martedì 22 gennaio 2019

Francesco a Panama, al via l’anno cruciale del pontificato

Il Papa nel Paese latinoamericano per la Gmg. È il primo appuntamento di questo 2019 decisivo per le delicate sfide di Bergoglio: abusi, riforma della Curia e dialogo con l’islam su tutte.

CITTÀ DEL VATICANO
Papa Francesco inizia nella «sua» America Latina il periodo decisivo del pontificato. Va a Panama per incontrare i giovani alla Gmg, ma anche per dare il via alla riflessione sui temi dell’Amazzonia - difesa degli indigeni e dell’ambiente soprattutto - in vista del Sinodo speciale di ottobre. È una delle tante complesse sfide che stanno per arrivare a una svolta. Il 2019 si presenta come l’anno in cui molte delle «battaglie» dell’82enne Pontefice argentino che sta attuando una riforma della Chiesa arriveranno a una conclusione. La sua speranza è che molti nodi possano quest’anno finalmente sciogliersi.

Tra chi segue le vicende vaticane c'è la sensazione l'incontro di febbraio potrà diventare un vero e proprio avvenimento-simbolo di questo pontificato. E forse di più: una svolta decisiva per il futuro della Chiesa.

Anche per questo Oltretevere si avverte particolare pressione, soprattutto dagli Stati Uniti. C’è un’attesa mediatica planetaria, perché, si dice, saranno i giorni in cui la Chiesa «si giocherà la sua credibilità». La Santa Sede ha garantito concretezza e consapevolezza. Insieme alla chiarezza. Così verrà affrontata la piaga degli abusi e della pedofilia nella Chiesa al summit sulla protezione dei minori e degli adulti vulnerabili in programma dal 21 al 24 febbraio, a cui parteciperanno i presidenti delle conferenze episcopali di tutto il mondo. L’obiettivo è far sì che ogni vescovo possa tornare nel proprio paese sapendo bene «che cosa bisogna fare» per affrontare le situazioni di questi crimini.

Geopolitica e viaggi
Sebbene il 17 dicembre scorso abbia compiuto 82 anni, nel 2019 il Vescovo di Roma ha in programma numerosi viaggi. A cominciare dai primi mesi: Panama, Emirati Arabi Uniti, Marocco, Bulgaria, Ex Repubblica Jugoslava di Macedonia. È un programma intensissimo. Ed è una sintesi degli aspetti più «caldi» dell'attualità della Chiesa universale e dell'umanità. E probabilmente Francesco aggiungerà altre trasferte internazionali: per esempio, l’anno scorso aveva annunciato il desiderio di visitare il Giappone.

Panama 
Dal 23 al 28 gennaio la visita a Panama, per la 34.ma Giornata mondiale della Gioventù. Avvenimento che arriva dopo il Sinodo dei vescovi di ottobre che si è proposto di rilanciare il protagonismo dei giovani nella Chiesa. E proprio in paerticolare per i giovani, domenica il Pontefice ha lanciato una app, Click To Pray. È uno strumento «per pregare insieme». Funziona così: si trova su un sito web e applicazioni mobili e social network. È in sei lingue. E ha tre sezioni: «Prega con il Papa» con le intenzioni mensili del Pontefice; «Prega ogni giorno» per facilitare la preghiera tre volte al dì; «Prega in rete» che è uno spazio dove gli utenti possono condividere le loro preghiere e pregare gli uni per gli altri. E vedere chi prega per che cosa e quanti stanno pregando. La nuova applicazione è un gesto per stare ancora più vicino ai ragazzi. Ma attenzione. Panama vuole anche dire che il Papa argentino torna in America Latina, dove c’è il tema dell’Amazzonia e degli indigeni: ecco che nei giorni panamensi si guarderà a ottobre, al Sinodo sull’amazzonia, dove ci sarà la proposta dei viri probati, ossia l'ordinazione a prete di uomini anziani sposati e di provata fede. Non vorrà dire che si aprirà al matrimonio dei preti, puntualizzano nei Sacri Palazzi, ma che si potranno celebrare i sacramenti in zone in cui un prete arriva una volta l’anno. Il celibato dei sacerdoti resterà comunque tale. Al Sinodo però si affronteranno soprattutto le questioni ecologiche spinose del liberismo selvaggio, dell’«economia che uccide», della difesa dei popoli indigeni e dell'ambiente.

