Istat: nel 2017 il tasso di disoccupazione è sceso all’11,2% - La Stampa: "Nel corso del 2017 l’Istat ha registrato «un aumento dell’occupazione»per il quarto anno consecutivo (+1,2%, 265 mila posti) mentre il tasso di occupazione è salito al 58,0% (+0,7 punti). Siamo però ancora più bassi (di 0,7 punti) del livello massimo, che risale al 2008. L’aumento, osserva l’istituto di statistica, continua a riguardare soprattutto i lavoratori dipendenti (2,1%, +371 mila) e quasi solo quelli a tempo determinato (+298 mila posti, in confronto a +73 mila). Dice il rapporto: «da sette anni prosegue la diminuzione del numero di lavoratori indipendenti (-105 mila, -1,9%), più intensa rispetto al 2016».
Per il terzo anno consecutivo cresce il lavoro a tempo pieno, in maniera più forte rispetto al recente passato (+231 mila, +1,3%); si attenua invece la crescita del part time (+34 mila, +0,8%) che per la prima volta non riguarda la componente involontaria, ovvero chi lavora a tempo parziale perché non ha trovato un impiego a tempo pieno: l’incidenza del part time involontario scende al 61,0% (-1,6%) sul totale del tempo parziale e all’11,4% sul totale degli occupati (-0,3 punti).
Dall’analisi per fasce di età emerge come prosegua per il secondo anno l’aumento del numero degli occupati di 15-34 anni (45 mila, +0,9%) a cui si associa la crescita del tasso di occupazione a un ritmo analogo a quello dell’anno precedente (+0,7 punti). Invece per i 35-49enni alla riduzione del numero di occupati si accompagna l’aumento del tasso di occupazione (+0,6 punti).
Nel 2017, aggiunge l’Istat, l’occupazione è aumentata più per le donne, sia nei livelli (+1,6% rispetto a +0,9% degli uomini) che nel tasso (+0,8 e +0,6 punti, rispettivamente). La riduzione della disoccupazione e del relativo tasso riguarda invece più gli uomini (-4,8% e -0,6 punti) in confronto alle donne (-2,0% e -0,4 punti) mentre il calo dell’inattività è più consistente per la componente femminile.
A livello territoriale la crescita dell’occupazione è simile in tutte le ripartizioni mentre il calo della disoccupazione è più intenso nelle regioni settentrionali (-8,0% contro -3,7% nel Centro e -0,5% nel Mezzogiorno). La riduzione del numero di inattivi e del tasso di inattività è lievemente più forte nel Mezzogiorno; peraltro nel Nord e nel Centro il calo del tasso di inattività riguarda soltanto le donne mentre nel Mezzogiorno entrambe le componenti di genere. "
Per il terzo anno consecutivo cresce il lavoro a tempo pieno, in maniera più forte rispetto al recente passato (+231 mila, +1,3%); si attenua invece la crescita del part time (+34 mila, +0,8%) che per la prima volta non riguarda la componente involontaria, ovvero chi lavora a tempo parziale perché non ha trovato un impiego a tempo pieno: l’incidenza del part time involontario scende al 61,0% (-1,6%) sul totale del tempo parziale e all’11,4% sul totale degli occupati (-0,3 punti).
Dall’analisi per fasce di età emerge come prosegua per il secondo anno l’aumento del numero degli occupati di 15-34 anni (45 mila, +0,9%) a cui si associa la crescita del tasso di occupazione a un ritmo analogo a quello dell’anno precedente (+0,7 punti). Invece per i 35-49enni alla riduzione del numero di occupati si accompagna l’aumento del tasso di occupazione (+0,6 punti).
Nel 2017, aggiunge l’Istat, l’occupazione è aumentata più per le donne, sia nei livelli (+1,6% rispetto a +0,9% degli uomini) che nel tasso (+0,8 e +0,6 punti, rispettivamente). La riduzione della disoccupazione e del relativo tasso riguarda invece più gli uomini (-4,8% e -0,6 punti) in confronto alle donne (-2,0% e -0,4 punti) mentre il calo dell’inattività è più consistente per la componente femminile.
A livello territoriale la crescita dell’occupazione è simile in tutte le ripartizioni mentre il calo della disoccupazione è più intenso nelle regioni settentrionali (-8,0% contro -3,7% nel Centro e -0,5% nel Mezzogiorno). La riduzione del numero di inattivi e del tasso di inattività è lievemente più forte nel Mezzogiorno; peraltro nel Nord e nel Centro il calo del tasso di inattività riguarda soltanto le donne mentre nel Mezzogiorno entrambe le componenti di genere. "
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