venerdì 27 marzo 2015

Ebrei contro la Merkel

italintermedia.globalist.it | Ebrei contro la Merkel: ""È una questione puramente bilaterale, che ha un significato morale ed etico". Utile "a superare per sempre il fascismo e il nazismo". Con queste parole si è espresso di recente il premier greco Alexis Tsipras, impugnando la questione dei risarcimenti della guerra chiesti alla Germania.

Il leader di Syriza ha assunto il ruolo di portavoce della comunità ebraica in Grecia che da anni si batte per ottenere un risarcimento pari a 25 milioni di euro.

La storia parte da lontano. Il 15 marzo del 1943 partiva, infatti, da Salonicco il primo treno che portava ai campi di concentramento nazisti più di 2.800 ebrei della città. Fino alla metà di maggio dello stesso anni, altri 18 treni avrebbero portato ad Auschwitz circa 60.000 ebrei greci (quasi il 75% della popolazione ebraica del Paese).

Proprio per ricordare questo evento drammatico della storia greca e non solo, domenica 15 marzo è stata celebrata la "Giornata della Memoria" per gli ebrei di Salonicco, una delle più grandi comunità ebraiche del mondo, che fu annientata durante l'Olocausto.

Ancora oggi, a 72 anni di distanza il ricordo della tragedia è per la Grecia una ferita aperta. I greci deportati a quel tempo sarebbero oltretutto stati costretti a pagare il biglietto del treno che li conduceva alla morte: gli sventurati passeggeri sborsarono una somma pari a 2 milioni di Reichsmark (la moneta del Reich dal 1924 al 1948), che secondo le stime corrisponderebbero, attualmente, a 25 milioni di euro.

David Saltiel presidente della comunità ebreica della città di Salonicco, ha detto che il risarcimento tedesco potrebbe finanziare un memoriale dell'Olocausto da collocare nella stazione ferroviaria dalla quale i convogli carichi di ebrei partirono per la Polonia durante la Seconda Guerra Mondiale. "Pensiamo che sia una grande opportunità, se il governo tedesco si decidesse a destinare il denaro a questo scopo", ha dichiarato Saltiel.

La richiesta degli ebrei di Grecia arriva in un momento in cui il nuovo primo ministro Alexis Tsipras, seguendo le orme di alcuni governi precedenti, sta cercando di recuperare i danni di guerra subiti per mano tedesca.

Il ministro della Giustizia greco Nikos Paraskevopoulos si era, peraltro, detto pronto a firmare una sentenza della Corte Suprema che consentirà al governo di sequestrare i beni tedeschi come parziale risarcimento per i crimini commessi dai nazisti nel Paese. La domanda della Grecia per le riparazioni ruota, inoltre, intorno ad un prestito di guerra di 476 milioni di Reichsmark che la banca centrale greca è stata costretta a fare ai nazisti. Atene chiede però un indennizzo più elevato di quello pattuito, per la distruzione e la sofferenza causata dall'occupazione.

Alla penisola greca i soldi servono oggi più che mai per rimanere a galla. Si stima che Atene abbia bisogno di un prestito di 7,2 miliardi di euro e continuerà quindi a perseguire la strada dei risarcimenti, anche per fare cassa. Da parte tedesca la questione, considerata chiusa da tempo, non viene nemmeno presa in considerazione. Proprio di recente Martin Jaeger un portavoce del ministero delle Finanze tedesco ha respinto le minacce greche, dicendo che non ci sarà alcuna trattativa sui debiti di guerra. Egli ha aggiunto che "le richieste del governo greco costituiscono una distrazione rispetto ai seri problemi a cui deve far fronte la Grecia"."

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