Ogni giorno vengono uccisi 12 cristiani: "L’«ecumenismo del sangue». È così che, poco tempo fa, Papa Francesco ha definito la persecuzione dei cristiani nel mondo, spiegando che quando si tratta di ucciderli, poco importa la «differenza di confessione», la sopraffazione avviene «semplicemente perché sono cristiani».
I numeri sui «testimoni della croce» perseguitati nel mondo fanno rabbrividire: migliaia ammazzati ogni anno per la loro fede. E nemmeno le chiese scampano alla furia degli integralisti musulmani. Il rapporto dell’Onu sui bambini cristiani crocifissi e sepolti vivi in Iraq, è dunque orrore che si aggiunge ad orrore.
STRAGE CRISTIANA
Ogni anno il numero dei cristiani uccisi aumenta drammaticamente. Nel 2012 sono stati 1.201, l’anno successivo 2.123, ma nel periodo di tempo che va dal 1° novembre 2013 al 31 ottobre 2014, come documentato dall’organizzazione americana protestante Open Doors, donne, uomini e bambini massacrati per la loro fede sono stati 4.344, il quadruplo rispetto a solo due anni fa. Un atroce incremento che ha una spiegazione: la nascita dell’Isis, che si dedica alla "caccia al cristiano" in Siria e Iraq, e di Boko Haram in Nigeria e non solo. Ieri i terroristi dello Stato islamico hanno ordinato che siano rimosse tutte le croci dalle chiese nella nazione di Bashar al-Assad, mentre pochi giorni fa a Mosul, nel nord dell’Iraq, i jihadisti dell’Isis hanno ammazzato Murtada Ablahad, un sacerdote cristiano di 44 anni. Lo hanno tenuto prigioniero da quando, nel giugno scorso, si sono impadroniti della città. I colpi di pistola che hanno tolto la vita a padre Ablahad sono stati sparati per via del mancato pagamento del riscatto. Se secondo Open Doors i cristiani uccisi, picchiati, torturati e messi in prigione nel mondo sono 100 milioni, nel "Libro nero della condizione dei cristiani nel mondo", scritto da Jean-Michel di Falco, Timothy Radcliffe e Andrea Riccardi, «da 150 a 200 milioni di cristiani (cattolici, protestanti, ortodossi) vengono discriminati o perseguitati». Gli autori scrivono, inoltre, che l’80% degli atti di persecuzione religiosa è orientato contro i cristiani.
LISTA MORTALE
Open Doors ha pubblicato la World Watch List 2015, che contiene l’elenco dei primi 50 Paesi dove i cristiani vengono oppressi, uccisi, cacciati. Fra i Paesi a maggioranza musulmana dove i «testimoni della croce» vengono massacrati, non ci sono solo Siria, Iraq e Nigeria, ma anche Somalia, Afghanistan, Sudan, Iran, Pakistan, Eritrea, Egitto, Brunei. Nella stessa lista compaiono per la prima volta Messico, Turchia e Azerbaijan, mentre Sudan ed Eritrea rientrano ormai nei primi dieci posti dove i cristiani non hanno più pace. Ma il Paese che mantiene il terribile primato nella persecuzione dei cristiani, è la Corea del Nord, che nelle sue prigioni detiene circa 70mila cristiani.
CHIESE AL ROGO
Nel periodo preso in esame da Open Doors, le chiese bruciate o distrutte sono state circa 1.062. Ma dopo la pubblicazione delle vignette su Maometto da parte del settimanale satirico Charlie Hebdo, la "furia integralista" islamica, con centinaia di persone che urlavano "Allah u Akbar", si è scatenata in Niger, dove sono state incendiate 45 chiese, provocando la morte di almeno 10 persone, 170 feriti e 180 arresti. Nella capitale Niamey, le chiese sono prima state saccheggiate, date alle fiamme, e una scuola cristiana è stata bruciata. A Zinder, la seconda città del Niger, centinaia di cristiani si sono salvati fuggendo nei campi militari. Secondo Open Doors, il 2014 è stato l’annus horribilis per i cristiani, ma «il peggio deve ancora venire».
INDIA VERSUS CRISTIANI
Nel 2014 anche l’India si è dimostrata terra intollerante verso i cristiani. Secondo un rapporto dell’organizzazione non governativa Catholic Secular Forum, nell’anno appena trascorso, che ha visto la conquista del potere anche di gruppi radicali indù, 7mila seguaci di Cristo sono stati vittime di aggressioni, mentre cinque, tra cui un bambino di 11 anni, sono stati uccisi. Il rapporto parla anche della campagna "ghar wapasi", cioè "torna a casa", messa in atto dall’estrema destra, che prevede la "riconversione" all’induismo di 273mila persone appartenenti a minoranze religiose nello Stato dell’Uttar Pradesh. Lo stato centrale del Chhattisgarh, dove risiede una grossa comunità tribale convertita al cristianesimo, è quello dove i seguaci della croce rischiano di più. In India le proteste dei cristiani vengono indirizzate verso il premier Narendra Modi, che mai ha proferito parola per condannare le violenze. Nemmeno quando a New Delhi una chiesa è stata incendiata."
