mercoledì 4 marzo 2015

Papa Francesco “liquida” i cristiani perseguitati? No, è la stessa prudenza di Pio XII | UCCR

Papa Francesco “liquida” i cristiani perseguitati? No, è la stessa prudenza di Pio XII | UCCR: "Ennesimo attacco a Papa Francesco da parte del giornalista di “Libero” Antonio Socci che, dopo un momento iniziale di curiosa attenzione mediatica, è sempre meno seguito e considerato. Noi preferiamo però proseguire a smontare i suoi ingenui e pretestuosi attacchi, dai feedback che riceviamo è un lavoro utile a molti che effettivamente ci hanno confessato esseri ritrovati intrappolati nel rancore dell’antipapismo, vivendo una dissociazione tra la fede cattolica e il cristianesimo adulto proposto dal tradizionalismo conservatore.

Nel nuovo articolo Socci ha rinunciato a snocciolare i “peccati” di Papa Francesco, si è limitato alla riciclata accusa di ignorare i cristiani perseguitati. Secondo il giornalista sarebbe l’ora di «grandi iniziative di solidarietà e di aiuto», di «un instancabile intervento diplomatico della Santa Sede presso l’Onu e gli Stati democratici in difesa delle minoranze cristiane e della libertà religiosa. Ma in Vaticano tutto tace. Si dovrebbe tuonare ogni giorno dalla Cattedra di Pietro per difendere il gregge dai lupi. Invece niente di tutto questo». Quelle di Bergoglio sarebbe «sporadiche e imbarazzate dichiarazioni» dove «si limita a esprimere “dispiacere”, guardandosi bene dal fare qualsiasi riferimento all’Islam e dal fare alcun appello alla comunità internazionale per fermare le violenze con l’uso della forza».

Ironia della sorte, esattamente due giorni dopo è arrivata la testimonianza dell’arcivescovo Jacques Behnan Hindo, capo dell’arcieparchia siro-cattolica di Hassakè-Nisibi che ha annunciato la liberazione dei 19 cristiani assiri presi in ostaggio dai jihadisti dello Stato Islamico (Isis). Mentre Socci ha ridicolizzato i tentativi di dialogo e negoziato con l’Isis proposti da Francesco («Io mai do per persa una cosa: mai. Forse non si può avere un dialogo, ma mai chiudere una porta», ha detto il Santo Padre), l’arcivescovo Behnan Hindo ha proprio spiegato che i capi delle Chiese e delle comunità locali cercano invece di tenere aperti i contatti e i negoziati con i miliziani dell’Is attraverso la mediazione di alcuni leader tribali musulmani locali.

Se Socci accusa il Vaticano di non “tuonare” contro l’Islam, mons. Behnan Hindo, fisicamente a fianco dei cristiani perseguitati, ha affermato: «Il momento è delicato e ogni iniziativa o parola non calibrata e presa senza ponderazione può aumentare i rischi per tutti». E’ dunque evidente che se in Vaticano si prendessero sul serio i consigli dei giornalisti di “Libero”, i cristiani in Medioriente sarebbero esposti a gravissime ripercussioni.

Socci lo sa benissimo, è la stessa accusa che fecero a Pio XII quando scelse la prudenza nei confronti degli ebrei. Come ci ha scritto un nostro lettore, lo stesso giornalista difese Papa Pacelli in un convegno: «Socci era moderatore dell’incontro e ha affrontato il medesimo problema (relativo a Pio XII) senza la veemenza accusatoria che oggi lo contraddistingue, ma con la ragionevole volontà di capire». Infatti, diede la parola al vaticanista Andrea Tornielli, il quale spiegò: «L’attitudine di Pio XII è quella dello stile papale in tempo di guerra: non gettare benzina sul fuoco, tenere aperti tutti i possibili canali diplomatici, e salvare più vite possibili. Al Papa non interessava compiere un gesto clamoroso che gli avrebbe portato una fama sicura nei secoli futuri, ma la salvezza delle vite umane». Era guidato dalla prudenza, per non provocare mali peggiori magari per vendetta. Lo stesso che chiede oggi di fare l’arcivescovo di Hassakè-Nisibi. La stessa prudenza di Benedetto XVI, che ha sempre condannato gli attentati e la persecuzione dei cristiani senza mai parlare di colpe dell’Islam o generalizzare sulla fede musulmana ma piuttosto accusando la strumentalizzazione della religione (sfidiamo chiunque a trovare un solo intervento di condanna del Papa emerito di qualche strage in cui tira in ballo l’islam o l’islamismo). Tanto che nel 2009 la Chiesa di Benedetto XVI fu accusata dal rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni, di avere “reazioni ammiccanti all’islam”.

E’ evidente che il Vaticano non ignora la sorte di Asia Bibi, la stessa donna ha scritto a Papa Francesco chiedendogli semplicemente di pregare per lei (e non di esprimersi pubblicamente), aggiungendo: «ti esprimo tutto il mio ringraziamento per la tua vicinanza». Vicinanza? Evidentemente la vicinanza del Pontefice alla donna arriva in Pakistan attraverso vie nascoste ai media."


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