domenica 3 marzo 2019

Corea Nord, Seul e Usa: "Stop a esercitazioni militari"

@ - Per aiutare dialogo con Pyongyang dopo fallimento summit Hanoi. Il negoziato dunque è fermo, alla ricerca di un punto da cui ripartire.

PECHINO - È un ramoscello d'olivo teso alla Corea del Nord, che li ha sempre visti come una prova tecnica di aggressione. Ma anche, secondo Trump, un toccasana per i conti pubblici americani. Stati Uniti e Corea del Sud hanno mandato in soffitta i loro mega esercizi militari congiunti, tenuti a cadenza annuale in primavera, nome in codice Foal Eagle e Key Resolve. Lo ha annunciato il Pentagono, d'accordo con il ministero della Difesa di Seul, spiegando che i giochi di guerra verranno sostituiti da esercitazioni su scala più ridotta, meno costose e definite volta per volta.

La decisione non è una sorpresa. Già l'anno scorso, dopo il primo incontro con Kim a Singapore, Trump aveva annunciato che le esercitazioni su larga scalasarebbero state interrotte. Foal Eagle era una delle prove di guerra più grandi del mondo, fino a 500mila soldati sudcoreani e fino a 30mila americani coinvolti, spesso insieme a bombardieri e sottomarini. Il regime nordcoreano le ha sempre condannate come un gesto di aggressione nei suoi confronti, e di fatto il senso è proprio essere pronti a neutralizzare all'occorrenza il regime.

Nonostante il fallimento del vertice di Hanoi, in conferenza stampa Trump aveva già preannunciato la loro cancellazione, spiegando che i costi per l'esercito americano non erano giustificati. La decisione "riflette il desiderio di ridurre la tensione e supportare i nostri sforzi per raggiungere una completa denuclearizzazione della penisola coreana", ha detto il Pentagono.

La Difesa americana ha spiegato che troverà altri strumenti per allenare la prontezza di risposta dei suoi uomini di stanza in Corea del Sud. Alcuni, anche tra i conservatori di Seul, temono che la sospensione delle esercitazioni sia il preludio a un ritiro dei militari americani dalla Penisola, consegnandola alla crescente sfera di influenza militare cinese. Trump ha negato questa ipotesi. Di recente gli Stati Uniti hanno rivisto l'accordo di cooperazione militare con Seul, che contribuirà in misura maggiore alla copertura dei costi della presenza americana.

Nelle scorse ore Kim Jong-un ha mandato segnali contrastanti rispetto alla sua volontà di proseguire il negoziato dopo il nulla di fatto di Hanoi. L'agenzia di regime ha detto che il Maresciallo si impegna a rivedere di nuovo Trump, ma nella conferenza stampa con i media stranieri Pyongyang ha espresso il disappunto di Kim per la "fuga" americana. Le due parti continuano a fornire ricostruzioni diverse del fallimento: secondo gli Usa, la Corea del Nord avrebbe preteso la rimozione completa delle sanzioni, secondo il regime, solo una rimozione parziale.
Neppure Washington esclude nuovi incontri, ma il segretario di Stato Pompeo ha spiegato che ci vorrà tempo. Ieri Trump ha detto che "la Corea del Nord avrà un futuro economico incredibile se farà un accordo, ma nessun futuro economico se manterrà le armi nucleari", aggiungendo un tono di minaccia, il bastone, alla carota di sviluppo più volte mostrata a Kim.

Il negoziato dunque è fermo, alla ricerca di un punto da cui ripartire, magari con l'aiuto del presidente sudcoreano Moon. Ma la cancellazione degli esercizi militari congiunti, insieme all'impegno del dittatore a non riprendere i test missilistici e nucleari, mostrano almeno una cosa: che (per ora) non c'è il rischio di tornare indietro ai mesi della tensione.

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