet in guerra (in Iraq e Kuwait), ma anche la prima donna comandante di una squadra di caccia militari(qui la denuncia di Giulia Schiff, 20enne sergente pilota italiana: «Vittima di nonnismo»). 

Lo scorso anno McSally aveva già rivelato al Wall Street Journal che era stata abusata dal suo coach di atletica alla scuola superiore. Nell’ultima deposizione ha parlato di atti «perpetrati, lasciando intendere di essere stata aggredita più di una volta, senza fare i nomi degli aggressori. «Sono rimasta in silenzio per molti anni, ma più tardi nella mia carriera, mentre l’esercito era alle prese con gli scandali, e le sue risposte erano completamente inadeguate, ho sentito la necessità di far conoscere ad alcune persone che anche io ero una sopravvissuta», si legge sul Guardian, in riferimento agli ufficiali cui aveva confidato i suoi terribili segreti. 

L’ex Top gun ha descritto un ambiente nel quale le molestie e gli abusi sessuali erano diffusi e le vittime in gran parte soffrivano in silenzio. Per questo si è detta «grata» a tutte le donne che hanno avuto il coraggio di uscire allo scoperto per cambiare il sistema. «Abbiamo fatto molta strada per fermare le aggressioni sessuali nell’esercito ma abbiamo ancora molta strada da fare», ha ammonito, sottolineando che «sono stati persi troppi anni e sono state rovinate troppe vite».

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