Emirati Arabi Uniti e Marocco
Dal 3 al 5 febbraio andrà negli Emirati Arabi Uniti, primo Pontefice a recarsi in questo paese. Motto della visita è «Fammi canale della Tua pace». Al centro dell’evento, l’importanza del dialogo interreligioso e della fraternità tra i credenti delle diverse religioni. Il 2019 è stato dichiarato dalle autorità degli Emirati «Anno della tolleranza» con lo scopo di promuovere una cultura lontana da ogni fondamentalismo.
Il 30 e 31 marzo Francesco sarà poi in Marocco, sui passi dell storica visita di 33 anni fa di papa san Giovanni Paolo II: il 19 agosto 1985, Wojtyla incontrava 80mila giovani musulmani nello stadio di Casablanca. Un evento mai avvenuto prima nel dialogo tra cristianesimo e islam. Il Papa polacco affermava nel suo celebre discorso che «il dialogo tra cristiani e musulmani oggi è più necessario che mai», senza tralasciare «le differenze importanti» ma anche «le molte cose in comune». Aveva dichiarato Giovanni Paolo II: «Cristiani e musulmani generalmente ci siamo malcompresi, e qualche volta, in passato, ci siamo opposti e anche persi in polemiche e in guerre. Credo che Dio c’inviti oggi, a cambiare le nostre vecchie abitudini. Dobbiamo rispettarci», anche perché «crediamo nello stesso Dio». Il Papa polacco aveva parlato dei diritti umani, che «hanno in Dio il loro fondamento». Ecco poi l’appello alla pace e alla giustizia per vincere le tentazioni di quanti vogliono «cambiare tutto con la violenza o con soluzioni estreme», perché il prezzo della violenza grava sempre sugli innocenti.

Il logo della visita di Francesco ritrae una croce e una mezzaluna, a sottolineare il carattere interreligioso tra cristiani e musulmani. Rappresenta quel dialogo auspicato da Papa Wojtyla e che ora papa Francesco intende portare avanti con forza. Togliendo il fondamento alla strumentalizzazione della religione per odio e violenza. Sconfiggendo così terrorismo e guerre.

Bulgaria e Macedonia
Dal 5 al 7 maggio sarà in Bulgaria e nell’Ex Repubblica Jugoslava di Macedonia. I cattolici in questi due Paesi sono una minoranza in mezzo agli ortodossi. Il viaggio mette in primo piano il dialogo col mondo ortodosso in un momento difficile per queste Chiese orientali, dopo la nascita della nuova Chiesa autocefala ortodossa ucraina, riconosciuta dal Patriarcato ecumenico di Costantinopoli ma non dagli ortodossi russi. 

Romania
Dal 31 maggio al 2 giugno il Papa affronterà un altro viaggio dalla dimensione ecumenica. Andrà in Romania per promuovere l’unità di tutti i cristiani sotto il manto della Madonna.

