mercoledì 27 febbraio 2019

Ue boccia l'Italia: «Manovra non aiuta la crescita». Conte: «Convinti delle nostre ricette»

@ - «Il rapporto debito/pil non è atteso scendere nei prossimi anni dato che la prospettiva macroeconomica e i programmi di bilancio del governo, anche se meno espansivi di quanto previsto inizialmente, comporteranno un deterioramento del surplus primario». È questo il giudizio della Commissione europea espresso nel documento sulla situazione del paese pubblicato oggi. E nel quale si aggiunge che «il bilancio 2019 include misure che tornano indietro su alcuni elementi di importanti riforme precedenti in particolare sulle pensioni e non include misure che aumentano la crescita potenziale». Si conferma così la valutazione negativa di Bruxelles sulla manovra economica del governo Conte.

Conte: convinti delle nostre ricette. «Le scelte di politica economica e sociale possono essere varie. Noi siamo convinti della nostra ricetta e che ci daranno ragione e siamo convinti di dover evitare l'errore di politiche recessive quando il ciclo economico non è favorevole». Lo dice il premier Giuseppe Conte, commentando il giudizio dell'Ue sull'economia italiana.

Le valutazioni della Commissione. È netta la valutazione della Commissione europea sulle scelte di bilancio ed economiche del governo italiano. Annunciata nelle dichiarazioni pubbliche delle scorse settimane, nonostante l'accordo sul bilancio 2019, al primo appuntamento del semestre europeo di sorveglianza europea, la valutazione è negativa su tutta la linea. «In Italia i progressi in alcune aree degli anni scorsi sono stati oscurati da prospettive peggiori dovute largamente dal deterioramento i bilancio previsto e dal blocco generale dell'agenda di riforme». La Commissione europea mantiene l'Italia nel gruppo di paesi sotto osservazione per squilibri macroeconomici eccessivi a causa di debito alto, dinamica della produttività debole prolungata che «implica rischi rilevanti transfrontalieri in un contesto di crediti deteriorati tuttora alto e alta disoccupazione».

La commissione non dà indicazioni sulle prossime mosse: sarà solo dopo le elezioni europee di fine maggio, sulla base del programma di bilancio che l'Italia dovrà inviare prima della metà di aprile a Bruxelles, che deciderà il da farsi. La pubblicazione del 'country report' è la base analitica che fotografa la situazione attuale per cui non ci sono elementi che possano indicare se per la Commissione è necessaria una manovra aggiuntiva a breve. In ogni caso ciò che conta per Bruxelles è che non peggiori il deficit in termini strutturali, cosa che comunque l'Italia sta rischiando. Non è un caso che negli ultimi giorni il Tesoro e palazzo Chigi abbiano ripetutamente indicato che si stanno preparando interventi a sostegno della crescita anche per parare i colpi di un ennesimo giudizio negativo da parte comunitaria. Per la Commissione, è scritto nel rapporto, «le recenti misure hanno fatto fare retromarcia a elementi delle riforme precedenti e ciò avrà effetti negativi sulla sostenibilità delle finanze pubbliche, sulla produttività e sulla crescita potenziale». In prospettiva, «l'aggravio o la riduzione degli squilibri dipenderà essenzialmente dagli impegni e dalla loro attuazione: la Commissione monitorerà da vicino gli sviluppi della situazione e valuterà i passi politici e gli impegni per fronteggiare gli squilibri».

Si sottolinea come la competitività da costi è stabile, ma persiste una debole crescita della produttività che ha origini nelle annose questioni che riguardano il funzionamento dei mercati del lavoro, del capitali e dei prodotti alle quali si aggiungono le debolezze della pubblica amministrazione e del sistema della giustizia che riduce il potenziale di crescità. Lo stock di 'non performing loans' ha continuato a calare «in misura significativa ma mantenere il ritmo di riduzione potrebbe dimostrarsi difficile date le condizioni di mercato». Rendimenti sovrani più elevati rispetto ai livelli di inizio 2018 'stanno avendo effetti negativi sui costi di finanziamento delle banche e sui 'cuscinetti' di capitale pesando sulla capacità di concedere crediti al resto dell'economia e sulla crescita economica. Nonostante «alcuni progressi nella sistemazione dei bilanci bancari, nelle riforme delle regole sull'insolvenza e sulle politiche attive del lavoro, lo slancio per le riforme è rimasto in stallo nel 2018».

Inoltre, pesano «le incertezze relative all'orientamento del governo che hanno contribuito ad aumentare le pressioni sui mercati e a più alti rendimenti dei titoli sovrani italiani nel corso dell'anno scorso per cui l'aggravio o la riduzione degli squilibri macroeconomici dipenderà dalle scelte per migliorare la qualità dei conti pubblici, aumentare l'efficienza della pubblica amministrazione e della giustizia, migliorare il contesto per il business e rafforzare il mercato del lavoro e il sistema finanziari». Per quanto riguarda il reddito di cittadinanza, nella comunicazione che accompagna il rapporto è scritto che «il suo successo dipende largamente dalla sua governance». Due altri paesi sono nella lista dei paesi con squilibri macro-economici eccessivi: Cipro e Grecia.
Sul reddito di cittadinanza «bisogna guardare all'impatto sui conti, il costo sembra molto alto, 0,45% del Pil, che per l'Italia è molto, e bisogna quindi capire se è sostenibile. Un altro impatto da monitorare è sull'occupazione», visto che «le politiche del lavoro restano deboli in Italia»: Lo ha detto la commissaria al lavoro Marianne Thyssen. «Monitoriamo cosa succede e come viene introdotto», e se sostituirà interamente il reddito di inclusione «ha implicazioni sull'uso del fondo sociale» e quindi «andrà ridiscusso».

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