I numeri sui «testimoni della croce» perseguitati nel mondo fanno rabbrividire: migliaia ammazzati ogni anno per la loro fede. E nemmeno le chiese scampano alla furia degli integralisti musulmani. Il rapporto dell’Onu sui bambini cristiani crocifissi e sepolti vivi in Iraq, è dunque orrore che si aggiunge ad orrore.
STRAGE CRISTIANA
Ogni anno il numero dei cristiani uccisi aumenta drammaticamente. Nel 2012 sono stati 1.201, l’anno successivo 2.123, ma nel periodo di tempo che va dal 1° novembre 2013 al 31 ottobre 2014, come documentato dall’organizzazione americana protestante Open Doors, donne, uomini e bambini massacrati per la loro fede sono stati 4.344, il quadruplo rispetto a solo due anni fa. Un atroce incremento che ha una spiegazione: la nascita dell’Isis, che si dedica alla "caccia al cristiano" in Siria e Iraq, e di Boko Haram in Nigeria e non solo. Ieri i terroristi dello Stato islamico hanno ordinato che siano rimosse tutte le croci dalle chiese nella nazione di Bashar al-Assad, mentre pochi giorni fa a Mosul, nel nord dell’Iraq, i jihadisti dell’Isis hanno ammazzato Murtada Ablahad, un sacerdote cristiano di 44 anni. Lo hanno tenuto prigioniero da quando, nel giugno scorso, si sono impadroniti della città. I colpi di pistola che hanno tolto la vita a padre Ablahad sono stati sparati per via del mancato pagamento del riscatto. Se secondo Open Doors i cristiani uccisi, picchiati, torturati e messi in prigione nel mondo sono 100 milioni, nel "Libro nero della condizione dei cristiani nel mondo", scritto da Jean-Michel di Falco, Timothy Radcliffe e Andrea Riccardi, «da 150 a 200 milioni di cristiani (cattolici, protestanti, ortodossi) vengono discriminati o perseguitati». Gli autori scrivono, inoltre, che l’80% degli atti di persecuzione religiosa è orientato contro i cristiani.
LISTA MORTALE
Open Doors ha pubblicato la World Watch List 2015, che contiene l’elenco dei primi 50 Paesi dove i cristiani vengono oppressi, uccisi, cacciati. Fra i Paesi a maggioranza musulmana dove i «testimoni della croce» vengono massacrati, non ci sono solo Siria, Iraq e Nigeria, ma anche Somalia, Afghanistan, Sudan, Iran, Pakistan, Eritrea, Egitto, Brunei. Nella stessa lista compaiono per la prima volta Messico, Turchia e Azerbaijan, mentre Sudan ed Eritrea rientrano ormai nei primi dieci posti dove i cristiani non hanno più pace. Ma il Paese che mantiene il terribile primato nella persecuzione dei cristiani, è la Corea del Nord, che nelle sue prigioni detiene circa 70mila cristiani.
CHIESE AL ROGO
Nel periodo preso in esame da Open Doors, le chiese bruciate o distrutte sono state circa 1.062. Ma dopo la pubblicazione delle vignette su Maometto da parte del settimanale satirico Charlie Hebdo, la "furia integralista" islamica, con centinaia di persone che urlavano "Allah u Akbar", si è scatenata in Niger, dove sono state incendiate 45 chiese, provocando la morte di almeno 10 persone, 170 feriti e 180 arresti. Nella capitale Niamey, le chiese sono prima state saccheggiate, date alle fiamme, e una scuola cristiana è stata bruciata. A Zinder, la seconda città del Niger, centinaia di cristiani si sono salvati fuggendo nei campi militari. Secondo Open Doors, il 2014 è stato l’annus horribilis per i cristiani, ma «il peggio deve ancora venire».
INDIA VERSUS CRISTIANI
Nel 2014 anche l’India si è dimostrata terra intollerante verso i cristiani. Secondo un rapporto dell’organizzazione non governativa Catholic Secular Forum, nell’anno appena trascorso, che ha visto la conquista del potere anche di gruppi radicali indù, 7mila seguaci di Cristo sono stati vittime di aggressioni, mentre cinque, tra cui un bambino di 11 anni, sono stati uccisi. Il rapporto parla anche della campagna "ghar wapasi", cioè "torna a casa", messa in atto dall’estrema destra, che prevede la "riconversione" all’induismo di 273mila persone appartenenti a minoranze religiose nello Stato dell’Uttar Pradesh. Lo stato centrale del Chhattisgarh, dove risiede una grossa comunità tribale convertita al cristianesimo, è quello dove i seguaci della croce rischiano di più. In India le proteste dei cristiani vengono indirizzate verso il premier Narendra Modi, che mai ha proferito parola per condannare le violenze. Nemmeno quando a New Delhi una chiesa è stata incendiata."
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