sabato 1 dicembre 2018

Allarme dall’Istat sulla crescita del Pil. La terza recessione adesso è più vicina

A luglio-settembre -0,1%: è il primo dato negativo dopo 14 trimestri. Più difficile far quadrare i conti del 2019.

Manca un mese alla fine dell’anno e lo spettro del «triple dip», di un nuovo ritorno della recessione dopo le crisi del 2007 e del 2014, la terza caduta nel giro di poco più di dieci anni, rischia di farsi sempre più concreta. E la sorpresa è che la frenata della nostra economia, prevista da molti a cavallo del nuovo anno, è già iniziata la scorsa estate. Ieri, infatti, l’Istat ha diffuso il suo rapporto sui conti economici trimestrali rivedendo le previsioni per luglio-agosto-settembre e così da una crescita che le stime preliminari indicavano come nulla si è passati ad un Pil negativo (-0,1%). «Si tratta del primo calo dell’attività economica dopo un periodo di espansione protrattosi per 14 trimestri», sottolinea l’istituto di statistica. Tra le principali economie europee, solo la Germania - col suo -0,2% - ha registrato un andamento negativo nel terzo trimestre, mentre la Francia ha messo a segno +0,4%, la Spagna +0,6% e il Regno Unito +0,6%. 


ANSA

La crisi ai raggi X 
Per effetto di questa frenata la crescita di quest’anno si ferma allo 0,9%, contro l’1,1% previsto dal governo e getta ombre sempre più scure sul 2019. La flessione del terzo trimestre dell’anno segue una fase di progressivo rallentamento della crescita ed è dovuta essenzialmente alla contrazione della domanda interna (-0,1% i consumi, -1,1% gli investimenti), mentre tengono ancora le esportazioni (+1,1% a fronte del +0,8% dell’import). Tra i settori solo l’agricoltura cresce (+1,6%), mentre gli altri comparti sono a loro volta in terreno negativo: industria -0,1%, servizi -0,2%. Come se non bastasse a ottobre la disoccupazione è risalita al 10,6%, mentre nel resto d’Europa è in netto calo, ed anche i prezzi al consumo in discesa dello 0,1% (nonostante la fiammata dei prodotti energetici +7,8/10) segnalano che i consumi continuano a stentare. 

Lo scontro politico 
I nuovi venti di recessione, inevitabilmente, riaccendono lo scontro politico. Matteo Renzi ha buon gioco ad andare all’attacco di Lega e 5 Stelle: «Con noi era tornata la crescita, con loro torna recessione» ha scritto su Facebook snocciolando tutta una serie di dati. Da Salvini e Di Maio risposte fotocopia: «Il pil negativo è il risultato delle vecchie manovre basate su tagli e austerità. Nel 2019 con la nostra manovra, fondata su più lavoro e meno tasse, l’Italia tornerà a crescere» ha dichiarato il ministro dell’Interno. Il responsabile dello Sviluppo ha puntato il dito contro «le manovre del Pd e del governo Gentiloni che mettevano pochi milioni per sostenere nell’economia italiana. Noi ci mettiamo 37 miliardi e questo significa aumentare la domanda interna». 

Governo in difesa 
«Il Pil? Lo faremo salire» ha assicurato a sua volta dall’Argentina il premier Giuseppe Conte. In attesa dell’approvazione della legge di Bilancio e dell’introduzione del reddito di cittadinanza, che come è noto arriverà però solo ad aprile, intanto però l’inverno si annuncia molto più rigido del previsto. 




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