Le giovani africane studiano a rischio della vita: "Le giovani africane rischiano ogni giorno la vita semplicemente perché vogliono ricevere un’educazione. Lo rivela, pur senza fornire numeri precisi, l’ultimo rapporto diffuso ieri a Ginevra dall’alto commissariato dell’Onu per i Diritti umani, secondo il quale la maggior parte degli attacchi contro le scuole registrati in settanta Paesi del mondo dal 2009 al 2014 hanno preso di mira in particolare le ragazze.
Dunque, il fenomeno non è circoscritto all’Africa, ma proprio in questo continente ha avuto la maggiore intensificazione nel periodo preso in esame dal rapporto. «Attacchi mirati alle ragazze che accedono all’istruzione, alle loro famiglie e ai loro insegnanti sono usati per inviare un messaggio forte e simbolico del ruolo socioculturale e lo status di ragazze e donne», affermano gli esperti dell’Onu.
Tra i casi riportati c’è quello delle oltre duecento studentesse sequestrate dal gruppo terrorista islamista Boko Haram lo scorso aprile a Chibok, nello Stato nordorientale nigeriano del Bordo e delle quali da allora non si hanno notizie certe. Analoghi episodi, che non hanno avuto la stessa risonanza mediatica internazionale, si sono intensificati, oltre che in Nigeria, in altri Paesi africani, in particolare nel Mali, ma anche nella Repubblica Centroafricana e nella Repubblica Democratica del Congo."
Dunque, il fenomeno non è circoscritto all’Africa, ma proprio in questo continente ha avuto la maggiore intensificazione nel periodo preso in esame dal rapporto. «Attacchi mirati alle ragazze che accedono all’istruzione, alle loro famiglie e ai loro insegnanti sono usati per inviare un messaggio forte e simbolico del ruolo socioculturale e lo status di ragazze e donne», affermano gli esperti dell’Onu.
Tra i casi riportati c’è quello delle oltre duecento studentesse sequestrate dal gruppo terrorista islamista Boko Haram lo scorso aprile a Chibok, nello Stato nordorientale nigeriano del Bordo e delle quali da allora non si hanno notizie certe. Analoghi episodi, che non hanno avuto la stessa risonanza mediatica internazionale, si sono intensificati, oltre che in Nigeria, in altri Paesi africani, in particolare nel Mali, ma anche nella Repubblica Centroafricana e nella Repubblica Democratica del Congo."
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