venerdì 28 luglio 2017

Venezuela paralizzato: 4 morti e 160 feriti. E Maduro vieta le proteste

Venezuela paralizzato: 4 morti e 160 feriti. E Maduro vieta le proteste: "Capitale e principali centri bloccati dalle proteste contro la Costituente che dovrebbe essere eletta domenica per cambiare le leggi fondamentali. Da domani in manette chi manifesta

Lo sciopero generale di due giorni ha paralizzato la capitale venezuelana Caracas (LaPresse)

E' di quattro morti e oltre 160 arresti sinora il bilancio delle manifestazioni di piazza in Venezuela, in concomitanza con lo sciopero generale di 48 ore, per protestare contro la decisione del presidente Nicolas Maduro di convocare per domenica l'elezione di un'Assemblea costituente, incaricata di riscrivere le regole dello Stato. Scontri tra dimostranti e forze di sicurezza si sono registrati in tutto il Paese. Fra le tre vittime un uomo di 30 anni e una ragazzo di 16 anni. Gli incidenti mortali sono avvenuti nella capitale Caracas, nella città di Merida e a Naguanagua, nello Stato di Carabobo. Secondo l'opposizione, che ha organizzato la mobilitazione, l'adesione allo sciopero sarebbe stata finora del 92%. Un dato non realistico per il presidente Nicolas Maduro, secondo cui lo sciopero "è stato sconfitto dalla classe operaia". "La gente non ha partecipato al blocco", ma "è uscita di casa per andare a lavorare", ha assicurato il governo.

Da aprile sono 103 le vittime
Dal 4 aprile, quando sono iniziate le manifestazioni, sono già 103 i morti nei disordini anti-governativi. Mentre il clima di attesa è teso in Venzuela, il presidente venezuelano Maduro ha affermato che il suo maggior errore nella crisi che vive il Paese è stato "sottovolutare la capacità di danno dell'opposizione". Maduro lo ha ammesso in una intervista al canale russo Rt. L'intervista è stata trasmessa ieri sera. Maduro ha parlato di "capacità di danno e violenza dell'opposizione. Per il presidente la crisi nel suo paese è dovuta al fatto che "non vi è alcuna opposizione democratica che faccia richieste ragionevoli nel quadro della Costituzione". "A maggio per tre settimane ho cercato un dialogo diretto con le opposizioni per coinvolgerle nella Assemblea costituente nazionale e si sono negate", aggiunge Maduro che accusa anche i mezzi di informazione di opposizione "egemonici" di "avere venduto nel mondo l'immagine di un Venezuela che non esiste".


L'esercito e la polizia presidiano le sedi delle principali istituzioni (LaPresse)


Oggi in Venezuela molti negozi hanno tenuto le serrande abbassate e molte strade sono state chiuse al traffico bloccate dai cittadini che chiedono le dimissioni del presidente venezuelano. L'obiettivo delle forze anti-Maduro è impedire l'elezione di domenica dei membri dell'Assemblea costituente, facendo pressioni sul presidente per fermare un processo che - denunciano - non è stato sottoposto a preventiva approvazione tramite un referendum popolare. Una strada che per le opposizioni e i manifestanti consoliderebbe quello che fu il regime dittatoriale di Chavez.

I partecipanti alle protesta e i deputati della forza di opposizione Mud, Mesa de la Unidad Democrática, hanno condiviso oggi su Twitter le foto del secondo giorno di mobilitazione, scatti che mostravano strade deserte in città in tutto il Paese. Il governo degli Stati Uniti ha imposto ieri sanzioni a 13 funzionari ed ex funzionari del Venezuela per abusi di diritti umani, corruzione e azioni per minare la democrazia, per fare pressioni sul governo di Nicolas Maduro. Fra i sanzionati c'è il capo della commissione presidenziale per la Costituente, nonché ex vice presidente del Venezuela, Elias Jaua.

La convocazione dell'Assemblea Costituente è fondata giuridicamente l'articolo 347 della Costituzione del 1999, approvata sotto il governo del suo predecessore, Hugo Chavez, che stabilisce che "Il popolo del Venezuela è il depositario del potere costituente originario. In esercizio di detto potere, può convocare una Assemblea Nazionale Costituente con l'oggetto di trasformare lo Stato, creare un nuovo ordinamento giuridico e redigere una nuova Costituzione". In articoli successivi si prevede che "l'iniziativa di convocazione dell'Assemblea Nazionale Costituente può essere presa dal Presidente della Repubblica in Consiglio dei Ministri". L'opposizione contesta che in base all'articolo 347 il presidente Maduro non avrebbe il potere unilaterale di convocare una votazione che non sia passata attraverso una legittimazione popolare.

Maduro vieta le proteste contro la Costituente
In serata, però, Maduro ha dimostrato che al peggio non c'è limite e ha vietato qualsiasi forma di protesta da domani al voto del 30 luglio per l'elezione da lui voluta di un'Assemblea Costituente. Chiunque parteciperà a proteste rischia pene tra 5 e 10 anni, ha annunciato il ministro dell'Interno, Nestor Reverol, che ha emesso il decreto proprio alla vigilia della più grande manifestazione dell'opposizione in programma domani. L'opposizione ha esortato i venezuelani a boicottare il voto di domenica. In un referendum non vincolante, indetto la scorsa settimana dall'opposizione, oltre 7 milioni di venezuelani si erano espressi contro il progetto di Maduro e contro lo stesso successore dal 2013 di Hugo Chavez, accusandolo di puntare a trasformare il Venezuela in una "dittatura". Accusa condivisa anche dalla chiesa cattolica locale, che lo scorso anno aveva tentato una mediazione tra le parti, naufragata in un nulla di fatto."


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