sabato 7 marzo 2015

La marcia per i 50 anni da Selma, presenti Obama, Bush, Oprah e Lady Gaga

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Il 7 marzo del 1965 ha avuto luogo la Bloody Sunday, la marcia per i diritti civili degli afroamericani, finita in tensione con la polizia locale che ha attaccato gli attivisti con manganelli e lacrimogeni.
Oggi, a 50 anni, il suo ricordo. Obama: “quello che è successo a Selma è la quintessenza dell’esperienza americana”



Il presidente Barack Obama ha ricordato, in una cerimonia alla Casa Bianca, Selma, la cittadina dell’Alabama da dove 50 anni fa partirono le marce di protesta, guidate da Martin Luther King, che segnarono la storia del movimento per i diritti civili degli afroamericani negli Usa. “Quello che è successo a Selma è la quintessenza dell’esperienza americana”, ha detto Obama, che oggi sarà alla guida della marcia a Selma per ricordare quella del 7 marzo del 1965, conosciuta come la “Bloody Sunday” americana. I 600 attivisti che parteciparono furono infatti attaccati dalla polizia locale con manganelli e lacrimogeni durante l’attraversamento dell’Edmund Pettus Bridge.



Alla marcia parteciperà anche l’ex presidente George Bush, e tra le celebrità dello spettacolo anche Oprah Winfrey, conduttrice e attrice tra i protagonisti di “Selma”, e Lady Gaga, che dovrebbe cantare. Accanto a Barack Obama moglie e figli, e una delegazione del Congresso costituita da 95 rappresentati, tra democratici e repubblicani.

Il discorso tanto atteso che dovrà pronunciare il presidente degli Stati Uniti è stato volutamente scritto da lui, senza affidarsi minimamente all’aiuto di speechwriter. Obama vuole collegare lo spirito delle protese per i diritti civili di 50 anni fa con quello delle battaglie dei giorni d’oggi riguardo ai diritti per i matrimoni gay, della parità salariale e dell’immigrazione. Sono dei punti fondamentali della sua politica e che, secondo la principale consigliera di Obama alla Casa Bianca, Valerie Jarret, sono per lui “inestricabilmente collegati tra loro”.

Verranno ricordati anche i 30mila attivisti, tra studenti, pastori e semplici lavoratori, che nei giorni successivi alla Bloody Sunday, giunsero a Selma per rivendicare il diritto al voto degli afroamericani. A riguardo Obama ha detto: “Questo ci ricorda che la storia dell’America non appartiene ad un gruppo o ad un altro, ma a tutti noi”."


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