venerdì 18 gennaio 2019

Russiagate, "Trump costrinse il suo avvocato a mentire sul suo grattacielo a Mosca"

Secondo il sito Buzzfeed, che cita fonti interne all'inchiesta, il presidente americano fece pressioni per il silenzio di Cohen sulla Trump Tower nella capitale russa. E l'avvocato ora non vuole più testimoniare al Congresso: "Ha paura per la sua famiglia".

WASHINGTON - Donald Trump ordinò al suo ex avvocato Michael Cohen di mentire al Congresso sulle trattative per costruire una Trump Tower a Mosca. E' quanto emerge dalle carte in mano al procuratore speciale che indaga sul Russiagate, Robert Mueller, secondo quanto riporta il sito BuzzFeed citando fonti investigative. Trump avrebbe anche appoggiato il piano messo a punto da Cohen di recarsi in visita in Russia durante la campagna presidenziale con l'obiettivo di incontrare il presidente Vladimir Putin. "Fai che avvenga", avrebbe detto il tycoon al suo legale.

Che Cohen avesse mentito sul fatto che le trattative per la costruzione della Trump Tower si fossero interrotte nel gennaio 2016 (andarono invece avanti ben oltre l'estate del 2016, a ridosso delle elezioni che portarono Trump alla Casa Bianca) era già cosa nota agli inquirenti. Quel che emergerebbe ora è che Cohen sarebbe stato costretto a commettere il reato di falsa testimonianza davanti al Congresso.

Trump ha più volte liquidato l'inchiesta Mueller - che dovrebbe appurare le sospette ingerenze di Mosca nella campagna elettorale per le presidenziali americane del 2016 - come una "caccia alle streghe" e ha più volte smentito l'esistenza di alcuna collusione personale con la Russia. Riguardo al suo ex avvocato, il presidente ha usato parole dure, accusandolo di mentire per poter ottenere un alleggerimento della sentenza nel procedimento giudiziario a suo carico. Cohen, dal canto suo, ha scritto su Twitter di essersi "pentito di aver prestato lealtà cieca a un uomo che non la meritava". Adesso accusa il presidente di intimidazioni pesanti, al punto che starebbe riconsiderando la possibilità di testimoniare davanti al Congresso, come aveva annunciato di essere disposto a fare il mese prossimo.

La paura di Cohen, ha detto il suo consigliere legale, è legata anche alle conseguenze per la sua famiglia. "C'è una paura vera, che ha portato Michael Cohen a ripensarci, non ha ancora preso una decisione finale", ha detto Lanny Davis, un avvocato che sta facendo da consulente a Cohen. La scorsa settimana l'ex legale di Trump aveva accettato di testimoniare davanti a una commissione del Congresso il 7 febbraio prossimo, nell'ambito di una nuova ondata di investigazioni messe in calendario dalla Camera dei rappresentanti ora a guida democratica nei confronti delle attività del presidente. Cohen è stato condannato a dicembre a 3 anni di reclusione per aver pagato due donne per il loro silenzio sulle relazioni con Trump, in violazione delle norme sulla campagna elettorale, e per aver mentito al Congresso sul progetto della Trump Tower in Russia.

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