Scontro istituzionale senza precedenti fra la speaker della Camera. Fra poche ore il voto decisivo per tentare di mettere fine all'impasse.
Nancy Pelosi (afp)
NEW YORK. Si alza il tono dello scontro fra Donald Trump e la speaker della Camera Nancy Pelosi nonostante il voto sullo shutdown previsto per la mattinata in Senato. Il presidente ha risposto alla lettera che la leader democratica gli aveva fatto recapitare chiedendogli di slittare il discorso sullo Stato dell'Unione - quello dove il presidente fa il bilancio dell'anno appena trascorso e presenta le politiche di quello appena iniziato - previsto per il 29 a camere riunite. Chiedendogli in alternativa di tenerlo in privato dalla Casa Bianca visto che a causa della chiusura parziale del governo federale non sarebbe possibile garantire l'adeguata sicurezza.
Una provocazione a cui il presidente ha ribattuto a sua volta con una lettera dove sottolinea, non senza un certo sarcasmo, che intende "onorare l'invito" già rivoltogli come da prassi da Pelosi a inizio gennaio. Ma la speaker della Camera non si è piegata: e immediatamente ha ribadito che non autorizzerà il discorso fino a che lo shutdown non sarà finito.
Trump ha poi risposto via Twitter: "Farò il discorso" sullo Stato dell'Unione "quando lo shutdown sarà finito".
As the Shutdown was going on, Nancy Pelosi asked me to give the State of the Union Address. I agreed. She then changed her mind because of the Shutdown, suggesting a later date. This is her prerogative - I will do the Address when the Shutdown is over. I am not looking for an....
E' uno scontro istituzionale senza precedenti. Le alternative al presidente non mancano: gli sono già stati offerte le sedi di Raleigh, in Carolina del Nord e Lansing in Michigan. Insomma, Trump potrebbe perfino tenere il suo discorso fuori da Washington, ma lo spostamento sarebbe una sconfitta politica.
In tutto questo caos le trattative in vista del voto al Senato previsto per la mattina di giovedì, orario americano, proseguono: ma nessuno può dire come andrà a finire. L'ultima proposta da parte democratica sarebbe quella di finanziare la cifra richiesta per assicurare la sicurezza dei confini. A patto che non venga usata per erigere un muro fisico ma spesa in tecnologia di controllo. Ma ieri i leader dei due partiti che pure si erano appena accordati sul voto, Mitch McConnell e Chuck Schumer, hanno bisticciato a distanza sul modo in cui l'annuncio è stato reciprocamente presentato ai media. E secondo gli analisti lo stesso Trump oscilla fra il voler mantenere la posizione e non cedere sui 5,7 miliardi per il muro al confine col Messico. E la necessità di uscire dalla situazione di impasse.
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