Gli attacchi
L’attuale crisi degli abusi clericali viene usata dagli oppositori del Papa come piattaforma per espellere Francesco dal papato e per eleggere un nuovo Pontefice che si adatti meglio alle loro agende. Lo ha detto nei giorni scorsi il cardinale tedesco Walter Kasper, presidente emerito del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani e teologo molto apprezzato da Bergoglio. «Ci sono persone - ha detto Kasper in una intervista a Report Muenchen, trasmessa dall’emittente di Stato tedesco Ard e rilanciata da Crux - che semplicemente non amano questo pontificato. Vogliono che finisca il prima possibile per poi avere, per così dire, un nuovo conclave». Vogliono anche che vada «a loro favore, così avrà un risultato che si adatta alle loro idee». Kasper ha sostenuto che ci sono alcuni gruppi nella Chiesa che stanno approfittando della crisi degli abusi come piattaforma per l’espulsione di Francesco dal papato. Nei suoi commenti su Ard, Kasper ha detto che gli avversari papali stanno usando una «inappropriata» strategia di trasformare la discussione sulla questione degli abusi «in una discussione su Papa Francesco» che, ha detto, equivale a «un abuso di abusi».
Non va dimenticata l'organizzazione mediatica con cui è stata lanciata la richiesta di dimissioni del Papa, in una lettera del 26 agosto 2018, pubblicata l'ultimo giorno del viaggio di Bergoglio a Dublino, dell'ex nunzio negli Stati Uniti Carlo Maria Viganò, che accusò Francesco di aver ignorato le accuse di cattiva condotta mosse contro l'ex-cardinale Theodore McCarrick. 
Il caso McCarrick, ex arcivescovo di Newark e poi di Washington, è esploso in giugno quando un’indagine interna della Chiesa aveva definito credibili le accuse di aver molestato un ex chierichetto negli anni Settanta. A dispetto delle smentite dell’alto prelato, lo scandalo aveva creato una nuova crisi per la Chiesa americana e le stesse gerarchie vaticane dal momento che non era apparentemente un segreto che «Zio Ted», come si faceva chiamare, facesse sesso con seminaristi adulti. 
Così dopo la pubblicazione delle accuse riguardanti la condotta di McCarrick, papa Francesco il 28 luglio scorso gli ha tolto la berretta cardinalizia e ha «disposto la sua sospensione dall’esercizio di qualsiasi ministero pubblico, insieme all’obbligo di rimanere in una casa» per «una vita di preghiera e di penitenza» in attesa dell’esito del processo canonico.

Consiglio dei cardinali e riforma della Curia
Dal 18 al 20 febbraio si svolgerà in Vaticano la 28.ma riunione del Consiglio dei cardinali. Si attende la nuova Costituzione apostolica che riformi e snellisca la Curia romana. Tra l'altro, il Consiglio dei Cardinali non è più C9: sono rimasti infatti in sei a comporre il Consiglio di porporati nato nel 2013 per volontà di Papa Bergoglio che necessitava di un organismo che lo coadiuvasse nel lavoro di riforma della Curia romana e nel governo della Chiesa. Dal Consiglio, sono usciti recentemente il cardinale australiano George Pell (77 anni), il cileno Francisco Xavier Errazuriz (85) e il congolese Laurent Monswengo Pasinya (78), tutti e tre sopra l’età canonica del «pensionamento» dei 75 anni, ma anche con situazioni complicate alle spalle.

Economia
Dovrebbe avvenire il cambio del prefetto della Segreteria dell’Economia, lo stesso George Pell, che sta per terminare il suo quinquennio, e ha 77 anni. Questo dunque a prescindere da come va il processo. Pell infatti è alle prese dal 2017 con un processo che lo vede imputato per abusi sessuali in un tribunale di Melbourne, in Australia.

Comunicazione
A cavallo tra il 2018 e il 2019 grandi rivolgimenti hanno caratterizzato le comunicazioni vaticane. A dicembre sono stati nominati Andrea Tornielli direttore dei media vaticani e Andrea Monda direttore dell'Osservatore Romano. Poi, dopo le dimissioni di Greg Burke da direttore della Sala stampa della Santa Sede, e della sua vice Paloma García Ovejero, Alessandro Gisotti è stato scelto in gennaio come direttore ad interim della Sala stampa. Ora, la macchina della comunicazione sta funzionando bene, come confermano molti addetti ai lavori: si percepisce un assestamento dell’organizzazione e una grande intesa tra Tornielli, Gisotti e il prefetto del Dicastero per la Comunicazione, Paolo Ruffini. Pare che tra i prossimi passi che la nuova gestione stia preparando ci sia il ritorno a un ruolo di maggiore visibilità di Radio Vaticana.

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